La crisi greca e i 700 bambini morti

 

 

Nel 2015 il nostro Neil Perri aveva scritto un lungo e dettagliato articolo sulla supposta “strage di bambini greci”. Ieri sera, leggendo le varie segnalazioni che arrivano in pagina, mi sono accorto di un articolo uscito sul Fatto Quotidiano a maggio 2019.

L’articolo del Fatto riporta le parole del vicedirettore del Corriere della Sera, parole usate da Federico Fubini nel presentare il suo nuovo libro:

Faccio una confessione, c’è un articolo che non ho voluto scrivere. Guardando i dati della mortalità infantile in Grecia mi sono accorto che facendo tutti i calcoli con la crisi sono morti 700 bambini in più di quanti ne sarebbero morti se la mortalità fosse rimasta quella di prima della crisi. La crisi e il modo in cui è stata gestita ha avuto questo effetto drammatico e ci sono altri dati che confortano questa mia conclusione, come i bambini nati sottopeso. Adesso nel libro lo scrivo e lo racconto in dettaglio.

Il Fatto Quotidiano in quell’articolo ci ricorda che Federico Fubini fa parte del gruppo di 39 esperti europei per combattere le fake news. E io onestamente, ce li avessi ancora, vorrei mettermi le mani nei capelli. Non bastava Riotta, che banna chi gli fa presente quando pubblica una sciocchezza, anche Fubini è nella squadra italiana anti fake news, e anche Fubini evidentemente casca nella condivisione di notizie manipolate.

Vediamo di capirci: lo studio del Lancet da cui partivano tutti i giornalisti (e politici) italiani per sostenere la teoria che la crisi avesse ucciso 700 bambini in Grecia riporta molto chiaramente i dati, io non ho letto il libro di Fubini e non so come li abbia riportati lì, ma se i toni sono gli stessi riportati dal Fatto Quotidiano mi spiace, ma evidentemente non li ha saputi leggere. E questo a mio avviso è molto grave per il vicedirettore di un giornale importante come il Corriere della Sera. E ancora più grave è il fatto che un giornale che riporta la citazione poi non cerchi in alcuna maniera di verificarla.

Vi riporto le parole di Neil, che all’epoca trattava l’argomento mortalità infantile in Grecia perché era cavalcato da Di Battista:

…ogni dato andrebbe analizzato da persone competenti (che non siamo nemmeno noi o voi a casa) e che lo facciano nell’interesse del bene comune. Queste informazioni non servono per gli avvoltoi della politica per giocarci e manipolarle come più gli aggrada. Tornando alla frase originale di Di Battista

la mortalità infantile aumentata in Grecia del 43% grazie all’austerità degli ultimi anni.

La risposta è no. Non è stata l’austerità degli ultimi anni, o almeno non ha una incidenza così importante dato l’andamento. I fattori potrebbero essere migliaia combinati tra di loro.

La frase con cui Neil concludeva la sua analisi è tutt’ora perfetta a distanza di quattro anni:

…la propaganda e l’analisi intelligente dei dati sono due cose completamente diverse

Capisco benissimo che il giornalista del Fatto si giustificherà spiegando che lui non ha fatto altro che riportare quanto detto da altri, ma così non si sta affatto informando il lettore. Anzi, riportando le parole di un giornalista su un altro giornale le si avalla, dando credibilità a una notizia che era, già nel 2015, disinformativa.

Davvero è così che pensiamo di contrastare l’information disorder?

Lo so, anche stavolta non mi faccio nuovi amici, ma ragazzi, questo modo di fare informazione non va affatto bene. Giusto per rincarare la dose, a fine settimana scorsa era apparso, sempre sul Corriere, un lungo articolo che parlava di Carola Rackete, articolo smentito da Sea Watch:

Purtroppo però pur avendo ricevuto centinaia di tag su Twitter nessuno del Corriere, in oltre 24 ore, si è fatto avanti per spiegare le cose. Non va affatto bene.

Non credo, purtroppo, di poter aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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