Il ladro massacrato di botte

Sulla pagina Facebook di Lucia Borgonzoni appare la foto di un articolo di giornale cartaceo, o meglio appare un titolone, senza altri elementi se non il commento della stessa Borgonzoni: notizie assurde.

Il titolo che viene condiviso riporta:

Botte al bandito che fa irruzione: papà ai domiciliari – Il ladro rom libero a Firenze, l’uomo che ha difeso la sua famiglia dal furto cotretto a passare 7 mesi ai domiciliari e a risarcire il nomade con 1500 euro. L’uomo con la figlioletta ha scoperto il nomade in casa e l’ha massacrato: condannato

Le informazioni che vengono date sono davvero poche, e poco utili a comprendere i fatti. Grazie a una veloce ricerca scopro che non si tratta di una notizia nuova, anzi, siamo di fronte a un fatto che risale al 2015. Lo trovo ripreso su Il Giornale del 1 dicembre 2017, a sentenza emessa. Il Giornale precisa che la fonte della notizia è Libero, e non ne sono sorpreso. Vedete, la notizia sarebbe stata identica senza alcun bisogno di usare le parole rom e nomade, il signore che ha menato il ladro sarebbe stato condannato comunque a 7 mesi di domiciliari, anche se fosse stato un italiano a introdursi in casa sua. Usare riferimenti al fatto che il ladro fosse straniero serve solo a parlare alla pancia dei lettori di testate come Libero o Il Giornale. Ogni giorno ci sono furti negli appartamenti degli italiani, furti che vengono compiuti da criminali, in parte stranieri, ma ovviamente anche italiani. Sottolineare la provenienza è solo soffiare sul fuoco.

Ma veniamo ai fatti. Ve li riporto da il Giornale:

“Era il 17 agosto del 2015, due anni fa. Tornavo dal mare con la mia bambina, che allora aveva dieci anni, e dopo aver preso un gelato in piazzale Michelangelo intorno a mezzanotte arriviamo a casa. Entriamo, lei va verso il bagno e improvvisamente comincia a urlare. C’era una persona, un ladro, avrà avuto tra i venti e i venticinque anni. Un rom. Lui mi spinge per scappare, e io non ci ho più visto. Ho pensato solo alla ragazzina, ai pericoli che poteva correre”, spiega il cinquantenne a Libero.

Poi l’uomo racconta il contatto fisico con quel rom. Dopo anni di calcio storico fiorentino e pugilato, ha picchiato con furia il nomade: “E d’altronde che cosa ne so di quello che poteva avere in mano? Allora sono partito col sinistro, poi con il destro, gli ho spaccato subito il setto nasale, gli ho buttato giù un paio di denti e lui è finito per terra. Intanto i vicini stavano chiamando la polizia”.

Avete letto con attenzione? Prima un sinistro, poi un destro, rottura del setto nasale, e via due denti. Il giudice ha emesso la sentenza per eccesso di legittima difesa. Perché se ci sono delle leggi occorre rispettarle, e quella sulla legittima difesa riporta:

Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa. Nei casi previsti dall’articolo 614, primo e secondo comma, sussiste sempre il rapporto di proporzione di cui al primo comma del presente articolo se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere:
a) la propria o la altrui incolumità;
b) i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione

Ripeto per chi ha letto con poca attenzione: sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa. Nel caso in questione un giudice ha valutato che non lo fosse. E quindi ha condannato il signore a 7 mesi di arresti domiciliari. Non alla galera. Negli articoli che riportano i fatti, da nessuna parte si legge che il ladro avesse armi o che abbia minacciato il padrone di casa o sua figlia in alcuna maniera. No, lo stesso condannato spiega: “Lui mi spinge, per scappare”, quindi è un ladro in fuga. Visto il tono degli articoli, se ci fossero state minacce da parte del ladro non avrebbero esitato a riportarle. E invece abbiamo un italiano, esperto pugile, che colto il ladro sul fatto, invece che bloccarlo in casa o in una stanza, decide di massacrarlo di botte (non sono io a dirlo, lo riportano con testuali parole i giornali).

Eccesso di legittima difesa, come previsto dalla legge.

Che senso ha, oggi, ricondividere una storia che risale a quattro anni fa, per quanto riguarda i fatti, e due per quanto riguarda la sentenza? Nessuno, ma siccome Lucia Borgonzoni ha attentamente evitato di datare l’articolo immagino che la condivisione rientri nella strategia del terrore sfruttata da tanti politici estremisti. Riportare più volte, anche a distanza di tempo, notizie che hanno come protagonisti stranieri serve allo scopo: distoglie l’attenzione dai veri problemi del Paese e convince l’elettore che episodi così siano all’ordine del giorno.

Basta guardare i commenti pubblici che appaiono sotto al post di Lucia:

  • Bisognerebbe andare a trovare il giudice. Ovviamente con una bella mazza
  • Il padre ha sbagliato clamorosamente…..doveva finire il lavoro e far sparire tutto
  • Vergognosi gli avvocati senza etica e i giudici sempre pro delinquenti
  • coioni buffoni diteci i nomi dei magistrati cosi corrotti che voglio andare a casa sua per farli mettere in galera cosi io fuori e loro ai domiciliari è o no la legge cosi ????
  • Dio quanto desidero che qualche rom entra in casa di sto giudice di merda
  • Lo dico sempre,bisogna avere il coraggio di finire il lavoro,altrimenti lasciate stare…

Ovviamente sulla pagina di Lucia la moderazione è inesistente. Ho tentato di avvertirla che la notizia andrebbe inquadrata meglio con un piccolo commento per niente offensivo. Tra i follower di Lucia uno ha ritenuto corretto rispondermi così:

Michelangelo Butac Coltelli … speriamo che te capita uno che riduce su n’a sedia a rotelle ! Poi vediamo come la pensi !! AUGURI !!

Niente moderazione significa che non solo l’augurio fatto a me resta lì, ma che anche le minacce ai magistrati permangono, anche a distanza di giorni. Essendo Lucia al governo dovrebbe perlomeno spiegare i fatti, e cancellare i messaggi dove si inneggia all’uccisione del ladro (o del magistrato).

E invece, come nelle migliori tradizioni, si lancia il sasso nello stagno e poi si guarda l’effetto che fa…

L’etica vorrebbe che una notizia così venisse riportata nel caso ci siano novità sulla vicenda, o perlomeno specificando che è, appunto, vecchia. Se la condivide un normale cittadino posso anche capire che non faccia ulteriori verifiche. Se lo fa un politico italiano ben pagato dalle nostre tasse, onestamente lo trovo decisamente diverso.

Ma a questo genere di atteggiamento abbiamo fatto il callo. Guarda caso è di pochissimi giorni fa il post di Giorgia Meloni su Amatrice, con una fotografia che risale a due anni fa… Indignare con roba vecchia evidentemente piace molto all’estrema destra. Che sia perché faticano a trovarne a sufficienza di nuova con cui soffiare sul fuoco dell’integralismo?

Chissà…
maicolengel at butac punto it
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