Il Manifesto, l’agricoltura biodinamica e la libertà di critica

..da non confondere con lo "scientificamente parlando"

Lo so, oggi rischio la querela, ma quanto mi è passato in bacheca non può non venir trattato. Oggi 2 giugno 2021 ho letto un pezzo pubblicato sul Manifesto, a firma Piero Bevilacqua. Titolo del pezzo:

La scienza vecchia della senatrice Cattaneo

Fin dal titolo sono a disagio, non parliamo di quando leggo il sottotitolo:

Agricoltura. Negli anni ’20 e ’30, grandi agronomi tedeschi hanno studiato e sperimentato, in Europa e negli Usa, avviando una scienza alternativa all’agricoltura chimica

Siamo ancora una volta nel campo del fantasy. Piero Bevilacqua, che non è agronomo, ma storico e saggista, difende, in un articolo completamente ascientifico, le immani cavolate della biodinamica. Il fatto che il suo pezzo sia pubblicato nella sezione “Commenti” mi fa pensare che sia al livello di un editoriale, e mi fa sperare che l’autore non venga pagato per quel testo.

Già la frase “una scienza alternativa all’agricoltura chimica” fa capire l’impostazione di Bevilacqua, probabilmente un soggetto che se leggesse quest’elenco di ingredienti griderebbe all’orrore:

Carboidrati, proteine, fibre, zuccheri, Acqua, Amido, Ceneri, Calcio, Sodio, Fosforo, Potassio, ferro, Magnesio, Zinco, Rame, Fluoro, Manganese, Selenio, Retinolo, Vitamina A, Tiamina, Riboflavinia, Niacina, Acido Pantotenico, Piridossina, Acido folico, Folato alimentare, Folato DFE, Cobalamina, Alpha-tocoferolo, Vitamina E, Filochinone, Colina totale, Carotene, Criptoxantina, Licopene, Luteina, Tocoferolo, destrosio, Fruttosio, Galattosio, Lattosio, Maltosio, Saccarosio, Acidi grassi, Colesterolo, Fitosteroli, Grassi saturi, Grassi monoinsaturi, Grassi polisaturi, Acido aspartico, Acido glutammico, Alanina, Arginina, Cistina, Fenilalanina, Glicina, Isoleucina, Leucina, Lisina, Metionina, Prolina Serina, Tirosina, Treonina, Triptofano, Valina, Alcol etilico, Caffeina, Teobromina.

Almeno finché qualcuno non gli spiegasse che sono gli ingredienti che compongono una comune mela. Uguale a quella che potrebbe aver coltivato in un campo biodinamico. Scrive Bevilacqua:

Per mentalità e formazione culturale diffido istintivamente dalle impostazioni esoteriche. Tuttavia io ho avuto modo di conoscere molti agricoltori biodinamici, non solo europei e americani, ma anche australiani. Grazie a Terra Madre, l’iniziativa promossa da Carlo Petrini, a Torino, ne ho conosciuti non pochi, i quali, di fronte alla mia incredulità, hanno vantato con entusiasmo il successo delle loro pratiche. Ho talora assaggiato ortaggi coltivati in aziende biodinamiche e posso testimoniare che quanto a intensità di sapore sono di gran lunga superiori a qualunque consimile prodotto da agricoltura industriale.

Subito dopo spiega che si tratta di esperienze soggettive, quindi è conscio che tecnicamente parlando ha appena portato la classica esperienza personale che non ha alcun valore scientifico. Lo sa ma se ne infischia, perché ribadisce:

Sono solo esperienze soggettive, certo. Ma queste hanno trasformato la mia incredulità in perplessità. E credo che ci sia più attitudine scientifica nella mia perplessità, che fa i conti con la realtà, col successo imprenditoriale di centinaia di migliaia di agricoltori in tutto il mondo, che non nell’astioso dileggio della senatrice Cattaneo, che si misura solo con le parole.

Ma non è affatto vero che la senatrice misuri “solo con le parole”. La senatrice usa le parole in Parlamento, ma il suo astio verso la pratica steineriana si basa su quelli che sono studi scientifici. Perché vedete, sono anni che la biodinamica è studiata da chi la ritiene una pratica esoterica inutile. Anni che scientificamente parlando hanno portato al consenso da parte della comunità scientifica internazionale: la biodinamica è fuffa. Persino la Wikipedia tedesca (la Germania è il Paese che, insieme all’Australia, ha più coltivazioni biodinamiche) spiega che la scienza è assolutamente contraria alla biodinamica e che è stato provato che non è migliore della normale agricoltura bio (che a sua volta non è migliore di quella che Bevilacqua chiama “agricoltura industriale”). Ma visto che Bevilacqua cita coltivatori americani vediamo cosa ne pensano negli States gli scienziati. Riporta ancora Wikipedia, stavolta in inglese:

No difference in beneficial outcomes has been scientifically established between certified biodynamic agricultural techniques and similar organic and integrated farming practices. Biodynamic agriculture lacks strong scientific evidence for its efficacy and has been labeled a pseudoscience because of its reliance upon esoteric knowledge and mystical beliefs.

Che tradotto:

Non è stata scientificamente stabilita nessuna differenza tra tecniche di agricoltura biodinamica certificata e pratiche di agricoltura biologica e integrata simili. L’agricoltura biodinamica manca di una forte evidenza scientifica per la sua efficacia ed è stata etichettata come una pseudoscienza a causa della sua dipendenza dalla conoscenza esoterica e dalle credenze mistiche.

L’esoterismo non è scienza, e la biodinamica è esoterismo. Gli scienziati, inclusa la senatrice Cattaneo, non avrebbero alcun problema a sostenerne la bontà (esoterismo incluso) se gli studi sul prodotto finito mostrassero le differenze sostenute da Bevilacqua, ma quelle differenze non ci sono. In compenso la biodinamica ha costi maggiori e rese inferiori rispetto ad altri modi di coltivare. Non capire perché costi maggiori e rese inferior -, in un mondo sempre più popoloso e con sempre più poveri – siano una sciocchezza è grave. Ma ci sta che un anziano che di scienza mastica poco si limiti all’esperienza personale. Quello che non ci sta è che una testata come il Manifesto si presti a dargli spazio.

Ormai al dilagare dello pseudogiornalismo nel nostro Paese ci siamo tristemente abituati. Probabilmente, siccome la biodinamica dà lavoro a tanta gente – dai certificatori a coloro che preparano quanto serve per esser certificati – pur non migliorando niente in termini di resa per ettaro, la si difende pensando di difendere posti di lavoro, ma è una sciocchezza.

Con BUTAC è da tempo che combattiamo contro questa deriva pseudoscientifica, e infatti la settimana scorsa il nostro Tommaso di Mambro ha intervistato Sergio Saia, professore associato di Agronomia e coltivazioni erbacee del Dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa. Per chi si fosse perso la lunga live che hanno fatto, ve la metto qui:

E per chi volesse ulteriore materiale per approfondire:

Non credo che sia necessario (per adesso) aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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