La disinformazione ottusa: adozioni

MAMME-GAY

L’elenco delle testate che hanno riportato questa storia è lungo. Potrei nominare TEMPI e fermarmi lì, ma si è passati per il Secolo XIX e per i nostri cari amici di LoSai. Sono sicuro che se cercassi ancora più a fondo, troveremmo questa storiella anche in tanti altri posti.

La notizia è di quelle ad hoc, pronte a incutere nei lettori sdegno e fastidio verso una minoranza. Alla faccia della fratellanza cristiana e di tutti i dogmi d’amore che dovrebbe passare la Chiesa cattolica oggigiorno!

Cresciuta con due mamme gay dice ai giudici: sono stata infelice

Tutta la storia riporta (dis)informazioni a danno delle famiglie LGBT, ed è disgustoso il modo con cui viene invece posta e raccontata: “testimonianza choc”, dicono. Oro colato da versare ai lettori.

Veniamo ai “fatti”.

«Conosco la loro violenza. Sono stata una loro vittima. Non sono loro le vittime. Per favore, usate buon senso e mantenete in Texas la definizione di matrimonio tra uomo e donna». Nell’aula del quinto circuito della Corte d’appello dello Stato del Texas la signora B.N. Klein, 54 anni, è stata chiamata a testimoniare riguardo alla sua vita come figlia di una coppia di lesbiche e attiviste Lgbt.

Chi è B.N.Klein? O sarebbe meglio dire, chi non è. La prolifica anti-trans americana ha svariati pseudonimi, con cui scrive e attacca il mondo che non le piace. Si parte da Rivka Edelman per arrivare a B.A Newmark, pen names usati per confondere le acque e non far ricondurre alla stessa persona. Un trucchetto ridicolo, già scoperto da tanti… ma curiosamente non da Tempi, o dal Secolo… o da LoSai.

Loro evitano di informarsi, perché a loro non interessa fare del sano giornalismo. A loro interessa solo ed unicamente dare addosso ad un concetto di famiglia che non riconoscono, poco importa che la notizia sia basata su fuffa o meno. Complimenti all’etica, davvero il tacco delle loro scarpe!

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La signora in questione è grande sostenitrice di Robert Oscar Lopez, attivista cristiano e professore alla Northridge State University. Il professore è estremamente contrario a tutto quanto è diverso dai dettami della sua fede; così contrario da opporsi a ogni minima apertura al mondo LGBT. La cara Klein/Newmark/Edelman scrive a sua immagine e somiglianza.

La deposizione che gira sulle pagine di Tempi non ha alcun valore legale, né come testimonianza né come atto d’accusa: non è stata rilasciata infatti dietro giuramento e non cambierà le carte in tavola nel processo in corso, contro il quale la signora ha voluto presentare questo memoriale. Il racconto da lei scritto dovrebbe descrivere la vita in una famiglia con due mamme. Come se il suo racconto (farlocco) dovesse fare qualche differenza, come se lei fosse il metro di paragone per decidere se una coppia LGBT possa adottare o metter al mondo un figlio per donazione di sperma o utero in affitto.

Tutti possiamo avere genitori di merda: gente che non ti ascolta, che non si tolgono mai dalle scatole, che vedono in noi un modo per fare belli se stessi. Sorpresa delle sorprese: questa non è una macchia esclusiva del mondo LGBT. Se facessimo un bel sondaggio mondiale, i dati ci direbbero che la maggioranza dei bambini figli di coppie normali avrebbe da ridire sui propri genitori… e poi cosa? Decidiamo che la famiglia normale è da buttare nel cesso perché una grande parte dei figli di questi si lamenta? Direi proprio di no.

A ognuno toccano i genitori che passa il convento. Uomo e donna, due donne, due uomini, poco importa: l’importante è che il bambino sia rispettato, accudito ed istruito nella maniera corretta.

Questo è almeno il mio parere.

Ma la cosa più ridicola di tutto questo imbroglio è che Tempi è incappato in quella fuffa brutta, ma proprio brutta. Eh sì, perché B.N.Klein, a.k.a. Rivka Edelman, a.k.a. Brittany Anne Newmark, NON ha vissuto in una famiglia lesbica, ma in una normalissima famiglia con un papà, una mamma ed un fratello, come riportato dal New York Times in occasione dell’arrivo del fratellino:

NEWMARK—Dr. and Mrs. Howard Newmark, happily announce the birth of Brittany Anne’s brother, Leonard Oren, on June 15, 1964.
 

Sfruttare la storiella per l’ennesimo attacco anti-LGBT dimostra quanto siano schierate certe redazioni e quanto poco abbiano voglia di raccontare le vere notizie. A loro basta spacciare qualsiasi cosa che porti acqua al proprio mulino: tutto il resto è noia.

Giusto per non farci mancare nulla, il sottoscritto è andato a cercare (metaforicamente) il buon Lopez, il quale in “tempi” diversi ha rilasciato esattamente le stesse interviste e storie di B.N. Klein. Identiche.

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Anche Lopez è comparso sulle stesse testate italiane, è stato ospite in Italia proprio in nome della causa anti-famiglie LGBT; sempre pronto a raccontare la sua parabola, vera o meno che sia. Ma se si va a guardare bene, la sua non è la storia di un bambino con due mamme, ma solo di un figlio di separati con una madre che vedeva l’amante in segreto nei weekend, portandosi appresso il figlio.

Guarda caso, quasi tutta la sua “memoria” lasciata al giudice, come ha fatto la Klein, verte su problemi che non riguardano coppie dello stesso sesso. Sono problematiche legate in quasi tutti gli esempi a chi ha avuto un genitore adottivo – sia perché orfano di padre con madre risposata, sia per l’opposto – o perché figlio di genitori separati che si sono risposati. Come, ovviamente, nel caso di qualsiasi adozione.

Ma chi ha riportato il suo pensiero non si è fermato un secondo ad analizzare! Loro scrivono per fare proseliti, non per investigare i fatti; vogliono armare le anime dell’esercito fedele al dogma: no a due genitori dello stesso sesso, no alle adozioni gay.

Io non vi sto dicendo che si deve essere PRO o CONTRO e capisco che per qualcuno, tra le righe, si capisce la mia posizione. Non ci posso fare nulla: restano solo i fatti.

Il primo caso vede protagonista una donna con molteplici alias, e ne ha usati altrettanti per spammare commenti sul web, dandosi di volta in volta ragione sotto ai suoi stessi articoli e minacciando ogni commento negativo. Non esattamente il comportamento che mi aspetto da chi professa la fede nei valori cristiani.

La cosa che mi lascia allibito è che leggendo le due dichiarazioni si evidenzia una nota sessista persistente, riporto da Lopez:

Even if my peers’ parents were divorced, and many of them were, they still grew up seeing male and female social models. They learned, typically, how to be bold and unflinching from male figures and how to write thank-you cards and be sensitive from female figures.
Anche se i genitori dei miei amici erano divorziati, e molti di loro erano in quella condizione, sono comunque cresciuti vedendo dei modelli sociali maschili e femminili. Hanno imparato come essere audaci e risoluti dal modello maschile e come scrivere biglietti di ringraziamento ed essere sensibili da quello femminile.

Lo stereotipo per eccellenza! Ora mi dirà che non devo lasciar giocare mio figlio con la cucina, o che dovrò nascondere il razzo così mia figlia quando avrà l’età giusta eviterà di divertirsi. Siamo sicuri che sia una persona sensata da ascoltare?

Alcune delle fonti usate le trovate qui sotto, le altre nel testo.

Good as you

New York Times

Box Turtle Bullettin