Il TG2, la Svezia e l’informazione pubblica

Oggi faccio davvero poca fatica, visto che quasi ogni argomento trattato dal servizio di ieri sera al TG2 era già stato trattato qui su BUTAC negli ultimi anni.

Al telegiornale delle ore 20:30 su RaiDue è andato in onda (alle 20:45 circa) un servizio che mi viene da definire decisamente poco giornalistico. Si parla di Svezia, e vengono riportate solo e unicamente informazioni che circolano da anni legate al fenomeno dell’immigrazione.

Il servizio del TG

TG2 20:30 servizio n. 9 del giorno 19/05/2019

Prima intervistano un taxista iracheno che dice in un secondo di non sentirsi a casa, poi ci parlano di oltre 60 zone “fuori controllo”. Quartieri dove secondo la giornalista sarebbe legge la Sharia. Poi ci viene raccontato del “più alto numero europeo di stupri”, e il primato dei foreign fighters (che viene da un’intervista con Hans Brun, analista svedese sul terrorismo, e da un’altra con David Thurfjell, professore di religioni all’università di Sodertorns).

In chiusura di servizio la giornalista ci racconta che:

Per evitare l’escalation di odio e di paura, la polizia non fornisce dettagli su origine e nazionalità di chi commette i crimini

Foreign Fighters – possibile

Prima di farvi l’elenco di bufale e disinformazione posso dirvi quale sia l’unica notizia che ha qualche fondamento: la storia dei foreign fighters. Non è materia facile da approfondire, ma è vero che in certe comunità si siano formati e cresciuti alcuni dei soggetti poi andati a ingrossare le fila dei miliziani Daesh (ISIS) nei paesi in cui si combatte.

Tutto il resto del servizio è un mix attento di disinformazione. Riportata come già è già successo nel 2015 durante le elezioni ungheresi.

Le No Go Zone – bufala

Nel 2015 in Ungheria veniva fatta circolare la stessa identica disinformazione che anche da noi vediamo da qualche anno. Lo scopo era molto chiaro, dare una percezione falsa ai propri sostenitori del mondo che li circondava.

Volantino distribuito in Ungheria con le presunte “no go zone” europee.

L’ambasciata svedese in Ungheria fu costretta a emettere un comunicato stampa con richiesta di rettifiche. Non era vero che ci fossero delle No Go Zone in Svezia, non c’erano nel 2015, non c’erano nel 2018. Ma è abbastanza evidente che alla redazione del TG2 quest’informazione non è arrivata. Quelle aree sono zone vulnerabili, dove, cito dal sito del governo svedese dedicato alla lotta alla disinformazione sui migranti (sito che la giornalista manco ha provato ad andare a visitare):

L’autorità di polizia svedese identifica un’area “vulnerabile” come un’area geograficamente definita, caratterizzata da uno status socioeconomico basso, in cui i criminali esercitano un’influenza sulla comunità locale… Mentre l’Autorità di polizia ha affermato che lavorare in queste aree vulnerabili è spesso difficile, non è vero che la polizia non vi entri o che la legge svedese non si applichi lì.

Questo non significa che la polizia non circoli in quelle zone, o che per i cittadini sia particolarmente pericoloso, ma sono zone in cui è più difficile operare, magari per omertà nel denunciare i criminali.

A proposito di omertà…

…i criminali esercitano un’influenza sulla comunità locale.

Quella frase non vi ricorda nulla?

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Anche da noi, secondo la logica della giornalista del TG2, abbiamo delle No Go Zone, molte più che in Svezia probabilmente. E anche nelle aree controllate dalla criminalità organizzata  in Italia è difficile operare per le Forze dell’ordine, ma questo non significa non ci vadano o che non si applichi (sulla carta, perlomeno) la legge italiana.

Gli stupri – disinformazione

Sugli stupri sono anni che l’estrema destra europea cerca di convincere i propri supporter che in Svezia sia un continuo di immigrati che stuprano giovani svedesi. Ma il “primato” a cui fa riferimento la giornalista esiste solo perché da qualche anno il sistema di accettare le denunce per violenza sessuale è cambiato. Nei casi di denuncia per molestie casalinghe viene chiesto (e conteggiato) ogni singolo atto di violenza come una denuncia a sé stante.

Spiegava la BBC qualche anno fa:

So, for instance, when a woman comes to the police and she says my husband or my fiance raped me almost every day during the last year, the police have to record each of these events, which might be more than 300 events. In many other countries it would just be one record – one victim, one type of crime, one record.

Ma c’è di più, quando veniva fatta girare la storia degli stupri in Svezia più volte si riportavano i numeri relativi alle denunce del 2016 in caso di molestie sessuali nei festival. Non direi che il modello Svezia abbia fallito, hanno riscontrato un problema e l’hanno affrontato per bene, curioso che il TG2 non ce lo racconti:

Il numero di reati sessuali nei festival diminuisce- 2016 – 109 reati – 2017 29 reati – 2018 27 reati.

L’anonimato “per evitare l’escalation di odio e di paura” ? – disinformazione

Sarebbe bastato guardarsi attorno, vedere quale sia la prassi in altri Paesi europei. Bastavano pochi minuti per fare “buona informazione”. Mentre invece si è scelta la strada del sensazionalismo, usando parole ad hoc. 

Non è vietato da parte della polizia diffondere dati sui criminali, nelle linee guida viene spiegato che va fatto ogni volta che sia rilevante ai fini della notizia. Quindi il borseggiatore catturato e messo in galera poco importa sapere se fosse bianco, nero o giallo. Poco importa sapere se fosse cristiano, islamico o buddista. Quello che importa è che la polizia l’abbia identificato e punito per il suo crimine, secondo la legge in vigore. Se invece si tratta di qualcuno ancora da identificare ma su cui esistono testimonianze, ben vengano le descrizioni che possano aiutarne la cattura.

Tutto ciò anche per sfatare il mito che sia l’immigrato a delinquere di più, come riporta sempre il sito del governo svedese:

il Consiglio nazionale svedese per la prevenzione della criminalità (Brå) ha condotto due studi sulla rappresentazione di persone con origini straniere tra i sospettati di reati, il più recente nel 2005. Gli studi dimostrano che la maggior parte di coloro che sono sospettati di crimini sono nati in Svezia da due genitori svedesi. Gli studi dimostrano anche che la stragrande maggioranza delle persone con background straniero non è sospettata di alcun crimine. Le persone con origini straniere sono sospettate di crimini più spesso di persone con background svedesi. Secondo lo studio più recente, le persone con origini straniere hanno 2,5 volte più probabilità di essere sospettate di crimini rispetto a persone nate in Svezia da genitori svedesi.

In uno studio del 2013, i ricercatori dell’Università di Stoccolma hanno dimostrato che la principale differenza in termini di attività criminale tra immigrati e altri nella popolazione in Svezia era dovuta alle differenze nelle condizioni socioeconomiche in cui sono cresciute. Ciò significa fattori come i redditi dei genitori e le condizioni sociali nell’area in cui un individuo è cresciuto.

In conclusione

Sempre dal sito del governo dedicato ai “Fatti riguardo all’immigrazione” voglio riportarvi questa affermazione:

…la Svezia non è sull’orlo del collasso. L’economia svedese è forte. La Svezia ha registrato un avanzo di finanza pubblica nel 2015, 2016, 2017 e 2018. Le previsioni indicano che l’eccedenza è destinata a crescere fino al 2022. Inoltre, la disoccupazione giovanile è diminuita considerevolmente e, nel 2018, ha raggiunto il livello più basso in 15 anni, mentre a lungo disoccupazione di lunga durata (12 mesi o più) è tra i più bassi dell’UE.

Il servizio del TG2 è fazioso, malfatto, deprimente. Perché non è questa l’informazione pubblica che meritiamo. Vedete, posso comprendere benissimo che un TG abbia un colore politico. Ma un conto è indorare la pillola quando necessario e mostrare il meno possibile i successi degli avversari, un conto invece è raccontare pura disinformazione. Con un servizio costruito ad hoc.

Conto che l’ambasciata svedese non tardi a farsi viva con la redazione del TG2.

maicolengel at butac punto it
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