Ipnosi al posto dell’anestesia?


Oggi faccio davvero poca fatica, per merito dei commenti del Dott. Salvo di Grazia.
Il 2 agosto 2019 il Corriere della Sera ha titolato:

Operazione chirurgica al cervello: paziente ipnotizzato, niente anestesia

Non è la prima volta che vedo titoli del genere, evidentemente c’è qualcuno a cui interessa dare l’idea che l’ipnotismo sia una valida alternativa all’anestesia, ma le cose non stanno così. Cerchiamo di capire meglio i fatti. Il Corriere, a firma Giovanna Maria Fagnani riporta:

Piero De Bernardi, 69 anni, meccanico in pensione, fino a mercoledì scorso non riusciva più a muovere la gamba e il braccio sinistro, a causa di una paresi, provocata da un ematoma nel lato destro del cranio. Ieri, invece, camminava tranquillo fra i corridoi del reparto di Neurochirurgia dell’Ospedale di Legnano. Niente stress da intervento, nessuna anestesia da smaltire. Piero è stato il primo paziente del nosocomio ad essere operato sotto ipnosi, anziché sotto anestesia. In Italia sono rarissimi i casi di utilizzo di questa tecnica in neurochirurgia: al momento esistono solo tre pubblicazioni.

L’articolo ha girato su Facebook e ha subito ricevuto un commento illuminante del Dott. Salvo di Grazia:

Il cervello non ha terminazioni nervose. Gli interventi si fanno anche senza anestesia con paziente sveglio (forse sono noti quelli in cui l’operato suona uno strumento per controllarne le funzioni cerebrali). Non c’è bisogno di nessuna ipnosi.

Sempre il Dott. Di Grazia linka questo video, che mostra un paziente operato senza anestesia, e senza ipnotismo:

 

Sempre dall’articolo del Corriere:

Durante l’intervento, Piero ha mostrato fastidio solo nel momento della separazione fra pelle e ossa. A quel punto il primario ha optato per una piccola anestesia locale. «Ho cominciato a studiare l’ipnosi dopo aver letto alcuni scritti di Carl Gustav Jung — racconta Cividini —. Il fascino di questo stato fisiologico è che si spegne la mente conscia e tutto dipende da quella inconscia. Quello che ho fatto con il paziente è stato riportarlo a quel luogo sicuro e di benessere che ognuno di noi ha dentro di sé. Un ricordo in grado di fargli sviluppare la capacità di non sentire dolore».

Piccola anestesia locale? Siamo seri, un’anestesia locale è un’anestesia locale, il fatto che il paziente abbia mostrato fastidio è proprio per quanto spiegava Di Grazia, il cervello non ha terminazioni nervose ma la cute sì, quindi è normalissimo che il dolore ci sia stato solo durante quella parte dell’intervento, come è normale che nella fase operativa sul cervello (anche senza bisogno di un neurochirurgo ipnotista) l’intervento sia potuto procedere senza dolore alcuno. Nel caso precedente che avevo trattato, l’ipnosi era sfruttata dai medici intervistati per far passare il concetto che l’olistica abbia poteri curativi superiori alla medicina allopatica, oggi per fortuna sul Corriere si è evitato di raccontare anche questa sciocchezza.

Mio nonno, medico, è stato uno dei precursori italiani degli studi su medicina, ipnotismo e parapsicologia, purtroppo è morto 3 anni prima che io nascessi ma la mamma ricorda bene quanto lo facessero arrabbiare gli articoli che parlavano di queste materie senza che le cose venissero riportate nella maniera corretta.

L’ipnosi, in casi come quello raccontato dal Corriere sta all’anestesia come l’omeopatia sta alla medicina.
maicolengel at butac punto it
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