La copertura del 5G e la diffusione dei contagi da COVID-19

Ho appena finito di ricaricare su YouTube il video che trovate alla fine di quest’articolo, l’ho dovuto ricaricare perché l’audio era venuto una ciofeca. L’audio è ancora una ciofeca, ma almeno si sente la mia voce. Nel ricaricarlo me lo sono ascoltato nuovamente e mi sono reso conto che manca un’informazione fondamentale.

I tanti che fanno collegamenti tra 5G e pandemia su scala globale hanno mai dato un’occhiata alle mappe di copertura del 5G in Italia? Hanno guardato quante antenne attive ci sono nelle zone attualmente più colpite dal contagio? E nelle altre? Sono tutte operazioni molto semplici, che persino un dipendente dell’Istituto Ramazzini potrebbe fare senza rischi di errori nelle valutazioni.

Esistono siti ad hoc per verificare le coperture, non funzionano in tempo reale ma quasi. Non si tratta di siti segreti aperti solo agli iniziati, no, sono siti pubblici, che riportano dati abbastanza precisi. Certo, non mettono in evidenza quei comuni dove magari si è appena cominciato a installare le antenne, ma solo quelle che sono già operative e funzionanti.

Qui trovate la mappa delle antenne, qui quella dei contagi. Sarebbe il caso guardarle con attenzione, comprendere che vi stano pigliando per i fondelli: a Bergamo di antenne operative 5G, se va bene, ce ne sono 4… Lo stesso vale per le altre città più colpite d’Italia. E sono tante quelle senza nessuna antenna ma comunque con contagi. Non fatevi infinocchiare da chi sta cercando di spaventarvi per trasformavi in cliente (o peggio, paziente).

Qui le due mappe in formato .jpg, ma suggerisco vivamente i link di sopra, dove potete zoomare quanto volete.

E qui in fondo il mio video con audio pessimo fatto per il canale YouTube:

Per concludere qui il link all’International Telecomunication Union che sfata ulteriormente il mito.

maicolengel at butac punto it

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