Il programma del Movimento 5 stelle

C’è una battaglia in corso, è quella tra Luciano Capone, giornalista de Il Foglio, e il Movimento 5 stelle.

Il 17 aprile 2018 sul Foglio appare un articolo che titola:

Votati, postati, rimossi. I programmi del M5s. Storia di una truffa

Capone ci spiega di come il programma politico del Movimento 5 Stelle presente sul loro sito sia differente da quello che a suo tempo fu votato dagli attivisti del Movimento. Il giornalista de il Foglio fa un lavoro certosino di verifica dei fatti e spiega bene come si è mosso. Ha usato lo stesso sistema che capita anche a noi di sfruttare quando siamo alla ricerca di qualcosa che è stato rimosso o cambiato dalla rete, la Wayback Machine. Le differenze che lamenta Capone sono tra due versioni del programma del Movimento, una del 2 febbraio 2018 e una del 7 marzo; tra quelle due date non ci sono altri salvataggi di quella pagina che ci permettano di fare ulteriori verifiche. Le modifiche che riscontra in certi casi sono decisamente pesanti rispetto all’originale.

A quest’accusa il Movimento però risponde con un articolo sul Blog delle stelle. Titolo:

Il Programma del MoVimento 5 Stelle è quello votato dagli iscritti

L’articolo sul Blog delle stelle è decisamente breve, ve ne riporto la conclusione:

…ci sono state solo piccole modifiche di forma, una cosa normalissima. Nessun cambiamento di sostanza. Accade così per tutti i programmi elettorali di tutte le forze politiche del mondo: c’è una prima bozza, poi nuove stesure e lavori di editing.

Siamo tutti d’accordo che nei partiti politici tradizionali le cose funzionino così, c’è un direttivo che battezza un programma che viene via via rivisto, corretto, ridotto, ampliato. Può essere che lo stesso vari nella sua stesura definitiva. Ma qui stiamo parlando di un movimento nuovo, non legato alle vecchie realtà della politica italiana. Un movimento che ha basato tutto sulla scelta dal basso, sull’uso di una democrazia diretta, sfruttando lo strumento digitale. Il programma una volta pronto è stato votato sulla piattaforma Rousseau. Ed era quello antecedente il 2 febbraio, come ci spiegava Money:

Rispettando la scadenza del 21 gennaio, il Movimento 5 Stelle ha ufficializzato il programma elettorale che riprende molti dei cavalli di battaglia pentastellati

Quindi gli iscritti a Rousseau hanno votato un programma, che dal loro voto è cambiato. Questo è un dato di fatto, che ammette lo stesso Blog delle stelle. Importante da capire ora è quanto sia cambiato quel programma.

Si tratta solo di modifiche di forma? Non ci sarebbe nulla per cui scandalizzarsi. E se guardiamo i 20 punti che venivano fatti circolare e che lo stesso Di Maio presentava alla stampa le informazioni sono ancora le stesse. Ma come dimostrano le tante testate che sono andate a spulciare il programma completo, quello che materialmente era stato votato sulla piattaforma, le cose cambiano. Si può parlare sicuramente di modifiche.

Onestamente mi sono letto la parte sull’euro e pur essendo più smorzata nei toni il succo resta lo stesso di prima: dateci la possibilità, se vogliamo, di uscire dall’euro in fretta per referendum popolare.

Riteniamo indispensabile introdurre nei trattati e nel quadro normativo europeo alcune specifiche procedure tecniche, economiche e giuridiche che consentano agli Stati membri di recedere dall’unione monetaria o di restarne fuori attraverso una clausola di opt-out permanente, nel caso in cui ci sia una chiara volontà popolare in tal senso.

Nella versione originale erano più diretti e attaccavano la moneta unica come principale nemico da combattere. Ma anche se i termini cambiano e vengono proposte mediazioni, il succo non cambia. Però ci sono altri casi che vengono presi in esame da Capone.

Il ripudio della guerra, nel programma Esteri:

PRIMA

Iraq, Somalia, exJugoslavia, Afghanistan, Iraqbis, Libia, Ucraina, Siria. L’elenco dei Paesi distrutti dall’unilateralismo occidentale potrebbe essere molto più lungo. Le guerre di conquista dell’ultimo periodo hanno portato il mondo ad un passo dall’Apocalisse e ad oggi hanno prodotto centinaia di migliaia di morti, feriti, mutilati e sfollati. Territori devastati, smembrati, economie fallite, destabilizzazioni estese a intere regioni e milioni di persone in marcia verso l’Europa. Le lobby dell’industria militare e i governi collusi sono gli unici a guadagnare da tutto questo. È fondamentale applicare in modo rigoroso il dettame dell’art 11 della Costituzione italiana e riconoscere il diritto alla pace, come diritto irrinunciabile e inalienabile di tutti i popoli della Terra, considerare reato internazionale la guerra di aggressione e di conquista e riconoscere il diritto delle popolazioni aggredite ad essere risarcite dal Paese o dai Paesi aggressori.

Punto programmatico

Il MoVimento 5 Stelle riconosce il diritto alla pace, inteso come diritto irrinunciabile e inalienabile di tutti i popoli della Terra e, per questo, si opporrà ad ogni intervento armato ovunque si vogliano ripercorrere gli errori (crimini) del passato fatta eccezione per le truppe di mera interposizione pacifica

DOPO:

Il Movimento 5 Stelle riconosce il diritto alla pace, inteso come diritto irrinunciabile e inalienabile di tutti i popoli della Terra. Per questo, si opporrà ad ogni intervento armato ovunque si vogliano ripercorrere gli errori del passato, fatta eccezione per le truppe di mera interposizione pacifica. Nella prima  legislatura, i deputati del Movimento 5 Stelle hanno gettato le basi per una politica estera che segua direttive e coordinate precise: la ricerca del multilateralismo, della cooperazione e del dialogo tra le popolazioni, il rispetto dell’autodeterminazione, della sovranità e della non ingerenza negli affari interni dei singoli Paesi​. Quelli appena elencati appaiono oggi concetti rivoluzionari, ma è in realtà l’applicazione ortodossa della Carta delle Nazioni Unite, che si basa su un concetto fondante, che coincide con uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione: il ripudio della guerra (articolo 11). A tal fine il Movimento si batterà per proseguire nella promozione della soluzione pacifica delle controversie, in conformità con l’Articolo 2 e il Capitolo VI della Carta delle Nazioni Unite​, così come con la Risoluzione 26/25 delle Nazioni Unite del 24 ottobre 1970 e il diritto internazionale, al fine di contribuire al raggiungimento di tale obiettivo e proteggere le generazioni future dal flagello della guerra e del conflitto militare. Inoltre, il Movimento ribadisce che le operazioni per il mantenimento della pace debbano svolgersi in stretta ottemperanza ai principi e agli scopi sanciti dalla Carta​. Con inderogabile riferimento al rispetto dei principi di sovranità, integrità territoriale, indipendenza degli Stati e non ingerenza negli affari interni.

Il succo è simile, ma i testi e i toni sono decisamente diversi. Lo stesso succede in molte altre parti del programma, come evidenziato da Capone e verificato da altre testate. Onestamente ritengo che dovrebbero essere gli stessi attivisti a decidere se questo sia o meno il programma in cui si riconoscono.

Quello che posso personalmente dire è che da un testo con toni populisti decisamente terra terra, si è passati ad un tono più politicamente corretto, con aperture che prima mancavano totalmente. Insomma dal lavaggio in Arno il testo ne ha guadagnato in credibilità come programma politico, perdendo però quel senso da MoVimento di rottura che esiste nella mente dei tanti che l’hanno votato.

Lascio a voi andare a spulciare, per cercare altre differenze. Ma tra TPI, la Repubblica, il Corriere già in molti sono all’opera.

maicolengel at butac punto it
Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un  caffè!