K19 – l’auto senza produzione di gas che fa 38 km con un litro di gasolio

K19-AUTOSENZAGASDISCARICO

Già da alcuni giorni, circola in rete la notizia secondo la quale un giovane ingegnere abruzzese avrebbe inventato un dispositivo da applicare al motore a ciclo Diesel per aumentarne i km percorsi riducendo i consumi: secondo il progettista infatti sarebbero 1800 km con 50 litri di gasolio e 2 litri di additivo.
Una delle pagine che riportano la notizia è questa.
In essa vi è anche un video in cui il giovane descrive in breve il funzionamento. Tale trascrizione è la seguente:

Salve sono Davide Patella, un giovane Sansalvese con la passione dei motori fin da ragazzino.
Tutto ciò mi ha spinto di progettare, brevettare e realizzare il K19, di cui è equipaggiata questa macchina.
Vi spiego brevemente cosa consiste: allora, mi permette di produrre ossidrogeno sfruttando il calore disperso dal propulsore senza l’uso di… corrente elettrica per la produzione di ossidrogeno. Questo ossidrogeno viene controllato e gestito elettronicamente da una centralina progettata e realizzata da me, che poi viene immesso nella camera di combustione tramite un sistema sequenziale di iniezione. Tutto ciò mi permette di percorrere  circa 38 km con un litro di gasolio in abbinazione (!) di bifuèl (!) [sarebbe bi fuel]. Questo bifuèl (!!) mi lavora con il 20% di gasolio e l’80% di ossidrogeno che a fine dei conti mi permette di percorrere 1800 km con 50 litri di gasolio e 2 litri di additivo. Questo additivo è composto da acqua, che sia salata, che sia dolce non potabile, perché è equipaggiato di filtri e decantatori , e tutto ciò permette il funzionamento del “K19”. Ora stiamo realizzando un progetto che permetterà la produzione in serie per equipaggiare le macchine. Ragazzi, il futuro è arrivato, e soprattutto se avete un sogno, portatelo avanti.
Vorrei fare dei ringraziamenti a chi mi è stato vicino… ecc. ecc.

Questo video è accompagnato da un articolo che in pratica dice indicativamente le stesse cose:

Il mio sistema è innovativo perché utilizza bassi consumi ti produzione: circa 1.5 ampere per produrre 100 litri di ossidrogeno/bioetanolo, ma non tramite la cella elettrolitica che attualmente si trova in commercio, ma tramite una camera di scissione progettata e costruita da me. Questo sistema permette alla vettura di percorrere a velocità media 38 chilometri con un litro di carburante (diesel o benzina), e soprattutto con un pieno di 50 litri di gasolio e 2 litri di additivo tocchiamo i 1800 chilometri di percorrenza. Il K19 è un sistema assolutamente innocuo: rischio di esplosione e incendi praticamente zero, tanto che se si prova a dare fuoco all’additivo esso risulterà non infiammabile, in quanto la base di tutto ciò è acqua”. E’ qui, secondo l’ingegnere sanselvese, l’innovazione straordinaria che arriva con il suo K19.  “L’evoluzione risiede proprio nel fatto che il mio sistema è in grado di riconoscere e filtrare e desalinizzare l’acqua, che sia potabile o non, che sia acqua marina o acqua di pozzo!”. Naturalmente Patella ha già avuto contatti con varie aziende automobilistiche che hanno dato la loro immediata disponibilità  alla sperimentazione ed eventuale commercializzazione in serie del K19. Il futuro dell’auto è già qui.

Tuttavia San Tommaso ci impone di verificare e controllare attentamente ogni parola detta e scritta, prendendosi pure la briga di andare a fare quattro conti, quelli della serva o della lavandaia, quelli che si imparano a 15-16 anni in un liceo o ITI.
Ed il risultato è che più che convinzioni, quelli ad essere generati, sono i dubbi.
Molti dubbi:

  1.  IL k19 CONSUMA CORRENTE OPPURE NO ? Nel video Patella sostiene verbalmente che “Detta produzione di ossidrogeno avverrebbe tramite il calore del motore senza quindi consumo di corrente” ma in tal caso perché nell’articolo si scrive testualmente che “Il mio sistema è innovativo perché utilizza bassi consumi ti produzione: circa 1.5 ampere per produrre 100 litri di ossidrogeno/bioetanolo” 
  2. SOLO DIESEL O ANCHE MOTORI A BENZINA? Patella nel video parla solo ed esclusivamente di motori Diesel a gasolio, non di motori funzionanti a benzina. Perché l’articolo invece parla indistintamente di motori funzionanti sia a gasolio che a benzina? Precisiamo che le pressioni nella camera di scoppio sono molto diverse e se Patella ha brevettato (come dice nel suo video) un sistema sequenziale di iniezione funzionante per un motore Diesel, questo non può funzionare per un motore a benzina.
  3. COME DETONA LA MISCELA DI PATELLA? Il gasolio ha un numero di ottano molto diverso dalla benzina quindi le modalità di accensione del propellente (carburante + comburente) cambiano a seconda del ciclo Diesel o otto. L’idrogeno ha un numero di ottano variabile, RON alto ma MON basso e questo complica tutto perché basterebbe il contatto con un punto caldo nella camera di combustione per la detonazione. Patella ci dovrebbe quindi spiegare come concilia la gestione della detonazione nel Diesel e (ammesso che sia) nell’otto con l’aggiunta di idrogeno.
  4. È VERO CHE IL BI FUEL È RIPARTITO IN 20% DA GASOLIO e 80% DA OSSIDROGENO ? Patella dichiara: “Da un additivo che è composto da acqua” aggiungendoci le % di consumo: 50 litri di gasolio e 2 di acqua. Il rapporto consumi globali è quindi 25:1 cioè 25 di gasolio ed 1 di acqua. Un semplice calcolo puramente indicativo dice che il gasolio ha un indice stechiometrico teorico di 14:1 in massa, ergo, sempre in teoria e a puri fini indicativi, 50 litri di questo carburante, che corrispondono a circa 42 kg , richiedono circa 580 kg di aria, per un totale (carburante + comburente) di circa 640 kg. Poi abbiamo l’acqua, 2 litri (che poniamo pesare 2000 g) e che possono generare (sempre teoricamente) 1780 g di ossigeno e 220 g di idrogeno. Sappiamo che l’idrogeno ha un indice stechiometrico di 34:1 quindi per 220 g di detto carburante, servono circa 7.5 kg di aria. Siccome in 7.5 kg di aria ci sono 1575 g di ossigeno, l’ossidante necessario alla nostra combustione, questo lo si potrebbe prelevarlo dai 1780 generati dai 2 litri di acqua. In tal caso avremo che per percorrere i nostri 1800 km il motore consuma 640 kg di propellente da gasolio (aria+carburante) e meno di 2 kg di propellente da acqua (giacché 1575g + 220g = 1795g). In tal caso il rapporto in peso tra i gas bruciati sarebbe di 640/1,8 ovvero 99.7% di propellente da gasolio e 0.3% di propellente da acqua. Ma Patella ci promette l’80% di ossidrogeno e il 20% di gasolio + aria. In realtà qualcuno potrebbe opinare che si è tenuto conto solo ed esclusivamente del peso dell’ossigeno nel propellente ossidrogeno, altrettanto bisognerebbe fare nel propellente a base gasolio. Per cui i 580 kg di aria diventerebbero 121.8 di ossigeno, che sommati ai 42 di gasolio fa circa 164 kg. Ora il rapporto è più corretto in quanto non si tiene conto dell’azoto che di fatto non partecipa alla combustione del nostro motore. Ma anche in questo caso il rapporto non regge perché 164/1.8 corrisponde al 98,9 di “ossigasolio” e 1.1 di ossidrogeno.  Si potrebbe ancora giocare coi numeri asserendo che di fatto 42 kg di gasolio comportino un utilizzo di 2 litri di acqua ovvero 220 g di idrogeno. Senza quindi tenere in conto l’ossiddante, il rapporto nudo e crudo dei consumi id carburante per i nostri 1800 km è di 42/0.22 ovvero 99.5 di gasolio e 0.5 di idrogeno. La nostra conclusione è che, in qualsiasi ipotesi di valutazione dei valori in gioco, il bi fuel sia ripartito non 20-80 ma 99-1 ( o peggio): ci piacerebbe sentire Patella cosa abbia da dire.
  5. PERCHÉ PATELLA SI RIVOLGE AI RAGAZZI? L’ Istituto Superiore di Sanità alla pagina http://www.iss.it/binary/sicu/cont/18.%20LIBRO%20%28121-128%29.1141388107.pdf dice che i patentati (in generale) sotto i 30 anni sono circa il 20-25 % del totale. Perché allora il nostro autore si rivolge ai ragazzi, che rappresentano una decisa minoranza, incitandoli che il futuro è arrivato e non fa ad esempio appello alle case costruttrici, come è più logico pensare. Se il K19 è brevettato perché rivolgersi ai privati, ai ragazzi, e non alle aziende? In realtà un recondito sospetto ce l’abbiamo, ma non essendo supportato da valenti prove, preferiamo tacere.
  6. LA CORRENTE ELETTRICA NON È UN CONSUMO! Lo può essere per la casalinga, o per una persona scarsamente informata tecnicamente, non per un progettista in ambito motoristico. Nell’articolo originale redatto a commento del video infatti (vedi la seconda parte del testo in alto), si parla di  “bassi consumi di produzione: circa 1.5 A”:  ora, a parte il fatto già citato al precedente punto 1, ovvero che Patella nel video dice “…senza l’uso di corrente elettrica” , tuttavia un progettista dovrebbe sapere che in Ampere si misura l’intensità di corrente elettrica, mentre il consumo viene misurato in Kwh oppure in Joule, ovvero si misura il lavoro compiuto, ovvero la potenza erogata nell’unità di tempo. Perché un progettista, dunque, compie questi errori?
  7. COSA C’ENTRA IL BIOETANOLO? L’articolo riporta: “…circa 1.5 ampere per produrre 100 litri di ossidrogeno/bioetanolo”. Nel video non se ne fa menzione. È singolare che un componente presumibilmente importante per il funzionamento del K19 non venga menzionato da Patella. E questo bioetanolo da dove proverrebbe? Mistero…
  8. ANCORA BIOETANOLO E OSSIDROGENO! Supponiamo di interpretare che il nostro progettista abbia voluto darci una corrente (1.5 A) come indice di basso consumo del sistema. Anche però in questo caso il dato non dice nulla: 100 litri prodotti in quanto tempo? 1 secondo? 1 minuto? Un ora? Qua si che incidono i consumi, quelli veri. Far circolare 1.5A per un secondo, per un minuto o per un’ora cambia, e di molto, il nostro bilancio energetico globale. Attendiamo speranzosi chiarimenti.
  9. LA CAMERA DI SCISSIONE? Siamo ben convinti che non si usi nessuna cella elettrolitica: per estrarre idrogeno (110 g) e ossigeno (890 g) da 1 kg di acqua con metodi classici servono circa 474.4 kJ/mol che tradotti in spiccioli per la casalinga, sono circa 26 MJ cioè oltre 7 Kwh. Servono modernissime e costose tecnologie per ridurre i consumi arrivando, secondo Wikipedia, a 18 Kwh per 1 kg di idrogeno. Tuttavia saremmo curiosi di sapere qualche dato energetico in più sulla camera di scissione citata dal nostro Patella, perché detto così non dice nulla ed onestamente i numeri fino ad ora non sono dalla sua parte. Se il progetto è brevettato dovrebbero esserci  ben pochi segreti da parte del progettista. Nell’attesa siamo andati a cercare in rete informazioni sulla camera di scissione, ma abbiamo trovato solo un articolo che rimanda al nostro Patella, un brevetto di un certo Lorenzo Errico con notizia del giugno scorso, e poi “energia gratuita dall’acqua? Ce lo insegnano gli alieni”. Il resto guardatevelo voi, per noi è già sufficiente così, grazie! https://www.google.it/?gws_rd=ssl#q=camera+di+scissione+acqua
  10. SOLO O NON SOLO ACQUA? Se nel video si parlava solo di acqua, nell’articolo si parla di un additivo a base acqua, specificando che il segreto sta proprio qua. Domanda: nell’additivo? Risposta: no, nel fatto di usare qualsiasi tipo di acqua, salata o dolce, di posso, potabile o meno.
  11. INGEGNERE O NO? Nel video Patella non si definisce ingegnere, ma nel testo viene citato come tale. Anche un altro sito lo descrive come laureato in ingegneria:  http://ambiente.tiscali.it/articoli/16/01/arriva-k19-rivoluzione-settore-auto.html tuttavia sul sito http://www.sansalvo.net/notizie/attualita/18851/davide-patella-perche-i-sogni-sono-contagiosi si dice che

Si è molto parlato di un giovane sansalvese Davide Patella, che ha brevettato un metodo innovativo per alimentare un qualsiasi motore.

Davide ha 28 anni, non è un ingegnere come erroneamente riportato da alcuni mezzi di informazione, è un diplomato dell’Istituto Professionale di San Salvo, con una grande passione per i motori.

Non è quindi un ingegnere! Un po’ ce lo immaginavamo perché con questo tipo di persone siamo abituati a parole e spiegazioni ben più tecniche e ricche di terminologie specifiche, ben più di quanto non sia avvenuto con Patella. Un po’ come quando parla un medico: chi non è del settore stenta a comprendere pienamente il linguaggio usato, non perché il dottore vuole ostentare cultura, ma per comprensibile deformazione professionale.
Sempre nella stessa pagina si legge che:

A dicembre contatta su FB una grande casa automobilistica, ne segue una mail di risposta poi diverse conversazioni telefoniche, fino a quando Davide non viene invitato a recarsi in azienda. Lì viene sottoposto a decine di domande, alle quali Davide risponde prontamente, è la sua creatura in fondo.
La casa automobilistica è interessata, gli chiede di vedere l’auto. La passano al setaccio per ore, poi la risposta, “Ci hai convinto, complimenti!”.

Personalmente se dovessi contattare una grande casa automobilistica, non lo farei su un social forum, ma per email informandomi magari prima chi è l’ingegnere destinatario preposto (presumibilmente un responsabile sviluppo nuove tecnologie o simile), ma questo non dice nulla, così come non dice nulla se Patella sia o meno ingegnere: quello che conta è il risultato che promette.
E a noi di Butac sinceramente non ci ha convinti. Sono troppe le lacune tecniche e le contraddizioni, i bilanci energetici che non tornano e gli errori nell’uso dei termini. Che sia chiaro, questo non significa che il K19 sia necessariamente una bufala. Con i dati in possesso e per le considerazioni fatte, non ci sentiamo tutori di un giudizio tanto negativo in quanto non sussistono valide prove. Ma è nostra opinione propendere quantomeno per un dispositivo che non funzioni nei termini promessi.
Abbiamo ragione noi o ha ragione Patella? L’ideale sarebbe avere da lui un contatto con spiegazioni più esaurienti. In mancanza di queste attendiamo un po’. Oggi è il 28 gennaio 2016 e se di questo K19 non ne sentiremo più parlare, significherà che abbiamo visto giusto. Dopotutto quale casa automobilistica rinuncerebbe a sponsorizzare un proprio modello promettendo 38 km con un litro di carburante e mantenendo fede alla promessa?
Questo sarà la prova migliore, nell’attesa, ed in assenza di ulteriori informazioni, noi restiamo molto ma molto diffidenti.
Non per partito preso, ma per la divina protezione del nostro santo preferito.
San Tommaso!
Lola Fox
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