“La grande bufala della missione Apollo 20”

apollo20

Premessa

Esiste già un’analisi di Paolo Attivissimo, sulla sua pagina dedicata ai Complotti lunari, ma la sua demistificazione si concentra sulle prove esibite dai sostenitori della bufala. Qui di seguito invece un nuovo acquisto in forza a Butac, Lola Fox, ne analizza la fattibilità dal punto di vista tecnico e logistico, lettura davvero interessante!
Così si è presentata a noi, Lola Fox:

Anticonformista, con una smodata passione per il programma spaziale Apollo, la musica e la moda anni 70, è presente sul web dal 1996. E la televisione? “La tengo spenta! Quando cerco qualcosa per nutrire il cervello trovo solo cose che nutrono il mio intestino”.

Noi speriamo si trovi bene qui da noi, ci piace come scrive e lo spazio ci ha sempre appassionato.
Contiamo nel vostro benvenuto.
Buona sbufalata
La Redazioneas17-163-24148

LA BUFALA

1976: una missione congiunta USA-URSS decide di partire in gran segreto per raggiungere una astronave aliena sulla faccia nascosta della Luna. Ovviamente, come sempre quando si ha a che fare con alieni, non meglio specificate “forze governative” vogliono tenerci nascosti i fatti. Salvo poi che qualche “eroe” riesce a portare qualcosa che egli chiama “prove del complotto”. Nel nostro caso un presunto astronauta di nome W. Rutledge avrebbe comandato questa missione assieme alla collega L. Snyde e al russo A. Leonov veterano dell’astronautica sovietica.
 
Alcuni anni fa, la trasmissione “Mistero” condotta da Enrico Ruggeri su Italia 1, ha dato spazio a questo fatto con un taglio atto più a far credere ad un fatto vero che invece a propendere per una grande bufala.
Si sostiene poi che sia stato persino recuperato il corpo di un alieno, ma alcune varianti molto fantasiose e pittoresche ai limiti del grottesco parlano persino di recupero di un mezzo alieno riportato sulla Terra.5408

ANALISI DEI FATTI

LE POTENZE IN GIOCO

Credo che non sia difficile evidenziare l’assurdità di una nave aliena della presunta lunghezza di qualche km (!) “rimorchiata” sulla Terra. Nessun mezzo esistente avrebbe la potenza di farlo e soprattutto di farla atterrare sana e salva passando attraverso l’atmosfera terrestre. Credo quindi che su questo punto non sia il caso di dilungarsi oltre.

L’EQUIPAGGIO

Se di Leonov la storia dell’astronautica sovietica è piena di informazioni, dati e fatti (a riprova della sua esistenza) non si può dire la stessa cosa dei due membri americani di cui non c’è traccia se non per la storia in questione. Il complottista potrebbe sostenere che furono usati uomini tenuti segreti, ma questo non spiega perché in tal caso si fosse utilizzato uno degli astronauti sovietici più famosi e popolari. La mia personale risposta è che il nome famoso di Leonov poteva aiutare a dare veridicità alla vicenda.

QUALE VETTORE

Nel 1976 la Nasa era “a terra”: in febbraio del 1974 era rientrato Skylab 4, l’ultima missione dell’omonimo programma spaziale, nel luglio del 1975 ci fu l’ultimo lancio di un vettore della serie “Saturno” per la missione “Programma Test Apollo Sojuz” (ASTP) e solo nell’aprile del 1981 ci fu il primo lancio della prima missione Shuttle (STS-1). I vettori a 3 stadi per raggiungere la Luna erano i famosi “Saturno V” e ne furono costruiti 15, per garantire la copertura del programma Apollo originale completo. Quando nel 1970 il Congresso decise i tagli dei fondi alla Nasa, questa cancellò le ultime 3 missioni programmate (18-19-20). Uno dei 3 vettori rimasti venne modificato da 3 a 2 stadi per il lancio della stazione orbitante Skylab, mentre il 3° stadio, assieme agli altri 6 degli altri 2 vettori rimasti, sono visibili tutt’oggi come segue: 3 al Johnson Space center, 2 al Kennedy Space Center, 1 al Michoud Assembly Facility di new Orleans e 1 al National Air and Space Museum di Washington. La domanda dunque è: con quale vettore USA andarono sulla Luna nel 1976 dato che i Saturno IB (utilizzato per Skylab 2, 3 e 4 e per l’ASTP) era atto solo a missioni orbitali e non disponeva quindi della spinta necessaria alla massa del vettore “lunare” ?

TRACCE LASCIATE

Il Saturno V è lungo 110 metri e pesa 3.000 tonnellate: è impossibile nasconderlo alla vista delle persone. Le immagini relative alle (vere) missioni Apollo venivano riprese da una distanza di sicurezza di 6 km, questo per far capire che ad ogni lancio, esso era visibile anche da 50 km. Ancora: l’accensione dei 5 potentissimi motori F1 del primo stadio, produceva un evento sismico di Mg. 4.5 registrabile da sismografi di mezzo mondo. Ricordiamo infatti che proprio i sismografi rivelavano agli americani i lanci segreti e i test nucleari dei sovietici negli anni 50 e 60. Infine un razzo vettore di queste dimensioni è perfettamente rilevabile da qualsiasi osservatorio (radio) astronomico nel mondo, anche non governativo. Inoltre pure le trasmissioni radio erano intercettabili, come hanno potuto dimostrare i fratelli Judica Cordiglia.

LA BASE DI LANCIO

Tutti i lanci del Saturno V (così come quelli dello Shuttle) sono sempre stati fatti verso est e verso l’oceano, questo per ragioni di sicurezza: in caso di un incidente a bassa quota, i resti sarebbero caduti in mare e non sulla terraferma con costruzioni abitate. Inoltre lanciando verso est si poteva sfruttare la velocità periferica di rotazione della terra che a Cape Canaveral è di circa 1500 km/h. La progettazione del vettore quindi teneva conto anche di questa spinta iniziale e non avrebbe potuto decollare verso ovest perché avrebbe trovato contro detta velocità,  con un handicap quindi di 3000 km/h di differenza. (da +1500 a -1500). Ma la base del presunto lancio dell’Apollo 20 è la base Vandemberg, sita a circa 200 km a nord-ovest di Los Angeles, proprio in riva al Pacifico.  E anche in caso di un rischioso lancio verso ovest, centinaia di migliaia di persone avrebbero potuto udire il rombo del vettore sopra le loro teste. Ma nessuno si è accorto di questo.

ALLUNAGGIO IMPOSSIBILE

Sulla faccia nascosta della Luna non arrivano segnali da terra. L’unico modo teorico per farlo è disporre di un “ripetitore esterno” all’orbita lunare che “veda” sia la terra che la capsula Apollo per triangolare i messaggi radio. Ma via radio non venivano trasmesse solo le comunicazioni ma  anche i dati telemetrici di navigazione del modulo lunare (Lem) a Huston durante la fase di discesa verso la Luna. Il computer di bordo del Lem (PGNCS) era solo parte integrante di tutta l’elaborazione dati, in grandissima parte svolta dai più potenti computer del centro controllo missione. In altre parole, il PGNCS era coadiuvato da terra e da solo non avrebbe mai potuto elaborare i dati necessari per l’allunaggio. Come avrebbe potuto quindi allunare sulla faccia nascosta della Luna in black out radio?

CONCLUSIONI

Non serve essere degli ingegneri spaziali o degli astrofisici per ragionare e capire della grossa burla perpetrata a chi pecca di creduloneria. Va altresì detto che oggi più che mai, i complotti e i misteri vanno fortemente di moda ed è dimostrato che piacciono pure. Questo quindi incentiva il nascere di trasmissioni non sempre scientificamente attendibili come la citata “Mistero” di Mediaset o “Voyager” della Rai, ma anche di tante altre serie-fuffa come “Alieni nuove rivelazioni” ed “Enigmi alieni” mandate in onda su canali tematici come Focus.
LOLA FOX
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