La FIMP e le conseguenze della malinformation

Nella giornata di ieri è stata portato alla mia attenzione un post della Federazione Italiana Medici Pediatri. Vi riporto il post così come è sulla bacheca della FIMP:

Da ieri pomeriggio la nostra Pagina è dentro il mirino dei no vax, che hanno condiviso alcuni nostri post nei loro gruppi e nelle loro bacheche in una deprimente “chiamata alle armi”. A centinaia si stanno riversando con insulti, diffamazioni e minacce, che il nostro consulente legale sta raccogliendo per procedere con una denuncia alla Polizia Postale come da art. 595 del Codice Penale.

Per Facebook ovviamente è tutto regolare, e suggerisce al massimo di cancellare i nostri post. No, non lo faremo. Noi non ci arrendiamo ai leoni da tastiera laureati su YouTube o indottrinati sui forum. Noi lavoriamo nella vita reale e nella più grande emergenza sanitaria nella Storia siamo in prima linea per la salute dei bambini. Chi nello stesso tempo impiega le sue ore a sabotarci merita la sola attenzione del nostro avvocato. E della nostra squadra social, che lentamente sta ripulendo dall’immondizia la Pagina.
Ci scusiamo con chi ci segue per lo spettacolo al quale deve assistere, presto tutto tornerà alla normalità.

Purtroppo la cosa non mi ha sorpreso più di tanto, sono settimane che su YouTube vecchi video di BUTAC a favore dei vaccini stanno subendo l’attacco degli stessi soggetti. Lo stesso accade su alcuni vecchi articoli pubblicati qui sul blog. Non è di quello però che voglio parlare. Siamo abituati alle “shitstorm” (per i non anglofoni, letteralmente: tempeste di merda), una pratica volta a mettere a tacere le voci che non piacciono portata avanti spesso da coloro che, ironicamente, sostengono di vivere in una “dittatura del pensiero unico”. Anzi potrei dire che siamo immunizzati viste quante ne abbiamo subite e sappiamo reagire efficacemente e tempestivamente per bloccarle.

Quello che mi ha disturbato non poco non è il tono dei commenti che ho visto, ma il vedere dal vivo i danni di un certo giornalismo a caccia di like e click un tanto al chilo che abbiamo visto andare così tanto di moda in questi ultimi mesi (non che prima fossero dei precisini, eh).

Vi riporto un singolo commento trovato sulla bacheca della FIMP:

I no vax? No non date la colpa a loro io ho sempre fatto vaccinare mio figlio x le malattie ma non x l’influenzale no mi dispiace tu non mi inporrai un vaccino antinfluenzale ho perso già troppe persone con questo covid e che avevano fatto il vaccino antinfluenzale la gente non sono i no vax che vi fanno la guerra sono solo le povere persone che aprono gli occhi

La sottolineatura è mia. Non ci interessa sapere chi sia l’autore del commento, non è importante, l’importante è che quel commento (come altri simili) è tra quelli che ricevono più like. Quello di una persona che non ce l’ha coi vaccini, ma è stata spaventata da chi nei mesi scorsi, senza approfondire in alcuna maniera, ha sensazionalizzato senza spiegazione alcuna i dati che via via uscivano dai conteggi della Protezione Civile.

Come ad esempio qui dove, riportando un video di TeleColor col Prof. Tarro, titolavano:

I vaccini antinfluenzali contengono due ceppi di Coronavirus, e aumentano del 30% il rischio di Covid-19

Chi ha dato spazio in tv e sui giornali a informazione di questo genere è colpevole dei tanti che ora sono terrorizzati.

Voglio solo cercare di precisare una cosa: se i dati sui contagiati e morti sembrano evidenziare che molti dei casi erano soggetti che avevano fatto il vaccino antinfluenzale è solo perché la fascia d’età più colpita dal contagio è quella più a rischio nel caso che contragga l’influenza. Per cui è assolutamente normale che vi sia una maggioranza di soggetti che hanno fatto il vaccino antinfluenzale tra i più colpiti da COVID: fanno parte della stessa fascia demografica. Quello che è stato evidenziato dall’osservazione (senza però che sia ancora stato pubblicato alcunché di incontrovertibile) è che dei tanti contagiati, quelli che hanno passato meglio i trattamenti e hanno avuto meno reazioni gravi a COVID-19 sono proprio i soggetti che si erano vaccinati.

Ma non è questo il punto. Il punto è che permettendo a impettiti giornalisti di intervistare soggetti che sostengono teorie campate per aria, senza permettere un valido contraddittorio che contestualizzi la questione, si è spaventato il pubblico a casa.

Pubblico che è stato in casa per due mesi e mezzo, con tv e internet come principali fonti d’informazione. Se da quei canali riceve messaggi contraddittori ovviamente, seguendo il principio di precauzione, avrà paura di tutto. Vaccino incluso, anche quando di suo non sarebbe un antivaccinista.

Queste persone non sono nemici, tanti sono solo genitori spaventati. Genitori che hanno bisogno di esser aiutati a uscire da questo tunnel dell’orrore. Non sono cattive persone, sembrano così solo perché dall’altra parte per spaventarli hanno usato la più becera disinformazione.

Attaccarli, litigarci, non serve a far cambiare idea a nessuno, vanno presi per mano e accompagnati in un lungo percorso che gli faccia capire l’importanza della medicina preventiva.

Purtroppo da parte del Ministero oggi come ieri abbiamo il vuoto pneumatico in merito alla comunicazione verso il pubblico. Queste ad esempio dovrebbero essere le pagine che contrastano la disinformazione su COVID-19. Informazioni troppo scarne, comunicazione social insufficiente.

FNOMCeO e Istituto Superiore di Sanità ci provano, ma solo il Ministero può davvero cambiare le cose per quanto riguarda la comunicazione di massa.

Non credo di poter aggiungere altro se non un grazie, prima di tutto ai medici della FIMP, ma anche ad amici del gruppo social #IoSonoQui che stanno aiutando a arginare il muro di pupù antivaccinista che si è riversato sulle pagine della Federazione.

maicolengel at butac punto it
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