La lista nera di Coldiretti



A febbraio 2019 su alcune testate italiane sono apparsi articoli generati da un comunicato stampa di Coldiretti. Titolava il Corriere della sera (redazione Cucina!!!):

Agromafie e cibi «criminali», la lista nera di Coldiretti dei prodotti più contaminati

La lista nera però, come fa notare il Fatto Alimentare, è più allarmistica che di reale utilità per il pubblico. Coldiretti, per essere più accattivante verso il suo pubblico, ha stilato la lista come se fosse un menù chiamato:



Il menù del crimine

Sensazionalismo portami via…
Si parte dagli antipasti:

Coldiretti conclude facendo presente che:



C’è anche il rischio di portare a tavola inconsapevolmente i frutti dello sfruttamento come le nocciole turche o le banane dell’Ecuador prodotte dal lavoro minorile come denunciato dal Ministero del lavoro degli Stati Uniti d’America e infine, se si vuole regalare un fiore – conclude Coldiretti – c’è sempre in agguato il circuito della vendita illegale delle rose che sfrutta manodopera straniera in generale bengalese che fa il giro di ristoranti e pizzerie per ore e ore con mazzi di fiori da vendere alle coppiette a cena.

Ma dimentica di citare il fatto che anche consumando prodotto italiano proveniente da colture italiane rischiamo di alimentare lo sfruttamento del lavoro. Sono molti gli stranieri sfruttati in Italia con salari da fame e trattati come schiavi, e probabilmente tra loro ci sono anche italiani costretti per necessità. Se si voleva fare davvero luce su una black list dei prodotti a cui stare attenti a mio avviso si poteva fare decisamente un lavoro migliore. È un peccato notare come tanti, a partire dal Corriere (ma l’hanno riportato tutti) abbiano dato così tanto spazio acritico a una sana dose di sensazionalismo e allarmismo alimentare, per lo più infondato.

Così facendo si contribuisce pesantemente alla disinformazione, altro che fake news che circolano sui social. Non comprendere le conseguenze di questa disinformazione è grave. È con queste notizie che si creano miti e leggende urbane, sono queste notizie che il cittadino ritiene assolutamente affidabili perché passate attraverso il filtro giornalistico. Se avessero detto qualcosa di scorretto il giornalista l’avrebbe evidenziato, pensano. No?

Meditate gente, meditate…
maicolengel at butac punto it
Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su Paypal! Può bastare anche il costo di un caffè!