Il salmone d’allevamento

salmone

Questa notizia ce la state segnalando in tantissimi, è stata diffusa ultimamente da TzeTze e ripresa da svariati blog:

Salmone d’allevamento, scienziato USA: ‘Evitatelo come la peste’

Innanzitutto vorrei porre l’attenzione su questo scienziato USA, laureato ad Harvard nel 1964, David O.Carpenter, che insegna scienze ambientali all’università di Albany. È capo editore per una rivista peer reviewed con Impact factor inferiore a 2, ma ha sicuramente il background adatto per sostenere la sua tesi. Solo che Carpenter parla del problema salmoni nel 2004, dodici anni fa, basandosi sui risultati di studi precedenti.

Sul sito del dipartimento della salute americano esiste una pagina informativa dedicata al salmone, non parla espressamente di Carpenter; usa referenze degli stessi anni, ma il sunto è decisamente diverso.

Ve ne traduco qualche estrapolato, ma potete andare a verificarla tutta da soli.

Today, most of the salmon available for us to eat is farmed. Early studies reported high levels of PCBs and other contaminants in farmed salmon – higher than in some species of wild salmon, such as pink salmon. Follow-up studies haven’t confirmed this and the consensus among scientists and regulators is that farmed salmon and wild salmon are safe foods.

Traduzione:

Oggi, la maggior parte dei salmoni disponbili per la nostra alimentazione è allevato. I primi studi hanno riportato alti livelli di PCB e altri contaminanti nei salmoni d’allevamento – superiori a quelli rilevati in alcune specie di salmone selvatico, come il salmone rosa. Gli studi fatti in seguito non hanno confermato questo e il consenso è che il salmone d’allevamento e il salmone selvatico siano alimenti sicuri.

Here are a few points to keep in mind:

  • Keep eating salmon! Salmon is high in protein and omega-3 fatty acids that provide well documented benefits for the heart and brain. Wild salmon is a great choice and farmed salmon is a good alternative.
  • Women of childbearing age and young children should continue to eat fish known to be low in contaminants. See our healthy fish guide and advice for women and children.
  • Prepare and cook fish in ways that reduce the fat content. See our tips for reducing exposure to chemical contaminants in fish.

Traduzione:

 Qui ci sono alcuni punti da tenere a mente:

  • Continuate a mangiare salmone! Il salmone è ad alto contenuto di proteine e grassi omega-3 che forniscono benefici ben documentati per il cuore e il cervello. Il salmone selvaggio è una grande scelta e il salmone d’allevamento è una buona alternativa.
  • Le donne in età fertile e bambini piccoli dovrebbero continuare a mangiare i pesci noti per essere a basso contenuto di sostanze contaminanti. Vedi la nostra guida pesci sani e consigli per donne e bambini.
  • Preparare e cucinare il pesce in modo da ridurre il contenuto di grassi. Vedi i nostri suggerimenti per ridurre l’esposizione a contaminanti chimici nei pesci.

Prima che il solito malizioso faccia presente che il secondo punto sembra dire che le donne in età fertile e i bambini NON debbano mangiare il salmone specifichiamo che non è così, basta andare a visitare i consigli per donne e bambini per trovarsi di fronte a tre tabelle che spiegano il tutto. Vi riporto le due più importanti, i pesci da limitare e quelli da evitare assolutamente per donne in età fertile e bambini.

elencopesci
Pesci che si devono limitare ad una porzione settimanale:

  • Spigola Cilena
  • Salmone Chinook
  • Scienide
  • Halibut
  • Astice
  • Capone
  • Coda di rospo
  • Snappers
  • Carbonaro
  • Tonno, tonno bianco

E quelli che non andrebbero mangiati:

  • Sgombro
  • Marlin
  • Squalo
  • Pesce spada
  • Malacanthidae
  • Tonno bluefin

Tutti gli altri si possono consumare 2-3 volte alla settimana. Tra cui appunto la maggior parte dei salmoni selvaggi e d’allevamento.

Ma cercando sempre sull’argomento sono incappato in un articolo/photogallery (come va tanto di moda ora) su Panorama, un servizio di aprile 2016 relativo proprio al consumo di salmone, norvegese in particolar modo, incentrato su un’intervista a Henrik Stenwig, direttore dell’ambiente e del settore veterinario della Norwegian Seafood federation di Oslo.

Sia chiaro, l’intervistato è di parte, ma le affermazioni che fa sono verificabili una per una: l’unico modo che il salmone norvegese sia d’allevamento intensivo è che non sia norvegese. Secondo il dott. Stenwig il salmone d’allevamento norvegese non viene da allevamenti intensivi, perché in Norvegia non ce ne sono. Ogni azienda che alleva salmoni deve avere determinate caratteristiche, ed è sottoposta a verifiche per avere le autorizzazioni, e da qui una per una smonta tutte le accuse riportate da TzeTze e SlowFood.

Esistono allevamenti intensivi di salmone? Probabilmente sì, ma non sono quelli norvegesi, e secondo gli americani non sono a rischio nemmeno i salmoni delle scatolette.

A voi ogni ulteriore considerazione.
maicolengel at butac punto it
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pierz-pesci