Il piano per il 2021 sfuggito al governo canadese

Su uno dei canali preferiti dai complottari legati alla disinformazione di Q (BitChute) sta circolando da qualche giorno un video che dovrebbe mostrare l’agenda per il futuro del complotto COVID-19.

Lo stesso contenuto è ovviamente arrivato anche in Italia, tradotto e reso articolo dal tono più serio su blog come quello di Maurizio Blondet, come è stato diffuso anche in USA dall’onnipresente David Icke. Purtroppo per loro, e per fortuna per noi, tutta la vicenda è stata attentamente trattata da un veloce fact-checking fatto dai giornalisti dell’Associated Press.

Intanto vorrei dirvi che condividere (o spacciare per buono) un video dove lo stesso speaker comincia dicendo che non è stato in grado di verificare alcunché di quanto sta riportando è da sciocchi. Ma Icke e compagnia varia non hanno mai brillato per grande intelligenza.

Sul blog di Blondet la vicenda è titolata così:

I nuovi lockdown servono per il programma del Reset del debito mondiale

E l’articolo di Maurizio comincia con queste parole:

I leader mondiali si stanno preparando per una seconda e terza ondata di casi di covid-19 e stanno perfezionando le loro strategie di lockdown che saranno implementate alla fine del 2020 e nel 2021. La loro pianificazione implica lo sviluppo di una nuova economia mondiale, che introduce il fascismo medico come uno stile di vita permanente.

Un informatore canadese si è fatto avanti con i piani. L’informatore fa parte del Comitato di pianificazione strategica del Partito liberale canadese, che opera sotto la direzione dell’Ufficio del Primo Ministro canadese (PMO).

Hanno progettato grazie ai blocchi la povertà di massa e continueranno a indebolire la sicurezza finanziaria e alimentare delle persone, rendendole più vulnerabili e alla fine rendendole più disperate nell’accettare la nuova economia mondiale e le sue esigenze fisiche.

Purtroppo per Blondet e Icke non esiste il Comitato di pianificazione strategica del Partito liberale canadese. E già da qui dovremmo fermarci e domandarci: ha senso condividere qualcosa che fin dall’inizio presenta informazioni errate? La mia risposta come ben sapete è ovviamente NO.

Come spiega anche AFP:

Il contenuto di questi post è presentato come un messaggio interno segreto di una persona anonima, quindi difficile da provare o confutare formalmente. Ciò che dovrebbe essere messo in dubbio è l’origine della fonte, afferma Jeffrey Dvorkin , un insegnante di giornalismo dell’Università di Toronto il cui libro sulla disinformazione sta per essere pubblicato.

“Una delle domande più importanti per tutti coloro che vedono una storia come questa è: ‘da dove viene e cosa sappiamo?'”, Ha detto. “Il fatto che provenga da una fonte che non può essere dimostrata indica quanto siano inaffidabili queste informazioni e, francamente, quanto siano pericolose”.

Condividere materiale del genere come dicevamo a inizio articolo è sciocco. Trasformarlo in articolo come hanno fatto Icke e Blondet significa davvero non avere alcuna etica giornalistica, alcuna voglia di fare verifiche, ma solo voglia di trovare materiale da dare in pasto ai nostri lettori. È triste.

Non credo sia necessario aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it

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