Infodemia, verifica dei fatti e 5G

Quanto segue non è un articolo di debunking, solo un editoriale su quanto vedo in rete in merito alla tematica 5G. Si parte da una segnalazione come tante che riceviamo.

Il 22 maggio 2020 sul blog OasiSana, uno dei tanti allineati con la battaglia Stop al 5G, è apparso un articolo, se così lo possiamo chiamare, che riporta, senza fonti, alcuni commenti sul 5G.

Il pezzo porta la firma di Arthur Firstenberg, attivista americano tra i primi a sostenere l’esistenza di malesseri causati dall’elettrosensibilità. Malesseri che, secondo quanto riporta la sua bio, non gli permisero di finire gli studi in medicina a inizio anni Ottanta del secolo scorso.

Sono andato a cercare l’articolo originale di Firstenberg, visto che su OasiSana e i tanti altri siti italiani che lo riprendono non è linkato in alcuna maniera. Nel cercare l’originale scopro una cosa che ritengo molto interessante. Chi l’ha tradotto e riportato in italiano ha eliminato buona parte dell’articolo, lasciando solo le “testimonianze anonime”. Chissà come mai.

Qui potete leggere tutto l’articolo originale, io ve ne riassumo solo alcune parti. Prima delle testimonianze c’è un’introduzione, completamente omessa nella sua versione italiana, che riporta un invito interessante:

We ask as many people as possible to help launch this campaign by cancelling your mobile phone subscriptions on or before the solstice, June 20-21, 2020.

“If not now, when? If not me, who?” It starts with us. Please join us.

Che tradotto significa:

Chiediamo a più gente possibile di aiutarci a lanciare questa campagna cancellando i vostri contratti di telefonia mobile prima del solstizio del 20-21 giugno 2020.

Se non ora, Quando? Si comincia da noi. Per favore unitevi al gruppo.

Ipotizzo il perché l’invito non sia stato tradotto in italiano: chi combatte contro il 5G sa benissimo che la maggior parte dei propri follower li segue da device mobile, vedono le statistiche, sanno che se un invito del genere venisse accolto poi sarebbero senza una platea a cui raccontare le proprie tesi e teorie.

Dopo quell’introduzione, che non fa alcuna distinzione tra tecnologie di telefonia mobile, si passa alle testimonianze sul 5G. Ce ne sono svariate, tutte anonime, o meglio il format è quello di nome proprio e località generica di residenza.

La cosa mi ha incuriosito. La prima testimonianza che viene riportata è Gudrun da Seattle, nome curioso per un americano. Curioso anche che l’unico risultato che trovo da una ricerca via Google sia una pediatra di Seattle, pediatra che rientra tra i firmatari dell’appello Stop al 5G mondiale (ci arriviamo dopo). Curioso, la testimonianza che si è scelta non è una a caso tra tante, ma proprio quella che arriva da un medico che già fa parte del gruppo di soggetti firmatari di appelli contro il 5G. Avrei sperato di meglio. A Seattle la copertura del 5G è solo sulle strade principali, quasi tutte le aree abitate sono completamente lasciate fuori. La lamentela di Gudrun è interessante per due motivi: il primo è che il suo ufficio è lontano dalle zone in cui sono state attivate antenne 5G, che come ben sappiamo coprono distanze molto inferiori rispetto al 4G e al 3G.

Lo studio della pediatra

Lo studio della pediatra evidenziato da un punto interrogativo e in viola la copertura antenne del 5g a Seattle nella sua area.

Secondo, perché Gudrun fa una precisa affermazione:

When I visited Germany this summer, I heard the exact same signal and it was constant.

Ma in Germania per ora di antenne 5G ce ne sono meno che in tutta Seattle, come è possibile?

Copertura 5g in Germania

A me onestamente pare che la nostra pediatra stia menando il can per l’aia, raccontando cose che non stanno né in cielo né in terra perché fanno comodo alla sua narrazione. Ma andiamo avanti con le altre testimonianze, per quanto possibile.

La donna inglese non la trovo, nell’articolo è citata in maniera generica come Lila dall’Inghilterra… decisamente vago. Ma usando lo stesso sito di prima vediamo quanto è attivo il 5G nel Regno Unito, Inghilterra in particolare.

Il 5G in Inghilterra possiamo dire che è diffuso principalmente nella zona di Londra.

Non sapendo di più della nostra Lila mi fermo qui, vive a Londra? In una delle strade interessate dalla copertura? Possibile, ma perché non dire dove e chi è Lila, se si devono fare verifiche occorrono nomi, cognomi o perlomeno aree di residenza specifiche. Invece è evidente che chi ha redatto l’articolo non fosse minimamente interessato a fare informazione, come avete visto per l’affermazione sulla Germania probabilmente di tratta di segnalazioni pubblicate senza alcuna verifica, voglio sperare non siano mera invenzione della mente dell’autore. Lo stesso vale avviene con la testimonianza successiva, Gwen, che però ci dà un’indicazione maggiore: parla infatti di Mount Shasta, in California.

Mount Shasta non ha al momento 5G attivo, solo la zona di Redding, a sud, ha un’area di copertura, ma decisamente limitata:

L’area è limitata alla zona dei centri commerciali e quella di uffici, il resto della zona è completamente libero da installazioni 5G. In compenso, ovviamente, tutta l’area è coperta dal 4G, buona parte dal 4G+. Più potenti, con onde che penetrano di più nelle superfici che incontrano. 4G, che è attivo nella zona da anni. 4G che secondo l’autore dell’articolo è colpevole tanto quanto il 3G e il 2G e il GSM e via a scendere. Perché Arthur Firstenberg è contrario a tutte le reti senza fili. Incolpa qualsiasi tipo di trasmissione senza fili del suo stato di malessere, e lo fa dall’inizio degli anni Ottanta.

Perdonatemi, ma io vista l’inconsistenza delle testimonianze riportate e la poca verifica fatta da chi ha scelto di tradurre senza approfondire (e omettendo un’importante premessa) non ritengo sia sensato procedere oltre.

Spero sia chiaro, è sulla base di questo genere di testimonianze che il “circolo degli amici del 5G” sta spaventando i cittadini, che poi fanno pressione sulle amministrazioni comunali in giro per il nostro Paese. Ma il modus operandi dei sostenitori di questo modo di fare attivismo è globale, spingere sulla paura funziona sempre. Queste testimonianze si sommano a ricerche che non dimostrano in alcuna maniera la pericolosità per gli esseri umani dell’esposizione al 5G. Vedere quanti sindaci stanno cadendo in questa malinformation è davvero deprimente, dimostra assoluta mancanza di pensiero critico e fiducia nelle Istituzioni. Visto che le parole dell’Istituto Superiore di Sanità sono successive agli studi che vengono portati come prova certa della pericolosità.

Riporto dal sito dell’ISS:

I dati disponibili non fanno ipotizzare particolari problemi per la salute della popolazione connessi all’introduzione del 5G.

Nel testo dell’ISS, prima di questa conclusione, sono smontate tante delle ipotesi allarmistiche riportate da OasiSana e dai tanti altri attivisti di Stop al 5G. Purtroppo, come un qualsiasi testo con una qualche credibilità scientifica, si conclude con questa frase, che è l’unica che viene cavalcata dalle amministrazioni comunali di mezzo Paese:

Tuttavia è importante che l’introduzione di questa tecnologia sia affiancata da un attento monitoraggio dei livelli di esposizione (come del resto avviene già attualmente per le attuali tecnologie di telefonia mobile) e che proseguano le ricerche sui possibili effetti a lungo termine.

Si tratta di una considerazione assolutamente normale, nella scienza si deve sempre tenere conto di qualsiasi variabile, e la valutazione sul lungo termine va fatta. Come si seguita a fare per le tecnologie precedenti. Che finora, a distanza di 13 anni dal lancio del 3G non hanno evidenziato particolari problemi nel normale uso dei dispositivi, seguendo i corretti accorgimenti.

Sono ormai due anni che su BUTAC cerco di far chiarezza su questo tema. Lo faccio perché ritengo che il progredire delle reti, il migliorare l’accesso alla cultura digitale possa in qualche maniera permettere a tutti di fruire meglio di internet e magari di imparare ad approfondire di più certi argomenti. Abbiamo avuto la dimostrazione in questi ultimi mesi di quanto male faccia la disinformazione. L’infodemia a cui è stato sottoposto il mondo intero è anche una conseguenza del grosso divario digitale esistente, anche nel nostro Paese. Il 5G può aiutare a colmare quel divario, permettendo a più persone di usufruire meglio di servizi come la didattica a distanza.  Chi lotta contro il 5G non sta lottando per la vostra salute ma per i propri personali problemi con le nuove tecnologie, e in qualche caso per i propri personali interessi economici.

Non credo di dover proseguire oltre, chi volesse approfondire può trovare qui molti articoli sul tema, tutti regolarmente corredati di fonti. Se nel vostro comune sentite parlare di questa tematica intervenite, chiedete al sindaco di leggere quanto riporta l’Istituto Superiore di Sanità, non lasciate che la disinformazione trovi la porta spalancata.

maicolengel at butac punto it
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