#ItalyDidIt e affidavit in inglese…

...dio, quanto amiamo i social!

La settimana scorsa ci avevate segnalato questo testo che stava cominciando a circolare e che si riferiva a una storia che a sua volta avevamo in parte già trattato in svariate puntate precedenti. Mi sto riferendo alla vicenda raccontata da svariati follower di QAnon che vedrebbe l’Italia in prima linea nel complotto ordito ai danni di Donald Trump, complotto che avrebbe avuto lo scopo di falsificare le elezioni americane del 2020 servendo la vittoria a Joe Biden su un vassoio d’argento (a sua volta probabilmente regalo di Finmeccanica*).

Per coloro che si fossero persi qualche passaggio facciamo un breve riassunto. A inizio dicembre un militare in pensione si è messo a pubblicare video in cui sosteneva che a Francoforte fosse successa una serie di eventi di notevole complessità e rilevanza: tra agenti della CIA e membri dei servizi segreti americani si sarebbero infatti sparati addosso, il tutto sotto il silenzio della stampa tedesca, che avrebbe coperto i fatti. Secondo questa narrazione, la sede operativa della CIA di Francoforte avrebbe operato dalla città tedesca sul voto elettronico americano, manipolandone il risultato. Il signore che raccontava questi fatti si chiama Thomas McInerney, e come dicevamo è un militare in pensione (dal 1994), analista per Fox Tv e consulente per Donald Trump. Non proprio un volto super partes. Oltretutto parliamo di un soggetto che è stato ritenuto così poco affidabile che, già dal 2018, persino Fox che non è ritenuta esattamente una fonte di informazioni sempre imparziale ha deciso di fare a meno dei suoi servigi. Prove del conflitto a fuoco a Francoforte? Nessuna, se non le parole di questa “gola profonda”.

A fine dicembre ecco che arrivano anche le dichiarazioni di un ex agente della CIA, Bradley Johnson, il seguito di quelle messe in circolazione a fine dicembre da McInerney. Johnson sostiene che lo scopo dello scontro a fuoco di fine novembre a Francoforte fosse impedire che si attuasse l’accordo in ballo tra Obama e Renzi. Quale accordo? È presto (…) detto: Obama, con l’aiuto di Renzi, avrebbe pagato qualcuno per manipolare i dati delle elezioni americane tramite il satellite Leonardo in favore di Joe Biden. L’ex presidente americano, secondo le narrazioni che fanno capo a Q, avrebbe speso 400 milioni di dollari per arrivare a Renzi e tramite lui a un hacker che nel corso delle elezioni, dall’Italia, avrebbe manipolato i dati. L’hacker, come ci viene raccontato nel documento che abbiamo linkato sopra, sarebbe un certo Arturo D’Elia. D’Elia esiste per davvero e ha lavorato su satelliti Leonardo. D’Elia, inoltre, è stato da poco arrestato proprio in merito ai lavori su Leonardo. L’accusa è quella d’aver rubato dati sensibili. L’inghippo è che l’accusa riguarda fatti accaduti tra il 2015 e il 2017. D’Elia è da tempo sotto indagine, fosse stato coinvolto in quanto raccontato si sarebbe abbondantemente notato.

Come ha titolato Formiche.net:

Non ci sono più i complotti di una volta…

Il nome di D’Elia viene a galla grazie a un avvocato catanese che sostiene di esserne il difensore. L’avvocato è protagonista in questi giorni di numerosi post social e miriadi di commenti copiati e incollati a tappeto sotto i post di chiunque ne parli pubblicamente. Nel primo, come abbiamo visto sopra, troviamo copia di quello che è definito un affidavit, in lingua inglese, dove appunto si racconta di come D’Elia avrebbe rilasciato all’avvocato Alfio D’Urso la testimonianza di quanto ha fatto per favorire l’elezione di Biden; il secondo, che ha seguito a ruota, è un video dove l’avvocato legge l’affidavit (con qualche omissione) in inglese. L’inglese è lievemente maccheronico, ma non posso fare a meno di proporvelo:

 

Nell’audio l’avvocato D’Urso omette alcune parti del suo affidavit, ma per il resto lo legge pedissequamente. I colleghi Paolo Attivissimo e David Puente hanno già provveduto a fare le dovute verifiche sia su D’Urso che su D’Elia, i cui avvocati (quelli che hanno davvero tale incarico) hanno smentito categoricamente il suo coinvolgimento nella vicenda. Tra l’altro, come spiegava Open, una manipolazione online dei voti da remoto senza lasciare alcuna traccia non è tecnicamente (e logicamente) possibile. Tutta la vicenda insomma è assurda, così assurda che pure USA Today è riuscita a fare un fact-checking sulla questione dagli Stati Uniti.

La questione affidavit redatto in Italia, poi, è davvero poco sensata. La testimonianza giurata avrebbe valore negli States, non da noi. Se non ho capito male, perché abbia valore come “affidavit” è necessario che D’Urso sia un’autorità giudiziaria o amministrativa specificatamente deputata a riceverlo e autenticarlo. Anche un avvocato può esserlo, sia chiaro, ma in Italia tutto questo non ha valore legale. Non abbiamo un ordinamento da common law, non facciamo uso di affidavit.

Come dicevamo a inizio dicembre, come abbiamo ripetuto a inizio gennaio, si tratta di teorie alimentate dai gruppi legati a QAnon, hanno seguito e credito tra i soggetti (più di quelli che credete, e molti non sono consapevoli da dove provengano) che seguono questi filoni narrativi.

Ma sono basati sul più assoluto vuoto cosmico.

Non credo serva aggiungere altro.

*speriamo che qualcuno non la prenda per vera, stavamo scherzando. Ma c’è gente che in queste ore crede che abbiano arrestato il Papa.

maicolengel at butac punto it

Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!