L’Italian Digital Media Observatory

...un editoriale di maicolengel

La settimana scorsa alcune testate hanno dato la notizia della nascita di un “osservatorio sulla disinformazione”.  Vi riporto quanto scritto da Maurizio Costanzo su La Nazione del 17 settembre 2021:

Costituire un punto di riferimento per l’analisi e il contrasto alla disinformazione, in un mondo dove dilagano le fake news. Con questo obiettivo nasce l’Italian Digital Media Observatory, osservatorio ideato dalla Commissione Europea, che sarà presentato il 20 settembre.

Con questo tipo di introduzione non potremmo che essere felici, non credete? Eppure c’è qualcosa che stona, e mi spiace che stoni, tra poco vediamo insieme cos’è. Procedo nella lettura della presentazione di questo “osservatorio”:

Con l’obiettivo di dare “potere della verità al tempo della disinformazione”, si è dato vita ad un network di hub nazionali sull’analisi dei social media. Finanziati, in questa fase di avvio con undici milioni di euro, gli hub nazionali contrasteranno la disinformazione in otto Paesi dell’Unione Europea, studiandone l’impatto sulle società per diffondere pratiche positive nell’uso dei media digitali attraverso la e-literacy e il fact-checking.

Tutto molto bello, sono tipo otto anni che parliamo di e-literacy e fact-checking, lo facciamo noi di BUTAC come lo fanno persone come il giornalista David Puente, ma anche colleghi blogger come i tanti autori di Bufale.net. Sicuramente qualcuno che può mettere a disposizione la sua esperienza sul campo sarà stato coinvolto in quest’evento…

L’Hub italiano, Idmo – Italian Digital Media Observatory, sarà realizzato con il coordinamento dall’Università Luiss Guido Carli insieme a Rai, Tim, Gruppo Gedi La Repubblica, Università di Tor Vergata, T6 Ecosystems, Newsguard, Pagella Politica e con la collaborazione di Alliance of Democracies Foundation, Corriere della Sera, Fondazione Enel, Reporters Sans Frontières, The European House Ambrosetti.

Non vi sto a riportare molto altro se non che a presenziare all’evento ci sarà Luigi Di Maio e a fare da padrone di casa e a coordinare l’evento sarà Gianni Riotta.

L’uomo nello spazio

Partiamo dalla fine, il direttore del Luiss DataLab è lo stesso che bloccò me e Paolo Attivissimo qualche tempo fa su Twitter, quando osammo correggere un suo tweet che parlava del primo uomo nello spazio. Si trattava di una sciocchezza, sia chiaro, nulla di grave, come certa disinformazione che si spera l’osservatorio cercherà di analizzare e contrastare. Ma la reazione del blocco di chi, in maniera un filo ironica come Paolo, gli aveva fatto notare l’errore, è a mio avviso comunque grave. Specie visti i toni:

E insisteva…

Sei un giornalista famoso, sbagli qualcosa (ci sta), e invece che verificare meglio e scusarti blocchi chi te lo fa presente? Non un ottimo biglietto da visita per chi presiede un evento sulla disinformazione. Ma Riotta alla Commissione Europea evidentemente piace molto, al punto che a fine 2017 viene inserito nel gruppo di esperti per contrastare le fake news. Siamo nel 2021 e direi che i 39 consiglieri che erano stati designati dalla Commissione Europea non abbiano contribuito in maniera significativa al contrasto della disinformazione. In quattro anni non ho visto una singola proposta concreta che sia stata fatta da questo gruppo e di certo in questo periodo la situazione non è migliorata.

Nel frattempo Riotta, grazie all’intercessione di David Puente,  mi ha sbloccato, ma secondo me durerà poco… attendo che si accorga di questo articolo che state leggendo.

Gruppo GEDI

Ma passiamo oltre, perché Riotta presiede solo l’evento, ma nel gruppo di lavoro abbiamo anche GEDI, inteso in questo caso come La Repubblica. Ma il gruppo GEDI non è solo Repubblica, ha tante testate e un gruppo di direttori che si occupano del marketing delle stesse. Uno fra i tanti direttori a marzo 2021 mi ha inviato una raccomandata che accusava un nostro articolo di essere malfatto:

…la ricostruzione effettuata in tale articolo è incompleta, faziosa ed oltremodo superficiale, in ogni caso idonea a lasciar intendere che la giornalista di XXXXXX YYYYYYYY abbia riportato delle notizie inesatte.

Non si limitava a farmi presente questo ma chiedeva una rettifica immediata:

Fatto salvo il diritto di agire per il risarcimento dei danni conseguenti, si richiede a tutela della testata giornalistica “XXXXXX YYYYYYYY”, ai sensi ed agli effetti dell’art. 8 della legge n. 47/1948, una immediata rettifica di quanto erroneamente sostenuto e/o lasciato intendere nelle notizie diffuse nell’articolo….

La cosa “bella” è che il nostro articolo riportava come fonti EMA, OMS, Ministero della Salute e AIFA. Il caro direttore invece per difendere l’articolo della testata del gruppo GEDI faceva riferimento ad altri articoli… del gruppo GEDI. Articoli che riportavano a loro volta disinformazione, uno proprio sulla Repubblica, e uno sul Mattino di Padova. Ovviamente il focus di tutto era la pandemia.

RAI

Andiamo oltre, nel gruppo di lavoro c’è la RAI, che sicuramente ha trasmissioni serie e benfatte che informano, basta pensare a tutto quello che porta la firma della famiglia Angela, o Basta la Salute con Gerardo d’Amico. Ma la RAI è anche il giornalismo a tesi di Report, che ben conosciamo, o le trasmissioni sensazionalistiche di Bruno Vespa, dove l’anziano giornalista riesce a mixare informazione e disinformazione alla perfezione. Per non parlare del lobbismo dei vari TG. Ve la ricordate il TG2 a cui l’Ambasciata di Svezia chiese rettifica e formali scuse? E il servizio antieuropeista passato sempre da Rai2? Per non parlare di quel meraviglioso presidente RAI che abbiamo avuto fino a luglio 2021.

Luigi Di Maio

Lui non fa parte dell’Osservatorio, presenzia solo all’inaugurazione dei lavori. Io capisco perfettamente che sarà presente in quanto Ministro degli Affari Esteri. Ma qui su BUTAC abbiamo un tag dedicato a Luigi Di Maio, in qualche occasione l’abbiamo anche difeso, ma la maggior parte delle volte siamo stati costretti fare chiarezza su cose che il ministro aveva detto in maniera errata. Sia chiaro, per quelle che erano le premesse Di Maio ha fatto molto meglio di quello che ci saremmo potuti aspettare. Ma fa parte di una squadra che sulle fake news ha campato alla grande, e ha avuto il supporto di siti smaccatamente faziosi che oltre a supportare il M5S sono anche riusciti a fare tonnellate di euro grazie alla disinformazione. Luigi Di Maio è dove è solo e unicamente grazie alla costante disinformazione che ha portato il Movimento 5 Stelle ad essere uno dei principali partiti italiani. Disinformazione che poi è stata abbandonata, nascondendo sotto al tappeto tutto il possibile una volta che sono arrivati nelle stanze dei bottoni. Ma sappiamo bene che i danni che hanno fatto in sette anni ci vorrà tempo prima di poterli davvero cancellare, e non limitarsi a far finta che non siano mai esistiti.

Concludendo

Io non ho nulla contro la Commissione Europea che sceglie di patrocinare quest’osservatorio, e neppure contro la Luiss presso cui si terrà. Ritengo però che le cose siano fatte un po’ alla carlona, che gli attori che partecipano a queste iniziative siano, almeno in parte, soggetti che non hanno la più pallida idea di cosa sia la vita online, cosa sia la cittadinanza digitale, quali possano essere le strade da intraprendere per migliorare la situazione attuale.

Spero che l’Osservatorio sarà in grado di dimostrare che ho completamente torto, fermo restando che siamo al terzo gruppo di lavoro simile nel giro di circa quattro anni e finora abbiamo sempre avuto conferma dell’inutilità di queste iniziative.

Non credo di dover aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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