Il pesce Tilapia, TzeTze e gli acchiappaclick

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Non lo so, io quando vedo una “testata” come TzeTze, ripubblicare un articolo del Sole 24 ore di 5 anni fa, senza minimamente specificare di quand’è e spacciandolo tra le news legate alla salute e alla politica mi pongo seri dubbi.
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Sia chiaro, non reputo TzeTze nulla più di quel che è, un conglomerato di news ricopiate da altre testate, news che spesso e volentieri sono come il pesce di tre giorni, vecchie. Qui il pesce  è vecchio di 5 anni, puzza davvero tanto.
Quel che mi da fastidio è che su questo spacciare news si fanno soldini, tanti, tantissimi, specie con un bacino di lettori come TzeTze, Alexa fino a qualche mese fa li metteva tra i primi 10mila siti al mondo, gente che vede centinaia di migliaia di click con ogni articolo. E pigliare un pezzo come quello del 2010 del Sole 24 ore è come aver vinto un terno al lotto, si da addosso alla Cina, si allarmano gli ambientalisti, si attaccano alcuni tipi di colture intensive, facili condivisioni e tanti click per la pagina.
Mica male, non trovate?
Ma la notizia è di quelle allarmanti per cui dovremmo preoccuparci?
La fonte della storia è BusinessWeek (del 2010). L’articolo è lungo, ben dettagliato, e ne consiglio la lettura ai più curiosi, lo trovate qui; ma la cosa più bella è che è molto meno tragico di quanto non venga riportato dal Sole e da Tzetze. Loro pongono in risalto le dichiarazioni di un importatore americano di tilapia, venditore che non compra in Cina.  Ovviamente personaggio che ha tutto l’interesse a dare contro al prodotto cinese, visto che lui ne vende di altra provenienza non trovate?
Vengono spiegate tante cose corrette, il basso costo vista la facilità dell’allevamento, il reporter è stato in Cina a vedere come vengono allevati, uccisi e surgelati i vari pesci, e il suo racconto è tutt’altro che negativo. Certo, esistono preoccupazioni nei controlli, ma tutti i paesi che importano dalla Cina (come viene ricordato nell’articolo) applicano misure severissime sull’alimentazione che viene importata. E il rischio per l’azienda che non rispettasse le norme è di venire estromessa dalle esportazioni, per sempre.
Ma il pesce tilapia, a parte la stagionatura dell’articolo, è davvero un animale così pericoloso?
Beh, si tratta di un pesce onnivoro, che si nutre sia di alghe che di plancton, ma anche di larve d’insetti, e può sicuramente colonizzare rapidamente vaste aree, ma solo in zone dove la temperatura dell’acqua non vada mai sotto ai 17 gradi centigradi. Quindi non proprio fredda fredda, che dite? Solo un tilapia di ceppo puro riesce a resistere fino ai 7 gradi di temperatura dell’acqua, la maggioranza dei suoi incroci che si trovano in vendita muoiono tra i 17 e gli 11 gradi. Quindi da noi in Italia solo poche zone potrebbero coltivarlo. Con rischi d’invasione delle nostre acque decisamente non rilevanti. In altri paesi ovviamente possono esserci più rischi, ma si tratta di zone limitate, dove in 5 anni le previsioni tragiche non si sono mai avverate.
Che dire, Tzetze ricicla male, per guadagnare i vostri click, stateci attenti.
maicolengel at butac.it