Immigrati in cattedra e lezioni porno negli asili

PORNOIMMIGRATI

Abdul, John e Vlad da domani insegneranno italiano nei Licei della penisola, e Rocco omaggerà i bambini di alcune sue performance speciali!

No, ragazzi, si tratta di un titolone fatto apposta per attirare i grulli a comperare Libero (e probabilmente altre testate che non hanno la più pallida idea di come fare corretta informazione). L’argomento è storia vecchia per Butac, specie le “lezioni porno” negli asili non hanno NULLA a che vedere col porno e sono così solo nella testa di quei poveri ignoranti che non sono in grado di recepire le linee guida dell’Unione Europea!

Ma partiamo dal principio, Libero con quel titolone intende disinformare chi non legge l’articolo, da come la mettono da domani avremo davvero Abdul o John ad insegnarci italiano, quando invece l’articolo spiega fin da subito la cosa:

iommigratilloezioni

Seppur con un incipit da presa per i fondelli: È il multiculturalismo bellezza, subito ci viene spiegato che si parla d’insegnanti di lingua straniera, che fino ad oggi erano introdotti solo come Lettori senza un posto fisso se non a discrezione dell’Isstituto e dei fondi che riusciva a racimolare.

Beh dobbiamo lamentarci?

Mia moglie è straniera, ha studiato in Inghilterra e si è laureata in Storia, abilitata all’insegnamento dell’Inglese nel suo paese qui può solo fare da supporto all’insegnante italiano. Ha l’accento della BBC, perfetto senza inflessioni gergali, ma il nostro sistema fa si che ad Insegnare ci siano professori ITALIANI che l’inglese l’hanno imparato nella scuola italiana da altre professori ITALIANI (sia chiaro magari bravissimi, ma capite che non avranno mai lo stesso accento?)

È sensato?

O è anche a causa di questo che quando sentiamo i nostri politici in tv parlare inglese vorremmo nasconderci?

Lo stesso vale per tutte le lingue che s’insegnano nelle scuole italiane,  tutte finora sono state insegnata per la maggior parte da professori NON madre lingua.

Ha senso? Io non credo, quindi non credo quel titolone provocatorio abbia alcuna ragione d’essere, se non cercare di disinformare il lettore uTonto che si limita a leggere i titoli (e siete tantissimi).

Oltretutto la modifica alla legge non è così open, si tratta solo di dare più facilmente accesso ai Supplenti di conversazione in lingue straniere. Il tutto perché in un bando del MIUR si erano inserite clausole che facilitavano l’assunzione d’insegnanti di lingue straniere che fossero italiani…la clausola è stata GIUSTAMENTE ritenuta illegittima, e vorrei ben vedere! Se questa decisione del tribunale di Milano avrà effetti sugli insegnanti stranieri sparsi per la penisola vedremo, per ora è un riconoscimento di linee guida istituite da tempo ma mai applicate, speriamo non ci si fermi qui.

Ma andiamo oltre, la seconda parte del pezzo di Libero invece piglia a mano una bufala grossa, che a Libero piace sempre molto visto che già a Novembre 2013 proponeva un pezzo MOLTO simile, ma si sa, quando si è scelta una battaglia poco conta quanto si abbia torto e quanta disinformazione si sta facendo, smettere dimostrerebbe l’essersi sbagliati…e sia mai che una testata giornalistica lo faccia!

pronolloezioni

I colleghi di Bufale.net hanno già sbufalato questa parte in maniera abbastanza lesta visto che il comunicato stampa del comune è decisamente chiaro in merito:

CHE COSA NON È IL GIOCO DEL RISPETTO
Il Gioco del rispetto non affronta né i temi della sessualità, né quelli dell’affettività. Tra le proposte di gioco non ce n’è nessuna che riguardi l’educazione sessuale, né si toccano i temi dell’omosessualità, della corretta o non corretta composizione della famiglia. Ciò che erroneamente e in malafede viene fatto passare come “gioco del dottore”, estrapolando frasi avulse dal contesto, è in realtà una proposta di gioco che mira a evidenziare la capacità dei maschi di provare emozioni al pari delle femmine, per abbattere quindi lo stereotipo che vuole gli uomini privi del loro lato emotivo. Far sentire che i cuori dei bambini e delle bambine battono nello stesso modo, vuole accentuare la loro uguaglianza. Qualsiasi tentativo di attribuire malizia a questa proposta di gioco è perciò fuori luogo e offensivo nei confronti del valore educativo e scientifico del progetto. Il Gioco del rispetto è un progetto completamente estraneo al recente e controverso dibattito sul gender ed è sufficiente documentarsi per averne evidenza.
Relativamente al metodo utilizzato per informare e coinvolgere il personale educativo e le famiglie, non avendo potuto inserire per ragioni di tempistica l’attività nel POF, si è proceduto a formulare una proposta di adesione volontaria sia al percorso formativo degli educatori sia alla partecipazione dei bambini alle attività, che dev’essere autorizzata in forma scritta dai genitori, ai quali viene presentata in un incontro informativo.

Non so perché ma son quasi sicuro che oggi non uscirà una smentita su Libero, perché fare giornalismo è un’arte difficile e in redazione è da tempo che hanno disimparato le regole!