Il triangolo delle Bermude

Della serie bufale vintage, oggi parleremo del triangolo più famoso del mondo, roba da far schiattare d’invidia al mitico Pitagora.

Il cosiddetto Triangolo delle Bermude è una zona dell’oceano Atlantico compresa tra l’isola Bermuda, la Florida e l’isola di Porto Rico. Ogni lato è lungo circa 1500 km e la sua superficie è oltre 1 milione di kmq, quasi tutti di mare.

Prima del 1950 il Triangolo delle Bermude non esisteva. Ovvero, le terre erano ovviamente sempre lì dove lo sono oggi, ma tutto il resto, a proposito della sua (mal)fama, era zero. La storia la racconta per noi Wikipedia:

Le prime notizie di sparizioni inusuali nel triangolo delle Bermuda risalgono al 1950 ad opera di Edward Van Winkle Jones in un articolo del 30 settembre per Associated Press. Due anni dopo il magazine Fate pubblicò “Sea Mystery At Our Back Door”, breve articolo di George X. Sand che riportava la presunta sparizione di molti aerei e navi inclusa la sparizione del Volo 19 e di un gruppo di cinque navi della United States Navy. Questo articolo segna l’inizio del mito del triangolo delle Bermuda per come è conosciuto oggi. Tale articolo inoltre fu il primo a formulare una ipotesi soprannaturale per le presunte sparizioni. Un ulteriore articolo fu pubblicato nel 1964 da Vincent Gaddis che l’anno seguente pubblicò anche un libro intitolato Invisible Horizons dove approfondiva i temi trattati nell’articolo. [peraltro già citato nel nostro precedente articolo “Bufale vintage” sull’esperimento di Philadelphia – ndr]

Negli anni seguenti furono pubblicate altre opere sul presunto mistero: John Wallace Spencer (Limbo of the Lost, 1969, rist. 1973); Charles Berlitz (Bermuda, il Triangolo maledetto, 1974); Richard Winer (The Devil’s Triangle, 1974), e molte altre, tutte per lo più facenti leva su presunti fenomeni soprannaturali. Il libro rimasto più famoso è quello di Berlitz.

Ricapitolando: sino al 1950 nulla si diceva di tutte le navi e gli aerei coinvolti prima (cioè il 100% della lista), come se non fosse mai esistita alcuna stranezza; poi, d’improvviso, il boom, accompagnato dall’uscita di alcuni libri. Una fortuna per gli autori, direi.

Questa è la lista (sempre secondo Wikipedia) dei mezzi scomparsi, tutti antecedenti il 1950 e di cui mai nessuno sino ad allora aveva associato al  triangolo maledetto:

Aeromobili

  1. Grumman TBF Avenger della Marina degli Stati Uniti, squadriglia di bombardieri in volo di addestramento (conosciuta come Squadriglia 19), partiti da Fort Lauderdale, complessivamente 14 persone di equipaggio. Scomparsi dopo due ore di volo, a circa 363 chilometri a Nord-Est della base, il 5 dicembre 1945. [Citata da Spielberg in “Incontri ravvicinati del III tipo”. Della bufala sulla Squadriglia 19 se ne parla anche qua – ndr].
  2. Avro 688 Tudor Star Tiger, 31 persone fra equipaggio e passeggeri; scomparso a 611 chilometri a Nord-Est di Bermuda, il 29 gennaio 1948.
  3. Douglas DC-3, partito da San Juan e diretto a Miami, 32 persone fra equipaggio e passeggeri; scomparso il 28 dicembre 1948.
  4. Avro Tudor Star Ariel (aereo gemello dello Star Tiger), partito da Londra e diretto a Santiago del Cile; scomparso a 611 chilometri a Sud-Ovest di Bermuda, in direzione di Kingston (Giamaica), il 17 gennaio 1949.

Navi

  1. USS Grampus affondata nel 1843
  2. Mary Celeste: descritta come nave “abbandonata” nell’area delle Bermuda nel 1872, in realtà l’evento si verificò davanti alle coste del Portogallo, nel triangolo invece affondò un’omonima nave nel 1864.
  3. Ellen Austin: sorta di relitto dato per scomparso nel 1881 con la ciurma, in realtà, come si evince dai registri dei Lloyd’s di Londra, esisteva una nave chiamata Meta, costruita nel 1854 e poi ribattezzata, nel 1880, Ellen Austin. In relazione a questa nave non sono registrati incidenti di sorta con vittime.
  4. USS Cyclops (AC-4), nave da rifornimento della Marina degli Stati Uniti, in rotta da Barbados a Norfolk, equipaggio di 309 persone; scomparsa dopo la partenza il 4 marzo 1918.
  5. Carroll A. Deering, 1921.
  6. SS Cotopaxi, scomparsa sulla rotta fra Charleston e L’Avana, nel 1925. [Citata da Spielberg in “Incontri ravvicinati del III tipo” – ndr].
  • TOTALE AEREI: 8, dal 1945 ad oggi, cioè in 72 anni, ma concentrati in soli 4 anni.
  • TOTALE NAVI: 6, dal 1843 ad oggi, cioè in 174 anni, ma concentrate in 82 anni.

La prima domanda è: perchè dal 1949 non sono più scomparsi aeroplani? E perchè dal 1925 non sono più scomparse navi?

Che gli alieni siano scappati dal triangolo in cui abitavano? Che i fenomeni paranormali si siano esauriti? Che le fantomatiche “nebbie elettroniche” sentite in alcuni pseudo-documentari sul caso siano rimaste a corto di energia elettrica? Oppure che le forze sovrannaturali che governano Atlantide non siano poi così sovrannaturali?

La storia continua:

Lawrence David Kusche, autore del libro The Bermuda Triangle Mystery: Solved del 1975, mise in luce gravi imprecisioni e alterazioni nell’opera di Berlitz: spesso il resoconto non coincideva con i racconti di testimoni o di persone coinvolte negli incidenti e sopravvissuti. In molti casi informazioni importanti erano omesse, come ad esempio nella scomparsa di Donald Crowhurst, riportata come mistero nonostante già allora fosse chiaro che Crowhurst aveva inventato i racconti delle sue imprese e si fosse suicidato. Oppure come nel caso del cargo tedesco Freia che lo scrittore Charles Berlitz nei suoi libri colloca come disperso nei pressi del porto cubano di Mansanillo nell’Atlantico, quando in realtà era andato perso nei pressi del porto messicano dallo stesso nome ma nel Pacifico. Kusche dimostrò inoltre, tramite documentazione, come numerosi incidenti indicati come “vittime del triangolo” si fossero in realtà verificati a moltissima distanza e fossero stati inclusi in malafede.

La ricerca di Kusche portò ad alcune conclusioni:

  • Il numero di navi disperse è paragonabile, percentualmente, a quello di ogni altra zona dell’oceano.
  • In una zona di tempeste tropicali, molte delle scomparse sono facilmente spiegabili, oltre che per nulla misteriose.
  • Il numero di perdite è stato enormemente esagerato da una ricerca falsata.
  • Le circostanze delle scomparse sono state riportate in modo falsato da Berlitz: il caso più comune riguarda navi che sono date per disperse con mare calmo e assenza di vento, quando in realtà le registrazioni dell’epoca mostrano tempeste o peggio.
  • “La leggenda del Triangolo delle Bermuda è un mistero fatto ad arte… mantenuto in vita da scrittori che volontariamente o meno fanno uso di dati errati, argomentazioni falsate, ragionamenti svianti e sensazionalismo”. [Oggi le chiamiamo bufale – ndr]

Nonostante la fama dell’area, le statistiche dei Lloyd’s di Londra affermano con certezza che il “triangolo” non è né più né meno pericolosa di ogni altra zona dell’oceano, valutando il numero di incidenti e perdite per la quantità di traffico sostenuto: l’area è una delle vie commerciali più affollate al mondo e le percentuali di sparizione sono insignificanti se esaminate nel complesso.

I dati disponibili presso la United States Coast Guard confermano tali conclusioni: il numero di sparizioni e incidenti è insignificante se paragonato al traffico nell’area. La grande maggioranza delle scomparse è ricollegabile ad avverse condizioni meteomarine spesso unite a debolezza strutturale o vetustà delle navi coinvolte, nonché a ritardi nei soccorsi: gran parte delle sparizioni si sono verificate in epoche (XIX secolo e primi decenni del XX) in cui i sistemi di ricerca e salvataggio erano molto arretrati o pressoché inesistenti (l’ultima nave di dimensioni medie o grandi scomparsa nel Triangolo è stata infatti il mercantilePoet, disperso nel 1980 probabilmente per una burrasca, mentre le sparizioni in epoca successiva hanno coinvolto solo unità delle dimensioni di yacht o pescherecci).

Come dire che era facile, una volta, dare per dispersa una nave o un aereo senza tutti i dispositivi elettronici e satellitari di posizione disponibili oggi: mio fratello è in vacanza in crociera e io seguo in rete in diretta la rotta della nave. Impensabile anche solo dieci anni fa.

Ma quante navi e quanti aerei transitano nel triangolo in questo momento?

La situazione navi proviene da marinetraffic .com e ne vede circa 85


La situazione aerei proviene da flightradar24 .com e ne conta circa 50:

Se ipotizziamo che un aereo medio attraversa il triangolo al massimo in due ore significa che al peggio nel triangolo passano quotidianamente 600 aerei, ma tenendo conto di possibili errori per eccesso, ne calcoleremo la metà: 300.

300 aerei al giorno sono quasi 110.000 transiti/anno ovvero oltre un milione negli ultimi dieci anni.

Un’imbarcazione media può procedere tra i 15 e i 25 nodi, per cui ipotizziamo un numero minimo giornaliero di 50 transiti. Cioè oltre 18.000 transiti annui che fanno 180.000 nell’ultimo decennio.

Domanda: e noi ci dobbiamo preoccupare se in 72 anni sono spariti 8 aerei tutti concentrati in 4 anni, ovvero negli ultimi 68 anni su milioni e milioni di arei transitati si sono verificate zero sparizioni misteriose?

Per le navi i numeri sono più o meno simili: 6 navi negli ultimi 174 anni concentrate in 82 anni. Cioè negli ultimi 92 anni zero sparizioni su (verosimilmente) oltre un milione di transiti.

Ma di cosa stiamo parlando? Dei libri venduti da bravi scrittori?

Questa è la lista di tutti gli incidenti (incidenti, e non sparizioni) di aerei civili (non militari) dal 1919 ad oggi. Come si può vedere, i luoghi del disastro sono un po’ dappertutto.

Idem per gli incidenti marini.

E del muro di Bimini, tra le Bahamas e Miami che dire?
Un’antica strada riconducibile ad Atlantide? ilnavigatorecurioso .it mette in collegamento tale “muro” con il Triangolo delle Bermude (e ti pareva?) descrivendolo come:

una porzione dell’oceano scenario di molti fenomeni fisici non del tutto spiegati e dove sul fondo si troverebbe una gigantesca piramide, reperto importantissimo della famosa Civiltà di Atlantide.

Si alimentano i misteri, perchè essi attraggono la lettura: lo sanno bene gli autori dei numerosi libri sull’argomento. La verità non interessa a nessuno. Smontare un mistero non attira lettori. Ma c’è chi lo fa, come misterorisolto.wordpress .com che a proposito di tale conformazione “misteriosa” scrive:

In sintesi comunque si riporta che: una volta che è avvenuta la deposizione dei sedimenti presenti sulla battigia verso il mare, vi è la cementazione dei carbonati che avviene al di sotto sia del livello del mare, sia al di sotto della superficie dell’isola. Questo cementazione crea uno strato primario, spesso, formato dai sedimenti di strati sottili su altri strati di sedimenti simili sottostanti. Più tardi, quando l’erosione del litorale dell’isola ha esposto il piano mesolitorale vi è un’ulteriore cementificazione con le beachrock. Poiché i sedimenti sottostanti il litorale sono stati erosi fino al calcare Pleistocene, il beachrock rompe le rocce in blocchi piatti, tabulari, e rettangolari, sub rettangolare, poligonale, ed irregolare come osservato in altre spiagge moderne, in effetti è proprio questo il punto focale, è vero che siamo davanti ad una formazione rara ma non unica infatti di origine simile abbiamo il Tessellated pavement

Naturalmente io non possiedo le dovute e specifiche competenze geologiche per asserire se davvero questo corrisponda al vero. Lo diranno per noi i geologi che ci leggono. Tuttavia ancora una volta niente UFO, niente forze sovrannaturali e niente parapsicologia.

Chissà se vorremo continuare a credere che nel Triangolo delle Bermude spariscano navi e aerei, se ci sono gli alieni, le magiche forze delle inesistenti nebbie elettroniche o che abbiamo ritrovato Atlantide?

Ma soprattutto chissà se tutti i sostenitori di tale triangolo non abbiano trovato più interessante frequentare un altro genere di triangolo?

Lola Fox
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