Il Wi Fi pericoloso, parte seconda

WIFIPERICOLOSO

Moltissimi mesi addietro, Maicolengel analizzò un testo semibufaloso sul pericolo del Wi-Fi. In esso si buttava dentro pure le onde radar per tirar su un bel miscuglio. Ieri ci hanno segnalato un altro testo, sempre sullo stesso tono. Gira su Facebook, ovviamente, nonché su molti siti di secondo piano. Una delle fonti più antiche è questa.

wifiIn Francia, Svezia e Inghilterra si comincia a disattivare il Wi-Fi gratuito da siti pubblici. La ragione starebbe nel fatto che fa male, specialmente ai bambini.
L’Organizzazione per la Difesa della Salute, la Vita Sana Foundation e la Fondazione per la salute geo-ambientale in Spagna hanno lanciato una campagna per rimuovere il wi-fi nelle scuole e nei luoghi pubblici, in quanto garantiscono che porta enormi rischi per la salute, soprattutto per i bambini.
“Il wi-fi emette una radiazione elettromagnetica di potenza molto elevata. Le conseguenze sono dannose per tutti, ma soprattutto per i bambini, più vulnerabili perché sono in pieno sviluppo”, ha avvertito l’avvocato ambientalista Agustín Bocos durante un’intervista pubblicata sul giornale iberico La Vanguardia.
In paesi come Inghilterra, Francia e Svezia alcuni comuni hanno “spento” il wi-fi gratuito nei luoghi pubblici. “È diffuso in scuole, musei, biblioteche e luoghi pubblici. La tecnologia wireless non è stata ancora controllata da alcun organismo che potrebbe dirci quale potenza debba essere emessa e come tale emissione è controllata”, ha spiegato.
Per non correre rischi, lo specialista ha consigliato il classico “cavo” perché assicura che non ci sono studi che “iperattività, mal di testa e problemi del sonno del bambino per chi utilizza la connessione con queste onde”. Almeno, bisognerebbe disattivare il servizio in casa, quando la famiglia va a dormire.
Il fondatore dei giuristi contro il rumore e professore di diritto ambientale ha detto che c’è un rapporto di pubblico accesso, Bioiniciative, che riassume più di 2.000 studi internazionali, dove l’esposizione ai campi elettromagnetici a lungo termine sarebbe legata all’insorgenza di tumori.
“L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato ufficialmente questo tipo di radiazione come possibilmente cancerogeno”, ha ricordato Bocos, uno dei pochi avvocati specializzati nell’inquinamento elettromagnetico in Spagna. Bocos ha anche sottolineato che l’inquinamento elettromagnetico sta aumentando progressivamente in brevissimo tempo. “Non sappiamo cosa accadrà, probabilmente si saprà che quando le conseguenze saranno irreversibili”. L’Unione europea esorta gli Stati a ridurre i livelli.
Il Wi Fi è una tecnologia divenuta quasi insostituibile per molti di noi, ed è difficile immaginare una società come la nostra sempre più desiderosa di essere interconnessa senza ingombranti fili intorno e con la possibilità di libertà di movimente, rileva Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”. In ogni caso, però il consiglio di tenerlo acceso solo quando è necessario e spegnerlo di notte può essere un modo per ridurre in maniera drastica i periodi di esposizione alle onde. Ovviamente i comuni, gli enti e tutte le attività che hanno deciso di dotare determinate zone di tecnologia wireless dovranno prestare la massima attenzione affinché i ripetitori utilizzati non interferiscano massicciamente con la vita dei propri dipendenti e dei residenti nelle stesse aree. Alle autorità cui spetta questo tipo di vigilanza ambientale il delicato compito dei controlli.

Posso sembrare un disco rotto, ma che senso ha dare informazioni così, “tanto per”? Non uno straccio di link, neppure uno studio! L’unico di cui viene fatto il nome è quello di “un avvocato”, e si fa riferimento a fatti molto probabilmente inventati:

“In Francia, Svezia e Inghilterra si comincia a disattivare il Wi-Fi gratuito da siti pubblici[…]”

Sbufalata? No. O meglio, non nel senso classico: saremo noi a darvi le informazioni. Non siamo ingegneri né medici, non possiamo trattare nello specifico i dettagli tecnici. Io mi sono messo a leggere il documento IEEE C95.1-2005: cita gli standard delle comunicazioni wireless per la salvaguardia della salute. Non è che sia proprio roba semplice, ma la salute è importante e bisogna essere precisi.
NON condividete articoli come quello, né post di Facebook palesemente ricalcati da esso. Non state aiutando nessuno: l’unica cosa che fate è diffondere paura, incertezza e dubbio. Se siete preoccupati per il Wi-Fi, condividete piuttosto il nostro pezzo. Vi indicheremo dove andare a cercare.
Prima di tutto, un chiarimento importate sul solito metodo utilizzato per spargere la fobia del Wi-Fi.

“Il wi-fi emette una radiazione elettromagnetica di potenza molto elevata. Le conseguenze sono dannose per tutti, ma soprattutto per i bambini, più vulnerabili perché sono in pieno sviluppo”, ha avvertito l’avvocato ambientalista Agustín Bocos durante un’intervista pubblicata sul giornale iberico La Vanguardia.

L’intervista esiste, si parla anche di questo presunto dietrofront sull’utilizzo del Wi-Fi pubblico. Ma è del 2011.
abogadoIo non saprei, a me sembra una presa per i fondelli togliere i riferimenti temporali delle informazioni che vengono date. Se volete leggere l’intervista in spagnolo, la trovate qui. Come per il famoso articoletto che citava John Goldsmith, anche l’avvocato ecologista tira si impappina tra reti cellulari e wi-fi.

¿Qué le llevó a dedicarse a estos temas?
Hace doce años, junto a un refugio de perros y gatos, en medio del campo, instalaron una antena de telefonía móvil. Me llamaron porque los animales estaban muy nerviosos, se autolesionaban y querían escapar.

Parte sostenendo che il wi-fi è pericoloso, ma poi parla di un fatto aneddotico sugli effetti di un ripetitore di telefonia mobile?! Dubito che abbia documenti scottanti su questi fenomeni à la X-Files riguardanti cani e gatti… e dello stesso rifugio, poi!
Il resto dell’articoletto non fa altro che riprendere le informazioni da quell’intervista, aggiungendo davvero poco. Se vogliamo informarci davvero, ecco i link:

  • Bioinitiative è raggiungibile presso il sito: http://www.bioinitiative.org/
  • l’OMS ha una pagina apposita per quanto riguarda le emissioni: http://www.who.int/peh-emf/en/
  • Qui potete trovare tante informazioni anche su studi specifici sul Wi-Fi: http://wifiinschools.org.uk.

Bioinitiative e gruppi simili mirano ad una riduzione, o comunque un cambiamento, delle regolamentazioni su tutte le comunicazioni wireless, siano appunto wi-fi, cellulari o cordless DECT. Mischiare tutto in un unico calderone non è il metodo migliore per portare avanti le proprie idee.

Ma qual è posizione dell’OMS?

Cancer

Based on mixed epidemiological evidence on humans regarding an association between exposure to RF radiation from wireless phones and head cancers (glioma and acoustic neuroma), RF fields have been classified by the International Agency for Research on Cancer as possibly carcinogenic to humans (Group 2B). Studies to date provide no indication that environmental exposure to RF fields, such as from base stations, increases the risk of cancer or any other disease.

L’IARC ha classificato le comunicazioni delle frequenze dei cellulari come potenzialmente cancerogene; come riporta più volte, continuano a valutare i nuovi studi con occhio di riguardo soprattutto ai tumori al cervello), quindi non è sbagliata l’affermazione di per se che fa Bocos, ma non ha senso l’altra affermazione non si sia mai controllato il wi-fi e i suoi effetti.
Non vogliamo sminuire il problema né nasconderlo sotto il tappeto. Trovo positiva l’esistenza di iniziative a riguardo, anche se non possiamo valutare le loro posizioni per le nostre ovvie mancanze tecniche. L’OMS è sempre attenta a queste problematiche. Lasciate che mi ripeta: confondere tutte le trasmissioni wireless per farne una crociata senza senso non mi sembra corretto. La condivisione compulsiva con notizie vecchie non fa altro che aumentare la confusione: contribuisce al solito e collaudato circolo vizioso della disinformazione.
Il wi-fi e le trasmissioni cellulari trasmettono a frequenze molto diverse tra di loro, che vanno dai 900Mhz ai 5Ghz. Più la frequenza è alta – il wi-fi oscilla a 2.4 e 5Ghz – meno è “forte” il segnale.  In sostanza, le reti cellulari e wi-fi NON SONO la stessa cosa. Trovo importante che si sia chiari nel comunicare queste informazioni!
Bocos afferma che “Il wi-fi emette una radiazione elettromagnetica di potenza molto elevata”, ma è il solito sistema: elevata quanto? Senza riferimenti, questa è un’informazione inutile. In Europa il massimo che può emettere un modem wi-fi è di 100 mW (e la maggiorparte di quelli qattuali non supera i 40); un cordless DECT può arrivare fino a 250 mW, anche se normalmente ne emette molti meno, fino a zero in riposo su alcuni modelli. È tanto? Un ripetitore UMTS arriva a 10W, 100 volte superiore!
Se volete fare le vostre ricerche e documentarvi, adesso avete qualche informazione in più. Restando cauti, eccovi qualche consiglio per ridurre l’assorbimento delle radiazioni (è questo il vero problema!) da quelle che sono le fonti più diffuse:

  • Alcuni modem wireless permettono di ridurre la potenza della trasmissione. Consultate il manuale per entrare nella pagina di configurazione
  • Di notte non lo usate? Pressoché tutti i modelli attuali hanno un pulsante separato per il wireless; se non ci fosse, ovviamente potete spegnerlo. Con alcuni operatori non è possibile telefonare se avete il modem spento, quindi controllate soprattutto se avete sistemi di allarme collegati.
  • Collocate il modem lontano da dove passate più tempo. Maggiore la distanza dal modem, minori le emissioni. Non mettetelo sul comodino vicino al letto: meglio in corridoio.
  • Oggi i powerline costano molto meno; volendo, potreste collegare quasi tutti i dispositivi wi-fi con questo sistema.
  • Se avete un trasmettitore di segnale TV, spegnetelo quando non lo usate.
  • Controllate il vostro telefono cordless: se è possibile abilitare una modalità  ECO o a emissioni ridotte, attivatela; potrebbe ridurre la portata del cordless.
  • Telefonate di meno! Quando è in comunicazione, un telefono cellulare emette molte più radiazioni, quindi meno telefonate, meno radiazioni assorbirete. Utilizzare un auricolare aiuta solo a tenere il telefono lontano dal corpo in comunicazione, che però è utile. Ovviamente un auticolare bluetooth è un dispositivo wireless che emette radiazioni, ma esse sono molto ridotte (la più diffusa classe 3 emette 1mW)
  • Sarebbe una buona idea non tenere il cellulare “addosso” tutto il giorno. Non tenetelo in tasca, appoggiatelo da qualche parte; la distanza è nostra amica in questo caso. Molti smartphone hanno una modalità di risparmio energetico che spegne wi-fi e connessione dati quando non li usiamo. Oltre a risparmiare batteria, essi emetteranno meno radiazioni.
  • È diffusa l’abitudine di mettere il cellulare a caricare la notte sotto al cuscino: se lo spostiamo sul comodino, oltre ad evitare il bassissimo rischio che possa scoppiarci in faccia la batteria, allontaniamo dalla testa una inutile sorgente di radiazioni.
  • Le consolle da gioco usano il bluetooth per i joypad. Come abbiamo detto, le emissioni sono molto basse. A ogni modo, su alcune si può collegare il cavo così potremo ridurre ancora un pochino. Ma giusto perché siamo paranoici.
  • Volete mettere un impianto di video sorveglianza? Usate il cavo, non il wi-fi, laddove è possibile.
  • Anche quando usate un notebook o un tablet, cercate di tenerlo il meno vicino possibile. Anche solo appoggiare il notebook su un supporto piuttosto che sulle gambe è utile: aggiungete una barriera tra di voi e l’antenna wi-fi. Per un tablet può sembrare più complicato, ma appoggiarlo sul tavolo con un supporto o con una custodia pieghevole sarebbe meglio che tenerlo in grembo.

La conclusione è molto semplice. Il parere più diffuso, soprattutto da chi di dovere deve tutelare la salute della gente senza dipendere direttamente da nessuno – l’OMS, è che attualmente le trasmissioni wireless in generale non siano dannose; lo stesso NON vale per quelle dei cellulari. Come per le sostanze che vengono definite tossiche a giorni alterni, specie da chi fa controinformazione, è la quantità e la durata delle esposizioni a renderle dannose. Cerchiamo di ridurre il nostro “consumo” di trasmissioni wireless se temiamo per la nostra salute. Rinunciamo quindi a fare facile terrorismo, che non giova a nessuno!
In teoria non dovrebbe servire, ma meglio ribadirlo: i dati su cui si lavora e discute per valutare la dannosità o meno delle comunicazioni wireless, che siano a favore o contro, vengono ottenute dalla sperimentazione animale. Senza la sperimentazione animale si procederebbe a caso e non ci sarebbero strumenti per poter decidere come tutelare la nostra salute.

Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.

neilperri @ butac.it

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Il nostro articolo precedente sul Wi-Fi pericoloso