(In)Giustizia è fatta – No, ma…

ABUSI

Le bacheche di Facebook conoscono diversi trend di condivisione: ci sono notizie che, per il contenuto forte – e molto spesso di verità discutibile – trovano facile via al cuore e alla pancia degli iscritti ai social network.

L’abuso sessuale su minori è uno dei temi più condivisi: specie quando l’epilogo è tragico per i carnefici e le vittime si fanno giustizia da sole. Uno dei casi, ad esempio, riguarda la bufala della brutale castrazione di un immigrato da parte del padre di una vittima di stupro.

Peccato che tale notizia non riesca ad essere rintracciata in nessuna testata, online o meno, e quindi si qualifichi come bufala totale.

(In)Giustizia è fatta

Quella di oggi, invece, è una notizia le cui le premesse ed i fatti sono veritieri ma le conclusioni pubblicate dalle testate italiane (qui trovate la versione versione di Tgcom24) totalmente errate; cominciamo con l’analizzare, traducendoli, i fatti riportati dal quotidiano inglese “Telegraph”.

Innanzitutto, da un controllo incrociato appare che la ragazza è stata veramente vittima di stupro da parte di un adulto all’età di otto anni e che il criminale è stato condannato a una pena considerata – a posteriori – troppo clemente; si evidenzia che la ragazza versava in uno stato psicologico drammatico, tanto da essere esclusa da scuola per cattiva condotta, e che temesse il ritorno del suo aguzzino, non incarcerato per mancanza di prove. Tgcom, invece, riporta che l’uomo sarebbe stato condannato ad una pena detentiva della durata di sei anni.

L’adolescente, minata dalle conseguenze degli abusi, decide quindi di pugnalare l’uomo con un coltello da cucina e di costituirsi alla più vicina stazione di polizia dicendo di aver “ucciso una persona”.

Solo che non è così.

Sebbene infatti Tgcom riporti diversamente, la giovane non ha ucciso il suo stupratore, tanto meno tagliandogli la gola: l’uomo è stato pugnalato al cuore, ma è stato sottoposto a delicate operazioni e sopravviverà.

Dopo essersi dichiarata colpevole di lesioni personali dolose, il giudice ha semplicemente deciso di processare la ragazza tenendo conto della circostanza nella quale il crimine è avvenuto.

Per questo, considerati la giovanissima età della ragazza e gli abusi subiti, ha pronunciato per lei una sentenza che prevedesse la riabilitazione in un centro per minori. Quindi, la ragazza non è stata graziata dal carcere dopo aver compiuto la propria vendetta, uccidendo il pedofilo, ma ha subito un processo per lesioni personali durante il quale sono state analizzate tutte le possibili attenuanti del caso.

Per quanto riguarda le “spese legali”, di cui parla Tgcom, è vero che il giudice si è offerto di pagarle di tasca propria ma è anche vero che corrispondono a una cifra irrisoria (dalle 15 alle 20 sterline, pari a circa 20-25 euro), come possiamo vedere qui.

Ed è anche vero che il giudice si è dichiarato dispiaciuto della clemenza applicata al pedofilo, scusandosene con l’imputata, ma da quanto riporta il Telegraph sembrerebbe che siano cambiate le linee guida in merito al crimine di abuso su minori; tuttavia non sono una giurista ed accolgo volentieri vostre segnalazioni in merito che possano chiarire la natura della frase di commiato pronunciata dal giudice di Bradford, dove il processo ha avuto luogo.

Possiamo quindi tirare un sospiro di sollievo: non sono ancora arrivati, per fortuna, i tempi in cui la giustizia fai da te venga premiata.
EDC
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