Il tanga e la sentenza di stupro

ARTICOLO AGGIORNATO

Nei giorni scorsi sui giornali italiani sono tanti quelli che hanno titolato un po’ scandalizzati:

“Indossava il tanga, non è stupro”. Sentenza choc in Irlanda, donne in piazza

Uno degli aiutanti di BUTAC al momento risiede proprio nella zona in cui sono avvenuti i fatti, e subito mi ha scritto spiegandomi che le cose non sono esattamente come raccontate dalla stampa italiana.

Non serve molto per fare un po’ di chiarezza: è vero che l’avvocato della difesa ha usato il tanga tra gli elementi, secondo lei, a favore dell’innocenza del suo assistito, ma è stata questa la ragione della sua assoluzione? Non ci pare affatto, la sentenza della giuria ha stabilito l’insufficienza di prove nel caso in esame la non colpevolezza dell’imputato, non è stata resa pubblica, ma leggendo su BBC News il parere del capo del centro anti stupri di Dublino, indignato per l’uso del tanga, ma non per l’esito del verdetto per capire che evidentemente le cose non sono come riportate da tanti giornali. Non è evidentemente per merito del tanga che l’imputato è stato assolto, ma perché non ci sono sufficienti evidenze che dimostrino senza ombra di dubbio la colpevolezza dell’accusato.

Certo che c’è da scandalizzarsi per chi ancora fa riferimento a capi d’abbigliamento come scusanti per violenze sessuali. Dovrebbe essere chiaro a tutti che non importa come ci si vesta, un no resta un no, anche se una ragazza indossa la mini e il tanga. Ma indignarsi come folli, senza verificare se quella rabbia vada indirizzata contro la giuria che ha emesso la sentenza o solo contro un singolo avvocato senza scrupoli, è sbagliato. Verificare le informazioni prima di riportare titoloni sensazionalistici sarebbe sempre importante. Ma evidentemente la responsabilità è delle agenzie di stampa che invece che approfondire i fatti scelgono di riportare una traduzione di The Sun (quelli che fino a qualche anno fa mostravano signorine seminude in terza pagina). Così Adnkronos:

Assolto dall’accusa di stupro perché la vittima indossava biancheria ‘troppo sexy’. E’ destinata a far discutere la sentenza emessa il 6 novembre scorso dal Tribunale di Cork, in Irlanda, che ha scagionato un 27enne accusato di aver violentato una ragazza di 17 anni. A determinare la decisione dei giudici – riferisce ‘The Sun’ – sarebbe stata soprattutto l’arringa tenuta dall’avvocato del presunto aggressore, Elizabeth O’Connell, che in aula ha mostrato gli slip che la vittima portava al momento dei fatti. “Guardate il modo in cui era vestita, indossava un perizoma con la parte davanti in pizzo”, ha detto la donna, lasciando intendere che la ragazza fosse troppo provocante e dunque ‘propensa’ ad essere molestata.

Il caso in Irlanda è persino giunto in Parlamento, dove una deputata ha mostrato un tanga ai suoi colleghi spiegando perché quel gesto sia totalmente offensivo. In Irlanda hanno anche sfilato tantissime persone per manifestare contro la pessima scelta fatta dall’avvocato della difesa. Come BUTAC concordo pienamente con le proteste, solo vorrei che le testate italiane fossero più attente quando riportano notizie dall’estero su cui non hanno fatto verifiche approfondite.

maicolengel at butac punto it
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