Il nuovo professorone della geoingegneria

PROFSCIECHIMICHE

Come da tradizione, quando un argomento prende piede e aumenta il suo bacino di utenza, inizia la guerra per accaparrarsi più consensi. Recentemente abbiamo visto Lannes, Marcianò e il presidio di Pordenone scambiarsi accuse a vicenda che manco all’asilo: ognuno di loro cerca di elevarsi a paladino della verità sulle scie chimiche, accusando gli altri di essere al servizio dello Stato – o addirittura dei gatekeeper (?) – per disinformare la popolazione.
Ma all’improvviso compare un nuovo nome, membro della Commissione Ambiente Territorio Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, Mirko Busto. Come un fulmine a ciel sereno pubblica questo articolo sul suo blog personale
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Geoingegneria: l’arma finale del sistema

Con un titolo così suggerisco di leggerlo con questa canzone come accompagnamento musicale

Cerchiamo di tornare seri e vediamo cosa ci racconta.

Avete mai sentito parlare di Geoingegneria?
La geoingegneria non è altro che l’ingegneria climatica, ovvero la scienza che studia come modificare il clima su larga scala per tentare di sottrarsi alle conseguenze del cambiamento climatico.

Purtroppo la geoingegneria non ha quel significato. La voce su Wikipedia lo spiega bene

Nelle scienze applicate con il termine geoingegneria si designa l’applicazione delle conoscenze relative alle scienze geologiche all’ingegneria (geologia applicata), intesa come lo studio dell’influenza che alcuni fattori geologici possono avere su un’opera di ingegneria. Si tratta di una sovrapposizione di diversi ambiti ingegneristici e geologici: geologia applicata, ingegneria geotecnica, ingegneria ambientale.
Spesso s’intende impropriamente per geoingegneria l’ingegneria climatica, cioè l’applicazione di tecniche artificiali di intervento umano sull’ambiente fisico (atmosfera, oceano, biosfera, criosfera, idrosfera, litosfera ecc..) volte a contrastare i cambiamenti climaticicausati dall’uomo. Ad esempio, si parla di geoingegneria nello studio di tecniche di ingegneria planetaria per catturare e ridurre la presenza di CO2 in atmosfera.

Oramai questa accezione del termine è consolidata anche in ambienti accademici purtroppo, ma lo trovo deprecabile. Avrebbe potuto partire parlando direttamente della ingegneria climatica senza usare il termine geoingegneria, ma come avrebbe potuto catturare l’attenzione degli sciachimisti?

Secondo gli scienziati dell’IPCC il riscaldamento globale è infatti ormai incontrovertibile e il fattore predominante che lo sta causando è l’azione umana.

Le temperature sono aumentate e continueranno a farlo a causa delle nostre emissioni di gas serra, cresciute a dismisura da quando siamo entrati nell’era industriale alimentata dalle fonti energetiche fossili.

La cosa positiva è che siamo a cospetto di una posizione non negazionista. Infatti non sta negando il cambiamento climatico in corso – l’aumento della temperatura del pianeta – il che è rassicurante. Ma come si può fare per limitare i danni senza infierire sul consolidato sistema economico attuale?

Ecco che allora si cercano vie alternative…. la geoingegneria!
Ovvero, in una frase, “business as usual”, continuare a fare affari come se nulla fosse. Bruciare quel che resta dei combustibili fossili e, magari, passare gradualmente ad altre fonti sempre pericolose e inquinanti ma che emettano teoricamente meno CO2 (metano, carbone “pulito” o nucleare!) cercando di mantenere nelle stesse mani le posizioni di potere.

Da sottolineare l’utilizzo quasi dispregiativo del termine teoricamente, quando tutto quello che verrà illustrato dopo si tratta di teorie. Quindi?

La geoingegneria propone di usare metodi come lo spargimento di particelle di biossido di zolfo nell’atmosfera per riflettere la luce solare, oppure “fertilizzare” gli oceani con limatura di ferro per incoraggiare la crescita di alghe capaci di assorbire i gas serra. Oppure, ancora, spendere quantitativi enormi di energia per rimuovere la CO2 dall’atmosfera “sequestrandola” nelle profondità della terra.

Ed eccoci arrivati ai soliti dogmi dello sciachimismo e geoingegneria. Quanti dettagli verranno forniti nel resto dell’articolo riguardo a ciascuno dei metodi illustrati? Nessuno, perché ovviamente ciascuno di questi metodi è solo teoria. Riprendiamo l’immagine proposta ad inizio articolo
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Scudo spaziale / iniezioni di solfati. Non penso che si riferisca allo scudo spaziale di Reaganiana memoria, ma queste due voci sono complementari come ho già affrontato tempo fa nell’articolo La Mission impossible del complottismo: capire le fonti. Questi metodi non esistono, sono frutto di studi teorici. Lo scopo teorico di questo “scudo spaziale” e della iniezione di solfati – o altre sostanze – nella parte alta della atmosfera servirebbero a rimbalzare parte della luce solare, ovvero di aumentare l’albedo della Terra per diminuire il calore assorbito e di conseguenza la temperatura del pianeta. Va fatto subito una precisazione considerando questa frase alla fine dell’articolo del Deputato Busto

Ammesso che, come sostengono alcuni, questo non avvenga di già…. (4 punti di sospensione)

Il riferimento è ovviamente alle scie chimiche, ma quelle che vengono considerate scie chimiche dal popolo non sono nella stratosfera, anzi una delle accuse principali è queste vengano irrorate a quote non convenzionali per gli aerei di linea, cioè molto inferiori. Come ben sappiamo, la coerenza non è il forte degli sciachimisti. Sulla immissione di queste sostanze nella atmosfera ne ha parlato recentemente il professor Keith, potete leggere una intervista qui, e credo sia questa idea lo spunto reale di Busto.
Alberi geneticamente modificati. Boh, Busto non ne parla nell’articolo, speriamo in un seguito per poterne sapere di più. Le piante già consumano CO2, come andrebbero modificate?
Sequestro della CO2. Tralasciando il termine negativo utilizzato, ho parlato anche di questo in La NASA ammette l’esistenza di chemtrails e geoingegneria?, dove un esponente della NASA, a titolo personale, mostrava quelle che secondo lui fossero i metodi migliori per la riduzione della CO2 presente nell’atmosfera. È chiaro che serva energia per far funzionare le “centrali di raccolta CO2” ipotizzati e questo è uno dei problemi da affrontare se ci si vorrà muovere in quella direzione. Credo che l’autore voglia mettere in chiave negativa l’idea di “sequestrare” la CO2 in quanto la consideri un nascondere sotto al tappeto il problema, mentre l’idea originale di questa raccolta è quella di creare un sistema per la riduzione diretta considerando che non è possibile cessare immediatamente tutte le emissioni di anidride carbonica, così da limitare subito i danni.
Fertilizzazione degli oceani per indurre crescita di alghe. Non approfondisce l’argomento. Il riferimento credo sia verso questo tipo di sistema, però mai realizzato, e questo. Anche qui siamo a livello sperimentale.
Sbiancamento nuvole con acqua marina. Questo sistema non viene affrontato nel resto dell’articolo, ma si riferisce a questo sistema sviluppato dalla Silver Lining, che prevede l’utilizzo di navi particolari per sparare nel cielo delle particelle di sale e acqua che avrebbero l’effetto di sbiancare le nuvole, cosa che aumenterebbe l’albedo della Terra, ed è spiegato bene qui. Quello che va detto è che anche in questo caso si parla di un progetto che non ha mai visto la luce ed è fermo ad un livello teorico.
Cercando le informazioni su questi sistemi è chiaro che il Deputato abbia preso ispirazione da questo testo di Stefano Nespor.
Il resto di quello che viene scritto ha importanza marginale per la valutazione della posizione del deputato. Viene citato uno studio, che è stato realizzato su dei simulatori di sistemi climatici terrestri, sempre basato su teorie.
La posizione espressa è parzialmente condivisibile. Che questi sistemi siano in fase di studio è una cosa nota e lo è da decenni. Essere cauti riguardo a questi sistemi è doveroso, che rimangono tutti teorici e per lo più sperimentati in piccola scala senza avere nessun risultato tangibile a loro favore, e presentarli come “cura peggiore del male” non è una opinione particolarmente intelligente.
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Ad un certo punto riporta anche queste informazioni

Secondo le dichiarazioni di un illustre climatologo dell’IPCC, Alan Robock, la CIA, l’agenzia di spionaggio per l’estero degli Stati Uniti, starebbe finanziando gli studi sulla geoingegneria con la prospettiva di usare questa tecnologia per fini militari.

Alan Robock esiste, è davvero una fonte autorevole, ma non ha detto proprio questo. Potete leggere qui. Come sempre, o l’inglese non viene capito, oppure ci si informa da chi manipola le parole. Leggete e fatevi una propria opinione a riguardo. Prosegue

In quale senso ce lo può dire già ora la storia. Modificare il clima per mettere in difficoltà Paesi nemici causando danni e morti con alluvioni, come si fece in Vietnam, oppure distruggere i raccolti causando estreme siccità, come successo a Cuba. Per questo, l’uso del tempo come arma è stato vietato nel 1978 in base all’ENMOD (Environmental Modification Convention).

Il testo della convenzione lo potete trovare a questo link. Gli Stati Uniti – strano che si parli di loro quando si trattano questi argomenti –  hanno firmato e ratificato questo accordo senza alcuna riserva.
Come capita molto spesso, le cose dette male e nel modo sbagliato rendono meno valide le proprie opinioni. Busto è stato perculato abbastanza per questa cosa, soprattutto per lo sbiancamento delle nuvole e lo scudo spaziale, anche se un fondo di  verità nelle sue parole c’è. Ovviamente la conclusione citata prima e “Informati!” inserito in un testo di matrice sciachimista non sono il modo migliore per presentare in maniera valida la propria opinione, soprattutto per chi lavora nella Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. Un articolo come il suo è totalmente inutile.
Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.
neilperri @ butac.it
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