La app di Soros per i migranti


Il 6 maggio 2018, sul blog Gli occhi della guerra appare un articolo che titola:

“Segnala la presenza di agenti”
La nuova app di Soros per i migranti

Amo chi sa inventarsi titoli così, è gente che ha studiato, sa come attirare l’attenzione. L’articolo comincia con una premessa su chi sia George Soros, i toni sono decisamente avversi.

Torna a far parlare di sé il multimiliardario ungherese George Soros con le sue discutibili iniziative umanitarie.  Svestiti i panni di “squalo della finanza”, come ebbe a definirlo Bettino Craxi, Soros è ora concentrato in quelle attività che i media mainstream si ostinano a definire “filantropiche”.

Ci viene spiegato (negli stessi toni) cosa sia l’organizzazione Open Society. Non sto a riportare il testo, se volete lo trovate qui. Quello che m’interessa è mostrarvi il trucco sfruttato dal giornalista. Il titolo attira la nostra attenzione, siamo convinti che questo signor Soros abbia finanziato una app per aiutare gli immigrati a sfuggire dalla legge.

Una lunga premessa ce lo dipinge come un cattivo soggetto, e poi si arriva finalmente alla descrizione di quanto riportato nel titolo. O meglio, ci viene raccontato qualcosa.

…Si tratta infatti di un sistema di comunicazione immediata che mette in contatto diverse persone per segnalare la presenza di polizia o situazioni che possano coinvolgerla.

…In pratica se un immigrato senza documenti viene fermato dalla polizia quest’ultimo, schiacciando un semplice tasto sul telefono, può avvertire il gruppo di persone con cui condivide l’applicazione e cancellare in un secondo momento tutti i recapiti e dati personali di questa rete di irregolari.

Viene citata la fonte, Wall Street Italia, e anche la fonte della fonte, LMTonline. Peccato che l’originale non dica esattamente le stesse cose. Non parliamo poi della mancanza totale di attinenza col titolo.

Users can prepare a set of automatic messages to alert — with one click — family members, lawyers and others if they, or someone they care about, encounter immigration enforcement authorities. The tool was developed last year and distributed on a small scale and is now available for the public on Google and Apple apps stores.

LMT spiega chiaramente a cosa serve l’app:

Gli utenti possono preparare una serie di messaggi automatici per allertare – con un solo clic – familiari, avvocati e altri se loro, o qualcuno che gli sta a cuore, incontrano le autorità preposte all’applicazione dell’immigrazione. Lo strumento è stato sviluppato l’anno scorso e distribuito su piccola scala ed è ora disponibile per il pubblico su Google e nei negozi di app Apple.

Si tratta di una app creata per quegli irregolari che negli Stati Uniti risiedono da tempo, per avvertire il proprio giro di familiari e intimi che hanno bisogno di aiuto, magari legale. Danno istruzioni su come comportarsi, quali leggi possono citare, e che avvocati sono disponibili. Non serve per avvertire della presenza di agenti, manco fossimo in una spy story. Per capirci, negli Stati Uniti nel 2015 si calcolava ci fossero circa 11 milioni di immigrati illegali. Con 4 milioni di bambini, che essendo nati negli States sono cittadini americani. Quindi possono avere la necessità di avvertire che sono stati arrestati, magari avvertire proprio i figli, che in quanto cittadini americani hanno tutto l’interesse a cercare di aiutare i propri genitori a rimanere nel Paese.

Ripeto il concetto, non è una app per frodare nessuno. Ma una app per aiutare. Spacciarla per qualcos’altro è eticamente scorretto. Come lo è l’addossare l’ideazione della app collegandola a Soros. United We Dream è l’organizzazione che ha lanciato la app. Si tratta di un gruppo composto da circa un decimo di quei bambini, americani, figli d’immigrati irregolari. L’organizzazione è nata proprio per tutelare al meglio i diritti dei propri associati e dei loro familiari. Nel 2016 la Open Society ha donato loro 150mila dollari. UWD è composto da uno staff di 51 persone, gestisce 53 gruppi locali, ha oltre 400000 membri su 26 stati in cui è presente. Organizzano corsi, danno assistenza di vario genere ai propri associati. 150000 dollari sono niente rispetto al lavoro che fanno. Sostenere che sia un’opera di Soros a mio avviso è spararla grossa. La donazione era del 2016, le motivazioni si trovano sul sito della Open Society:

to maintain capacity to prepare for the successful implementation of deferred action for eligible immigrants

che tradotto:

mantenere la capacità di prepararsi per la corretta attuazione dell’azione differita per gli immigranti idonei

Che tradotto dal legalese americano significa poter continuare ad aiutare gli immigrati illegali con certi requisiti (un figlio americano, ad esempio) ad avere un particolare trattamento nella fase di deportazione. Si tratta non di un permesso di soggiorno, ma di un sistema legale che allunga i tempi necessari a venire allontanati dal Paese. Esistono sia il DACA che il DAPA, ma purtroppo per loro non tutti gli immigrati li conoscono o sanno come muoversi. UWD serve a questo, e probabilmente con quei 150000 dollari avrà finanziato l’ennesima campagna informativa.

Non credo serva aggiungere altro, ma la depressione è tanta.
maicolengel at butac punto it
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