Il microchip subcutaneo

Da Televideo... del 2009

UPDATE: articolo editato per fare chiarezza che quanto riportato non è scritto o supportato dalla redazione di Termometo Politico ma da uno dei tanti utenti che usano il loro Forum.

Ci è stato chiesto con insistenza di verificare se questo screenshot di Televideo fosse reale.

Salute: arriva il chip che “parla” coi medici

L’idea è che chi ce lo segnala sia preoccupato di queste nuove tecnologie invasive che possono tenerci sotto controllo.

Ho fatto subito una ricerca, e ho trovato una fonte, non la pagina ufficiale di Televideo che credo non abbia un archivio così vecchio, ma una rassegna stampa pubblicata sul forum di Termometro Politico, che riprendeva questa notizia appunto da Televideo di qualche tempo fa.

Qualche tempo fa nel senso che la notizia è vecchia di undici anni.

Sul forum di Termometro Politico veniva copiato e incollato quanto riportato da Televideo, acriticamente dall’utente Guelfo Nero:

Tutto e tutti sotto controllo. Un microchip subcutaneo permetterà di monitorare lo stato fisico di una persona, trasmettendo i dati all’ospedale tramite un server. Il microchip è stato ideato da un ingegnere informatico tunisino, Abderrazek Ben Abdallah, che lavora nell’università giapponese di Aizu. Alimentato dalla bioenergia da reazioni chimiche dell’organismo, il microchip fornirà ai medici indicazioni su pressione sanguigna, temperatura corporea e dati cardiografici dei pazienti – si pensa soprattutto a persone anziane o disabili, poco autonome-e consentirà un intervento rapido in caso di emergenza. Televideo.rai.it 9 luglio 2009.

Da allora la tecnologia ha fatto passi da gigante, ma non mi pare che la gente sia obbligata a indossare un oggetto come quello che veniva descritto all’epoca. Quello però che è importante da evidenziare è che oggi quel tipo di oggetto, senza bisogno di essere subcutaneo, è già nelle mani di tutti. Uno smartphone attuale infatti condivide la nostra posizione, se abbiamo installato delle app ad hoc può avere registrati i nostri dati medici, e la nostra cartella medica è a sua volta digitale. Non si tratta di tecnologie che devono spaventarci, ma che dobbiamo capire come usare a nostro favore.

Vedere gente spaventata da queste tecnologie mi fa arrabbiare, perché la colpa è di soggetti, come l’utente che ha postato questa rassegna stampa 11 anni fa su TP, che allarmano da tempo su queste cose. Siamo tutti d’accordo che ci siano tecnologie che possono risultare invadenti, ma la maggior parte di quelle sono già in mano degli utenti, quelli stessi che poi lamentano che “ci vogliono controllare” e ti mandano mail e messaggi “inviato con il mio iPhone X” ecc ecc. Gente ridicola che non si rende conto di quanto è manipolata da soggetti pericolosi.

Non credo di dover aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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