Informarsi nelle emergenze

Qualche consiglio per la nostra dieta mediatica: da applicare tutti i giorni, ma particolarmente utile in caso di eventi in svolgimento o in rapida evoluzione

Quello che segue è il primo di una serie di contenuti già usciti sui nostri profili social, che abbiamo pensato di riportare qui – sia perché non tutti i nostri lettori utilizzano i social media, sia per fargli avere una maggiore circolazione, sia perché i social sono regolati da algoritmi che non sempre ci piace (o possiamo) assecondare (al momento abbiamo una forte restrizione alla circolazione dei nostri post su Facebook, ad esempio, perché abbiamo postato una mail di minacce inviata da un amico antivaccinista e Facebook ci ha penalizzato come se fossimo gli autori delle minacce, e non le vittime).

Questi contenuti, generalmente brevi per venire incontro alle esigenze degli algoritmi, non sono fact-checking ma piccoli editoriali, riflessioni, commenti su notizie uscite recentemente nell’ambito della disinformazione, oppure consigli di prebunking per utilizzare la rete. Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti oppure scrivendo a Noemi all’indirizzo che trovate in calce!


Come succede spesso, troppo spesso, così spesso che potremmo con ragionevole certezza dire “sempre”, in momenti di emergenza vediamo circolare moltissimi contenuti disinformativi che riguardano la crisi in corso.

Questo è dovuto sia a misinformazione (errori involontari dovuti all’impossibilità di verificare tutto in condizioni di emergenza, alla fretta, al moltissimo materiale circolante in rete ecc) che a vera e propria disinformazione (fatta volontariamente, allo scopo di diffondere informazioni false o fuorvianti per scopi malevoli, che siano guadagnare denaro, guadagnare consensi, guadagnare visibilità ecc).

Mai come nei momenti in cui ci rivolgiamo ai media (tradizionali, nuovi, social che siano) per trovare punti di riferimento informativi su eventi in svolgimento o in rapida evoluzione dobbiamo tenere acceso lo spirito critico: che sia per errore umano o perché in molti non si fanno scrupoli quando intravedono un’opportunità di tornaconto personale, nelle emergenze la circolazione di informazioni false o fuorvianti aumenta a dismisura, insieme alla circolazione di informazioni su quella tematica in generale (infodemia, anyone?).

Anche per questo è utile praticare una dieta mediatica consapevole e ragionata tutti i giorni: in situazioni in cui non si ha tempo o modo di verificare, infatti, avremo già una certa consapevolezza su quali sono le fonti a cui ragionevolmente potersi affidare (ad esempio quelle che nei titoli usano formule come “Quello che sappiamo con certezza”, “quello che sappiamo finora”) e quali evitare (ad esempio quelle che cercano di attirare la nostra attenzione con titoli e immagini a effetto, i canali Telegram di cui non si conosce l’identità del gestore ecc).

noemi at butac punto it

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