Il Paragone e la scienza

Chi ha avuto il Covid resta immune a vita?

Sul blog di Gianluigi Paragone il 4 giugno 2021 è stato pubblicato un articolo dal titolo:

“Chi ha avuto il Covid resta immune a vita”: la scoperta Usa che stravolge la lotta al virus

Paragone evita di linkare lo studio da cui deriverebbe la sua analisi. Spiega che è stato pubblicato su Nature, riporta parte delle conclusioni ma non lo linka mai. Noi di BUTAC abbiamo la fortuna di avere lettori che quando segnalano le cose hanno già fatto, a volte, parte del lavoro, e quindi non abbiamo dovuto faticare per trovarlo. Lo studio è stato pubblicato su Nature il 24 maggio 2021 e titola:

SARS-CoV-2 infection induces long-lived bone marrow plasma cells in human

Lo studio, che ha goduto di una revisione accelerata vista l’importanza di quanto viene analizzato, è già stato commentato con un breve articolo sempre su Nature, di cui ritengo sia interessante riportare qualche stralcio tradotto in italiano.

Il titolo del commento di nature è:

Hai avuto COVID? Probabilmente farai anticorpi per tutta la vita

Che non è esattamente quanto riporta Paragone: essere immuni significa essere refrattari nei confronti di una malattia infettiva, dell’azione di una tossina o di determinate sostanze chimiche (v. immunità). Non prendere più la malattia, avere anticorpi significa avere già un sistema difensivo pronto. Non è detto che questo significhi immunità. Ma magari, come col vaccino, solo una maggiore protezione che evita il ricovero in terapia intensiva. Come abbiamo spiegato più volte qui su BUTAC il vaccino non evita la malattia, bensì evita il ricovero in ospedale. Ci racconta Nature:

Il team di Ellebedy (autore dello studio) ha monitorato la produzione di anticorpi in 77 persone che si erano riprese da casi per lo più lievi di COVID-19. Come previsto, gli anticorpi SARS-CoV-2 sono crollati nei quattro mesi successivi all’infezione. Ma questo declino è rallentato e fino a 11 mesi dopo l’infezione i ricercatori potevano ancora rilevare gli anticorpi che riconoscevano la proteina spike di SARS-CoV-2.

Quindi si tratta di verificare se questi anticorpi che continuano a formarsi fino a 11 mesi dopo la malattia forniranno o meno protezione per il paziente. Ma è qualcosa che ancora non sappiamo. Vedete, Paragone nel suo articolo riporta quasi tutti dati corretti, quello che omette completamente di dire – e non è possibile sia un caso, la scelta dell’omissione è chiaramente intenzionale- è questa frase presente nel commento di Nature:

Ciò che non è chiaro è come appariranno i livelli di anticorpi a lungo termine e se offriranno protezione, aggiunge Ahmed. “Siamo all’inizio della partita. Non stiamo guardando a cinque anni, dieci anni dopo l’infezione”.

Perché non riportarla e usare toni sensazionalistici? La risposta la lascio a voi nei commenti.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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