La candidatura al Nobel…

Di medici, infermieri, farmacisti, psicologi, fisioterapisti, biologi, tecnici, operatori civili e militari tutti...

Odio fare il guastafeste, ma non posso esimermi dal trattare questa notizia, specie visto quante volte negli anni passati l’abbiamo dovuta confutare per altre figure. Partiamo da uno dei titoli che ci avete segnalato, il Fatto Quotidiano del 21 marzo 2021:

I sanitari italiani candidati al Nobel per la Pace: “Sono stati i primi a dover affrontare una gravissima emergenza sanitaria”

Nel testo dell’articolo viene riportata questa frase, che è poi quella che mi ha dato più fastidio:

Il personale sanitario italiano è ufficialmente candidato al Premio Nobel per la Pace 2021 per il suo impegno nella lotta alla pandemia di coronavirus: è la prima volta nella storia che tutti i sanitari di una Nazione ricevono tale candidatura. “Il personale sanitario italiano – scrive il Comitato per il Nobel norvegese illustrando la motivazione con la quale ha accettato la proposta – è stato il primo nel mondo occidentale a dover affrontare una gravissima emergenza sanitaria, nella quale ha ricorso ai possibili rimedi di medicina di guerra combattendo in trincea per salvare vite e spesso perdendo la loro”.

La frase mi fa arrabbiare perché sembra dare per certo che nell’elenco – che non è pubblico – dei candidati al Nobel per la Pace di quest’anno siano inclusi con certezza gli operatori sanitari italiani. Ma non è così, ve l’ho già spiegato più volte. Non è così e purtroppo mi duole dire che sono arrivato a quell’età in cui saranno i più giovani a scoprire se davvero gli operatori sanitari italiani saranno stati candidati. Cerco di spiegarmi meglio. Le candidature al Nobel, ovvero la lista dei soggetti su cui si pronuncerà l’Accademia per il Nobel, sono secretate per cinquant’anni. Ci sono soggetti (tra cui sicuramente Lisa Clark, che viene menzionata ovunque come colei che ha supportato la candidatura dei nostri operatori sanitari) che possono proporre nomi, che diventeranno quindi nominati. Ma se quei nomi siano accettati nella rosa di candidati al Nobel per la Pace lo scopriremo solo tra cinquant’anni.

Dare a intendere diversamente è sbagliato.

Come riporta il Comitato per i Nobel:

Neither the names of nominators nor of nominees for the Nobel Peace Prize may be divulged until 50 years have elapsed.

Titolare come hanno fatto tutti i giornali italiani nell’ultima settimana, senza spiegare quanto riportato qui sopra, dimostra lo scarsissimo spirito critico che pervade le redazioni. Non solo quelle locali e piccoline, ma anche quelle grosse, come il Sole 24 Ore, SkyTg24, Mediaset, Rai. E questo è grave, è grave perché non spiegare come stanno le cose e dare a intendere che si sappia quali sono i potenziali candidati al Nobel legittima certi bufalari. Sulla base dei titoloni scelti dalla stampa chiunque potrà dire che pinco o pallino l’hanno candidato al Nobel, potrà girare il mondo spacciandosi per un candidato al Nobel e farsi bello con quel titolone, conscio che tanto, quando si scoprirà se è stato veramente preso in considerazione per il Nobel, sarà defunto/a. Ne conosciamo già svariati che hanno cavalcato potenziali onorificenze fasulle.

Vorrei oltretutto mostrarvi il corto circuito giornalistico che si è creato. La prima testata grossa a dare la notizia è stata il Sole 24 Ore, che riportava così la storia:

Il presidente della fondazione (Fondazione Gorbachev Italia nd maicolengel) Marzio Dallagiovanna, sottolinea che «alla base della richiesta di candidatura, vi è il fatto che il personale sanitario italiano è stato il primo nel mondo occidentale a dover affrontare una gravissima emergenza sanitaria, nella quale ha ricorso ai possibili rimedi di medicina di guerra combattendo in trincea per salvare vite e spesso perdendo la loro».

Questo virgolettato – sul Sole è chiaro che sono le parole usate da Dallagiovanna per spiegare perché è stata proposta la candidatura italiana (che infatti viene chiamata “richiesta di candidatura” – le altre redazioni lo hanno modificato a loro piacimento, come avete visto sopra. Ad esempio sul Fatto Quotidiano (ma anche su altre testate, sia chiaro) del 21 marzo diventa:

“Il personale sanitario italiano – scrive il Comitato per il Nobel norvegese illustrando la motivazione con la quale ha accettato la proposta – è stato il primo nel mondo occidentale a dover affrontare una gravissima emergenza sanitaria, nella quale ha ricorso ai possibili rimedi di medicina di guerra combattendo in trincea per salvare vite e spesso perdendo la loro”.

Un copia e incolla venuto male, o forse una modifica nel comunicato stampa inviato dai proponenti la candidatura. Chi lo sa? Quello che sappiamo è che le richieste di candidatura di quest’anno sono un numero record, ben 329. Il termine ultimo per sottomettere una richiesta era febbraio. La nomina dovrebbe riguardare una persona o un’associazione/organizzazione e non, come riportato nella raccolta firme aperta su Change. org dalla Fondazione Gorbachev, un generico:

Medici, infermieri, farmacisti, psicologi, fisioterapisti, biologi, tecnici, operatori civili e militari tutti”. 

E invece sia la Fondazione, sia il medico che ha lanciato la petizione su Change.org (curioso sia uno di quelli in qualche modo legati al movimento delle terapie domiciliari), sia Lisa Clark non sono più specifici, anzi, nei comunicati stampa pubblicati su tutti i giornali italiani viene sempre omesso che nel calderone erano stati messi pure gli operatori militari. Io vorrei che voi capiste che una candidatura così non ha senso alcuno. Ah, giusto per completezza, su alcune testate come il Sole 24 Ore viene riportato che l’iniziativa lanciata dalla Fondazione:

…fin dalla metà del 2020, ha raccolto circa 350mila adesioni in numerose istituzioni a sostegno dell’iniziativa da essa ideata.

Non metto in dubbio siano arrivate adesione, su Change.org però si sono limitati a 360 firmatari.

Qui su BUTAC abbiamo trattato la materia candidatura al Nobel tante volte, perché sono tanti quelli che basandosi proprio sul fatto che le vere candidature sono segrete per cinquant’anni cercano di monetizzare dandosi un tono. Non ve le sto a riportare una per una, le trovate qui. L’ultima in ordine di apparizione è la candidatura al Nobel per la Pace di Donald Trump, a settembre 2020.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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