Gli agrumi con le bucce tossiche

And Now for Something Completely Different…

…dalle solite bufale sui partiti, il voto, i migranti. Distraiamoci con un po’ di chimica!

Nonostante siano articoli vecchiotti a volte ritornano in auge. Sarà colpa dei picchi influenzali e dei benefici, tanto decantati soprattutto dalla medicina popolare, della vitamina C contenuta nelle arance?

Blast from the past

Il primo che mi è stato segnalato è  un “articolo” del 2015 (che maicolengel aveva già trattato sommariamente nel 2017 ndr):

Prova a comprare una confezione di agrumi in supermercato…Trattato con Imazalil, è scritto sull’etichetta di arance e limoni. Dietro quel nome un mondo, nefasto. L’Imazalil è un fungicida utilizzato per conservare più a lungo gli agrumi. Viene applicato per immersione o atomizzazione, si deposita sulla buccia porosa ed in piccole quantità penetra all’interno degli agrumi per renderli resistenti nel tempo. L’imazalil è cancerogeno ed attualmente la normativa europea è estremamente permissiva rispetto all’impiego di questo fungicida. Unica nota per le aziende alimentari: vietato utilizzare la buccia di questi agrumi per fini alimentari!
E tutto il resto?
E la nostra salute?
Per Natale (e non solo) forse meglio comprare agrumi biologici, un po’ più costosi ma certamente più salutari.( fonte: ECOS ).

Il nuovo che avanza

E poi mi è stato segnalato anche questo, più articolato e più recente (dai commenti direi del 2016). Del primo “articolo” vi dico solo poche cose: non ho la più pallida idea di chi o cosa sia la fonte (ECOS) dato che una rapida ricerca su Google mi ha permesso di scoprire che esistono tante società con questo nome originale, ma nessuna sembra avere a che fare con i fitofarmaci. Se avete dati migliori non esitate a comunicarmeli, così aggiornerò questo articolo. inoltre, ho apprezzato molto la vena di puro catastrofismo celata nella frase: “dietro quel nome un mondo, nefasto.

Dionidream

Dedichiamoci al secondo articolo, di una nostra vecchia conoscenza: Dionidream. Per chi non lo sapesse Dioni è:

ricercatore nel campo del benessere bioenergetico e della crescita personale. Laureato con il massimo dei voti in ingegneria, si occupa di naturopatia, geobiologia e sviluppo del potenziale umano attraverso il risveglio dell’energia vitale e della coscienza.

Nonostante abbia aggiornato la sua nota bibliografica continuiamo a non sapere in quale branca dell’ingegneria si è laureato. Ma queste sono solo quisquilie e pinzillacchere.
Parlando di cose serie, Dioni nel suo articolo si:

concentr[a] su quello che possiamo trovare negli agrumi ovvero arance, limoni, limi e mandarini. Gli agrumi, in particolare quelli di derivazione non biologica, sono comunemente trattati con additivi e sostanze, per lo più tossiche alle alte concentrazioni, che evitano la formazione di muffe o danno ai frutti un aspetto più scintillante e lucido.

Entriamo nel vivo di questo post, finalmente.

Il Bifenile

La prima sostanza adì essere citata è l’E230, il bifenile o difenile, un composto aromatico con formula molecolare (C6H5)2 e struttura formata da due anelli benzenici legati da un legame C-C. Questa molecola previene la formazione di funghi e muffe; è attualmente utilizzata come conservante negli agrumi durante il trasporto e talvolta anche sulle cartine che lli avvolgono. Non è più autorizzato in UE come “food additive” ma solo come fitofarmaco: è soggetto infatti alle prescrizioni, più restrittive rispetto alla legislazione sugli additivi alimentari, che si trovano sul “REGOLAMENTO (CE) N. 396/2005 del 23 febbraio 2005 sui livelli massimi di residui [lmr] di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale” e s.m.i.
La DL50 orale di questa sostanza nel ratto è di 2140 mg/kg/peso corporeo (p.c.) mentre il livello massimo di residuo per gli agrumi è di 0,01 mg/kg (pag. 1993 del succitato regolamento). È praticamente insolubile in acqua (4,45 mg/L) e in buona parte dei solventi organici, quindi lavare le bucce degli agrumi per eliminarlo, qualora fosse presente, è inutile.

La sua tossicità è moderata:

la letteratura riporta che i lavoratori impiegati nel campo delle spedizioni di agrumi ed esposti per lunghi periodi a questo conservante hanno presentato una certa sensibilità al difenile, lamentando reazioni allergiche, nausea, vomito, irritazioni agli occhi e alle mucose nasali. Il difenile è un composto che viene escreto dai reni in forma inalterata; qui potete trovare un po’ di anatomia e fisiologia del rene.
Passiamo poi all’o-fenilfenolo, E231, (aka 1,1′-Bifenil-2-olo, 2-Bifenilolo, o 2-Idrossibifenile) e al sodio o-fenilfenolo, o E232, cioè il suo sale sodico. Anche questi sono composti aromatici rispettivamente con formula C6H5C6H4OH e C6H5C6H4ONa. Entrambi sono utilizzati per prevenire la formazione di funghi e muffe: a pag. 789 del Reg 396/2005  troviamo  il LMR per gli agrumi: 5 mg/kg, e la DL50 orale nel ratto è di 2480 mg/kg/p.c.

L’o-fenilfenolo

L’o-fenilfenolo è praticamente insolubile in acqua (76 mg/L) ma è solubile nei comuni solventi organici quali metanolo o acetone, mentre il suo sale sodico è solubile sia in acqua sia nei comuni solventi organici. Viene anche utilizzato nella disinfezione delle camere di stoccaggio e di frigoconservazione vuote, destinate allo stoccaggio di prodotti vegetali. Nel 2011, insieme al bifenile, è stato oggetto di un’interrogazione parlamentare e questa è la risposta che il Parlamento Europeo ha fornito:

The Commission would like to clarify that the substances biphenyl and  2-phenylphenol (also known as orthophenyl phenol) are no longer regulated by the legislation on food additives but by the legislation on pesticides. The current status of these substances under the pesticide legislation (Directive 91/414/EEC on the placing of plant protection products on the market and Regulation (EC) No 396/2005 on maximum residue levels of pesticides in or on food and feed of plant and animal origin) is as follows:

  • Biphenyl is not approved since 2004 by virtue of Commission Decision 2004/129/EC. Previously, it had been removed from the list of permitted food additives by Directive 2003/114/EC. According to Regulation (EC) No 396/2005, residues of biphenyl in food and/or feed cannot exceed the limit of analytical determination of 0.01 mg/kg.
  • 2-phenylphenol is approved under Directive 91/414/EEC since January 2010. Maximum Residue Levels (MRLs) have been set under Regulation (EC) No 396/2005. Both the approval and the MRLs are based on the risk assessment carried out by the European Food Safety Authority that, for the supported uses on citrus fruit, concluded that there is no risk that the acceptable daily intake (ADI) is exceeded

Che tradotto:

La Commissione desidera chiarire che le sostanze bifenile e 2-fenilfenolo (noto anche come ortofenilfenolo) non sono più disciplinate dalla legislazione sugli additivi alimentari, ma dalla legislazione sui pesticidi. Lo stato attuale di queste sostanze in base alla legislazione sui pesticidi relativo all’immissione sul mercato di prodotti fitosanitari e al regolamento (CE) n. 396/2005 (2) relativo ai livelli massimi di residui di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale) è il seguente:

  • Il bifenile non è approvato dal 2004 in virtù della decisione 2004/129 / CE della Commissione (3). In precedenza, era stato rimosso dall’elenco degli additivi alimentari autorizzati dalla direttiva 2003/114 / CE (4). A norma del regolamento (CE) n. 396/2005, i residui di difenile negli alimenti e / o nei mangimi non possono superare il limite di determinazione analitica di 0,01 mg / kg.
  • -Il 2-fenilfenolo è approvato a norma della direttiva 91/414 / CEE dal gennaio 2010. I livelli massimi di residui (LMR) sono stati fissati a norma del regolamento (CE) n. 396/2005. Sia l’approvazione che i LMR si basano sulla valutazione del rischio effettuata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare che, per gli usi supportati sugli agrumi, ha concluso che non vi è alcun rischio di superamento della dose giornaliera ammissibile (DGA)

A questo link potete leggere le conclusioni dell’EFSA sull’o-fenilfenolo, anch’esso viene escreto per via renale e non si accumula in alcun organo o tessuto. Mentre a questo un documento della FAO di cui vi riporto le conclusioni, tra parentesi quadre alcune mie ulteriori spiegazioni:

Chronic intake
STMRs for one raw commodity and one processed commodity were used for a chronic dietary intake assessment. The International Estimated Daily Intakes for the 5 GEMS/Food regional diets [Global Environment Monitoring System], based on these STMRs [STMR (Supervised Trials Median Residue) – Il residuo mediano è stimato come il valore mediano dei dati residuo provenienti da studi controllati. STMR è espresso in mg s.a./kg di prodotto], were all 0% of the ADI.

The Meeting concluded that the intake of residues of 2-phenylphenol resulting from its uses that have been considered by the JMPR [Joint  FAO/WHO Meetings on Pesticide Residues] is unlikely to present a public health concern.

Il Meeting ha concluso che l’assunzione di residui di 2-fenilfenolo risultanti dai suoi usi che sono stati considerati dal JMPR è improbabile che presenti preoccupazioni per la salute pubblica.

Il tiabendazolo

Il prossimo della lista è il tiabendazolo, un composto eterociclico aromatico con formula bruta C10H7N3S, usato come fungicida e antiparassitario, noto anche come E233. Viste le sue azioni viene spruzzato sulla superfici di vari tipi di frutta (generalmente agrumi e banane); tale trattamento allunga notevolmente i tempi di conservazione e conseguentemente quelli della cosiddetta “shelf life” di tali alimenti. Il suo utilizzo come additivo alimentare non è più consentito, ma è permessa la vendita di alimenti (soprattutto banane) trattati con il tiabendazolo. Il tiabendazolo viene metabolizzato dal fegato ed eliminato per via renale; a basse concentrazioni non sembra avere particolari effetti tossici; la dose ADI (Acceptable Daily Intake) è di 0,1-0,3 mg/kg p.c. Con il Regolamento UE 157/2017 il tiabendazolo è stato riautorizzato nella UE perché, come si legge nei consideranda al punto 7:

Per quanto riguarda uno o più impieghi rappresentativi di almeno un prodotto fitosanitario contenente la sostanza attiva, è stato accertato che i criteri di approvazione di cui all’articolo 4 del regolamento (CE) n. 1107/2009 sono soddisfatti. Si ritiene quindi che tali criteri di approvazione siano soddisfatti.

Gli effetti collaterali di cui si parla nell’articolo di Dionidream:

…includono nausea, vomito, perdita di appetito, diarrea, vertigini, sonnolenza, mal di testa o, più raramente, anche ronzio alle orecchie, disturbi visivi, mal di stomaco, ingiallimento delle pelle e dell’urina, febbre, affaticamento, aumento della sete e aumento o riduzione dell’urina prodotta

sono tutti da riferirsi a un’intossicazione acuta. Infatti l’ADI rappresenta la quantità di una sostanza che un uomo, in base al suo peso, può assumere giornalmente e per tutta la vita senza effetti avversi riconoscibili.

L’Imazalil

E veniamo al mostruosissimo Imazalil, un fungicida, ad azione curativa, preventiva e antisporulante contro Penicillum digitatum, Penicillum italicum. Anche in questo caso abbiamo un composto etrociclico aromatico con formula bruta: C14H14Cl2N2O. Sebbene, come ci ricorda Dionidream, L’EPA lo abbia classificato come probabile cancerogeno la stessa EPA afferma:

EPA determined that there is a reasonable certainty that no harm to any population subgroup will result from aggregate exposure to imazalil when
considering dietary (food and water) exposure and all other non-occupational sources of pesticide exposure for which there is reliable information. Both acute and chronic dietary exposure were below the Agency’s level of concern.

L’EPA ha stabilito che esiste una ragionevole certezza che nessun danno a nessun sottogruppo della popolazione deriverà dall’esposizione aggregata a imazalil considerando l’esposizione alimentare (cibo e acqua) e tutti le altre fonti di esposizione non professionale ai pesticidi per le quali esistono informazioni affidabili. Sia l’esposizione acute sia l’esposizione alimentare cronica era inferiore al livello di preoccupazione dell’Agenzia.

Allo stesso modo lo IARC nemmeno lo ha inserito nella sua monografia sugli agenti cancerogeni. La UE, sempre nel solito Reg. 396/2005 e s.m.i. ha fissato dei limiti ben precisi come per le altre sostanze trattate. A giugno 2016 l’Imazalil è stato oggetto di un’interrogazione parlamentare a cui la Commissione ha risposto così:

Le sostanze attive sono riesaminate periodicamente secondo le più recenti conoscenze tecniche e scientifiche al fine di assicurare il rispetto dei criteri sanciti dalla legislazione. In seguito al secondo riesame UE, il rinnovo dell’approvazione dell’imazalil è stato subordinato ad alcune condizioni e restrizioni, tra le quali la necessità di presentare ulteriori informazioni di conferma.

Le valutazioni di tali informazioni hanno confermato che l’imazalil continuava a rispettare i requisiti per l’approvazione.Un’ulteriore condizione di approvazione ha imposto agli Stati membri di prestare particolare attenzione ad alcuni rischi nel corso delle valutazioni per l’autorizzazione di prodotti fitosanitari contenenti imazalil, tra i quali i rischi per gli uccelli, i mammiferi, gli organismi acquatici e i microorganismi del suolo.

Per quanto riguarda la presenza di imazalil nei prodotti alimentari, il regolamento (CE) n. 396/2005 fissa i livelli massimi di residui (LMR), definiti come la concentrazione massima ammissibile di residui di antiparassitari in o su alimenti o mangimi, basata sulle buone pratiche agricole e sul più basso livello di esposizione dei consumatori necessario per proteggere i consumatori vulnerabili. L’esposizione ai residui nei livelli stabiliti è sicura per tutti i gruppi di consumatori europei.

La Commissione continua a collaborare a stretto contatto con le autorità competenti degli Stati membri al fine di garantire che gli LMR siano conformi a quelli fissati dalla legislazione e che i prodotti alimentari siano sicuri per il consumo umano.Si noti che la Commissione ha facoltà e intenzione di riesaminare l’approvazione di una sostanza attiva in qualsiasi momento qualora abbia elementi per ritenere che i criteri di approvazione non sono più soddisfatti.

Vi ricordo che alcune delle muffe che queste sostanze prevengono o debellano sono molto più pericolose delle sostanze stesse; ricordate la guida sulle micotossine? Esatto!
Ora, tornando alle cose “serie”, come avete visto vi ho messo la formula bruta di tutte le sostanze di cui abbiamo parlato. L’ho fatto perché possiate vedere quanti e quali metalli pesanti trovate nelle formule.
Per dirla, nuovamente, alla maniera della petalologa più famosa del web: Esatto! Nemmeno uno.
Ora però in chiusura del suo articolo Dionidream consiglia:

di fare ogni tanto un po’ di pulizia con sostanze come la zeolite o la clorella

con tanto di link a un suo altro articolo che termina con tante belle immagini di prodotti che potrete comodamente acquistare con un click del vostro mouse; la cosa più bella di quell’articolo sono i commenti. No. il link non ve lo metto, non voglio dare a questo ingegnere altra visibilità.

In chiusura

Concludo dicendovi che queste sostanze sono sicure, se gli agricoltori le utilizzano seguendo tutte le indicazioni e le precauzioni riportate sulle etichette. Se siete degli irriducibili del limoncino/arancino home made, dei super golosi di canditi, degli irriducibili delle scorzette di arancia al cioccolato e volete dilettarvi a fare tutto ciò in casa, procuratevi della frutta con la buccia non trattata e seguite le indicazioni che trovate sulle confezioni di frutta: se la buccia non è commestibile, non mangiatela. Del resto lo fate già per una quantità di formaggi a crosta non edibile. Diffidate sempre di chi spara a zero su una sostanza e senza avere competenze verificabili mette in dubbio il parere e le opinioni di EFSA, la massima autorità europea in materia di sicurezza alimentare.
Thunderstruck @ butac punto it
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