Il metodo Buteyko

Mi avete segnalato una cosa di cui non avevo mai sentito parlare. Un nuovo metodo per respirare meglio. Un metodo che in Italia alcuni soggetti stanno insegnando ai loro seguaci. Tra i soggetti c’è anche almeno un medico, che organizza corsi a pagamento per insegnare questo “metodo Buteyko”.

Non conoscevo l’esistenza del metodo e per curiosità sono andato a informarmi. Non è stato difficile, cercando Buteyko online è pieno di link dove questa tecnica respiratoria viene esaltata. Ma suonano tutti come link promozionali. A me interessa sapere cosa ne pensano le comunità scientifiche in giro per il mondo che hanno analizzato questo metodo.

Il primo posto dove andare a studiare è l’Australia, dove, nel 2015, per evitare di rimborsare fuffa agli iscritti al Servizio Sanitario Nazionale, è stata fatta una revisione di tutte le “terapie naturali” che fino a quel momento venivano rimborsate dal governo. C’è un lungo documento disponibile per tutti che trovate qui.

Un lungo documento che riporta nelle sue conclusioni sul metodo Buteyko che:

The presented evidence shows that the Buteyko breathing technique may potentially reduce bronchodilator use but has no consistent significant effect on steroid use, asthma symptoms, quality of life or pulmonary function. The quality of the evidence is limited by the small number of RCTs, small number of patients in those RCTs (with the exception McGowan 2003; reported as abstract only) and the low methodological quality of the studies. In the absence of a more significant body of research from high-quality RCTs, there is insufficient evidence to support the clinical use of the Buteyko breathing technique for the management of asthma.

Ovvero:

Le prove presentate mostrano che la tecnica di respirazione di Buteyko può potenzialmente ridurre l’uso di broncodilatatori ma non ha effetti significativi coerenti sull’uso di steroidi, i sintomi dell’asma, la qualità della vita o la funzione polmonare. La qualità delle prove è limitata dal piccolo numero di RCT, dal piccolo numero di pazienti in tali RCT (ad eccezione di McGowan 2003; riportato solo in astratto) e dalla bassa qualità metodologica degli studi. In assenza di un corpus di ricerche più significative di RCT di alta qualità, non ci sono prove sufficienti per supportare l’uso clinico della tecnica di respirazione di Buteyko per la gestione dell’asma.

Secondo gli australiani le pochissime evidenze mostrate dagli studi non sono sufficienti per rendere il metodo rimborsabile, in quanto non ha dimostrato alcuna efficacia. Ma non limitiamoci agli australiani, ci sarà pur qualcun altro che a livello di comunità scientifica ha studiato questo metodo.

E difatti ecco che sul mio blog di medicina preferito ne hanno già parlato, non ieri, ma ben undici anni fa. Science Based Medicine ha dedicato un lungo articolo alle tecniche respiratorie Buteyko, un lungo articolo dove ci viene spiegato che delle 150 patologie che il metodo sostiene di trattare esistono scarse evidenze solo per una, l’asma. Per le altre 149 patologie non è mai stato fatta alcuna ricerca. SBM ripete quanto spiegato dagli australiani: ci sono scarse evidenze per il trattamento dell’asma che rendono il metodo praticamente inutile. La frase con cui conclude il suo articolo Joseph Abietz è da riportare:

If however, you are looking for the Buteyko Breathing Technique to cure your asthma, I wouldn’t hold my breath.

Non credo sia necessario aggiungere altro, sarebbe bello vedere il Ministero della Salute italiano fare qualcosa di simile al suo omologo australiano. Perché solo così i potenziali pazienti avrebbero un documento unico sulle terapie alternative che possa dare indicazioni su cosa ha perlomeno un minimo di efficacia e su cosa invece di efficacia non ne ha nessuna.

I medici che, senza evidenze, portano avanti corsi a pagamento per terapie alternative nel mio mondo utopistico si chiamano venditori di olii di serpente e non dovrebbero trovare spazio tra gli iscritti all’Ordine dei Medici. A partire da tutti quelli che come specializzazione riportano omeopatia.

maicolengel at butac punto it
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