La casa di Laura Boldrini – Se questo è giornalismo

[message_box title=”NOTIZIA” color=”red”]Secondo Libero Quotidiano e L’Espresso Laura Boldrini sarebbe alla ricerca di una nuova casa a Roma, da comperare, con grande sfarzo.[/message_box]

[message_box title=”FATTI” color=”green”]La Presidente della Camera ha davvero cambiato casa, prima stava in affitto a Trastevere, alla scadenza del contratto si è trasferita sempre in affitto in altra zona. Ma va ricordato che ha rinunciato al risiedere nell’appartamento presidenziale di Montecitorio dove avrebbe avuto tanti agi e poche spese.[/message_box]

casa

Alla terzomondista Laura Boldrini la bella vita piace, come a tutti. Cuore a sinistra e portafogli a destra, un classicone da Bertinotti in avanti. La “presidenta” della Camera, riporta l’Espresso, un paio di mesi fa, dopo aver lasciato il gruppo di Sinistra italiana e dichiarato di volersi candidare, ha deciso di comprarsi una “umile dimora” in pieno centro a Roma, oltre quella che già possiede.

Così comincia un articolo apparso su Libero Quotidiano, non so se sia presente anche nella versione cartacea, ma in quella online siamo di fronte a un tipico caso di giornalista che poteva anche scegliere di fare il contadino (mi è stato fatto notare che il contadino è brava persona e mai si sarebbe permesso di diffamare) altro, che andava bene lo stesso.

A tutti può stare antipatico questo o quell’altro politico, ma il livore e l’odio che trasudano dal pezzo lo rendono più un tema di Parole Ostili che un articolo firmato su una testata nazionale. A volte mi domando, ma il direttore davvero concorda con questo modo di scrivere? O contano tutti di avere di fronte un popolo di imbecilli che nel giro di una settimana dimentica quello che ha letto? Ho seriamente paura che l’idea in redazione a Libero sia proprio quella, abbiamo l’82% di analfabeti funzionali, che ce frega del restante 18, noi parliamo a quelli, che sono di più.

L’articolo, come appunto citato, viene da un pezzo apparso su L’Espresso che di Laura Boldrini diceva:

Un paio di mesi fa, dopo aver lasciato il gruppo di Sinistra italiana ma prima di suggerire la propria disponibilità a una discesa in campo (con le parole «io non mi sottraggo»), la presidente della Camera Laura Boldrini si è risolta a prendere una nuova casa in pieno centro (oltre a quella che già ha).

Una dimora cinquecentesca molto bella e di valore storico, tra i bugnati che qua e là sorgono nei dintorni di piazza Navona. Tutt’altro che un appartamento da fine legislatura: anzi, una tipica casa di rappresentanza, come non bastassero le sale di Montecitorio per ricevere presidenti e ambasciatori. 
Il che – in chi sapeva del trasloco – ha fatto sorgere spontanea la domanda: forse Boldrini, nel mentre che scopre busti bronzei, combatte cyberbulli, discetta di “leadership collegiali”, si prepara a un futuro ruolo nel quale serva precisamente una casa siffatta?

La presidente è tra quelli che hanno scelto di non alloggiare a Montecitorio, posso confermarlo, ne parlammo a voce proprio in occasione del #BastaBufale alla Camera, quindi non ha casa statale, ma era in affitto in un appartamento a Trastevere. Alla scadenza del contratto ha scelto di cercare un’altra casa a Roma, sempre in affitto a quanto mi risulta, Libero e L’Espresso non si sa da chi abbiano notizie differenti, sta a loro dimostrare quanto asseriscono.

Non ho la più pallida idea se il palazzo in cui ha scelto di stare sia del ‘500 o del ‘600, non mi importa, ma siamo in Italia, avete idea di quanti palazzi siano di almeno 2/300 anni fa? Io sto a Bologna, meno ricca di Roma, il palazzo dove risiedo è del ‘600, gli appartamenti ai piani nobili sono coi soffitti affrescati, l’affitto di quello più grande si aggira sui 1400 euro. Vi assicuro che non è una residenza principesca, solo una bella location pulita e ben tenuta. Ma si può trovare a molto di più e a molto di meno, basta cercare.

La Boldrini inoltre è noto che si sia ridotta lo stipendio già dal 2013, ne dava notizia Il Fatto Quotidiano, non una testata che ami la presidente, spiegando anche che aveva rinunciato all’alloggio con i dovuti risparmi che ne conseguono.

Purtroppo il giornalismo è morto e sepolto.
maicolengel at butac punto it
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