La matita copiativa e le leggende urbane

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Anche se è domenica questa è una storia che va sbufalata, specie visto che oggi in Emilia Romagna si sta votando! Ha ricominciato a girare su certi blog molto visitati la storiella che la matita copiativa sia una truffa dello Stato per imbrogliare alle elezioni, queste le parole che nessuno ha ancora cancellato da due anni e che ora stanno ricircolando:

SONO UN 1° MRS LGT NOSTROMO DELLA MARINA MILITARE ITALIANA VOTO DA 35 ANNI E MAI NESSUNO MI HA DETTO CHE PRIMA DI VOTARE LA MATITA LA DOVEVO METTERE IN BOCCA . NE TANTOMENO O VISTO MAI AI SEGGI ELETTORALI SPUGNETTE DOVE IO AVREI DOVUTO BAGNARE LA STESSA …. SIGNRI E SIGNORE ..ITALIANI E DA QUANDO HANNO CACCIATO IL RE CHI CI PIGLIANO PER IL DIDIETRO SE HO CAPITO BENE TUTTI I PRESIDENTI DI SEGGIO CHE SI SONO AVVICENDATI FINO AD OGGI POSSONO ESSERE ARRESTATI COMPRSI I SINDACI DI TUTTE LE CITTA ,PERCHE RESPONSABILI DEI SEGGI. Uso nelle elezioni e nelle scritture contrattuali [modifica]Le matite copiative sono utilizzate in tutte le elezioni italiane degli ultimi 60 anni, a partire dal referendum fra monarchia e repubblica del 1946. La modalità di votazione con la matita copiativa venne in seguito stabilita con il Testo Unico del 5 febbraio 1948, n. 26. Le disposizioni in merito al loro utilizzo non sono state modificate dalle leggi elettorali app…rovate dal dopoguerra ad oggi. Il Consiglio di Stato ha stabilito che il voto è valido solo se la matita copiativa è stata umettata (Sez. V, n. 660, del 26 ottobre 1987), ovvero bagnata con saliva o con la spugna per francobolli che, fino al 2005, era consegnata nel materiale elettorale. Solo in quel caso, infatti, il tratto a matita è realmente indelebile, e il voto è quindi valido e soprattutto infalsificabile. In passato, non essendo allora diffusa la penna biro, ed essendo poco agevole votare con penna e calamaio, il legislatore individuò nella matita copiativa un mezzo uniforme e difficilmente cancellabile per esprimere il voto. Le matite copiative erano comunemente utilizzate per firmare contratti e atti pubblici, prima dell’invenzione della penna a sfera. La matita copiativa lascia un segno blu indelebile, se bagnata ad esempio con saliva o con una spugna per francobolli, quest’ultima normalmente fornita nel materiale elettorale in dotazione dei seggi, anche se nei manuali per i membri del seggio non è esplicitamente fatto obbligo di usarla in questo senso. La mina della matita deve essere inumidita al seggio, o direttamente dall’elettore, prima di segnare ogni nuova scheda elettorale.

matitacopiativa-1Sono tutte FUFFA, non c’è nulla di quanto riportato qui sopra che sia attendibile, se non che la matita è obbligatoria, e che si può usarla anche umettata (non è che il voto sia valido SOLO SE umettata). Perché usiamo la matita copiativa? Perché quando vennero introdotte le elezioni la penna a sfera NON esisteva, e la matita copiativa era l’unico sistema sicuro per votare.

Questa matita ha una mina composta non solo da grafite ma anche da coloranti derivati dall’anilina e dei pigmenti solubili in acqua. Questo fa si che se si tenta di cancellare quanto scritto la grafite scompare, ma anilina e pigmenti restano sbavando e lasciando un chiaro segno sul foglio. Questo rende impossibile la contraffazione del voto!

Ma perché dopo l’invenzione della penna a sfera non si è deciso di passare ad essa?
La risposta è abbastanza semplice, le penne lasciano traccia visibile anche dal lato opposto del foglio, con il rischio di rendere nulla la segretezza del voto. La matita dura finché non è un mozzicone, si può temperare, non si rompe, non rischia di perdere inchiostro sul foglio, insomma è lo strumento più indicato.
La regola viene descritta molto bene qui, da cui vi riporto alcuni passaggi:

È valida la scheda che presenta segni vari e discontinui dovuti all’incerto e meccanico movimento della mano e privi di ogni parvenza di convenuta espressione figurativa, ovvero segni palesemente fortuiti. (Sez. V, n. 305, del 2 aprile 1954; Sez. V, n. 539, del 22 maggio 1954; Sez. V, n. 157, del 1° luglio 1988; Sez. V, n. 660, del 26 ottobre 1987).
È potenzialmente idoneo a far conoscere il votante, ed ha quindi valore di segno di riconoscimento, che rende nulla la scheda, il segno di croce apposto sul lato esterno della scheda. (Sez. V, n. 400, del 9 settembre 1947).
Non è nulla la scheda che rechi, oltre ad un inequivoco segno di voto su una lista, un breve segno presso il contrassegno di altra lista. (Sez. V, n. 289, del 30 aprile 1960).
È valido il voto espresso con matita umettata. (Sez. V, n. 660, del 26 ottobre 1987).
Non ha valore di segno di riconoscimento, che possa invalidare la scheda, il segno di voto sul contrassegno di lista, costituito da un semplice tratto di matita anziché da una croce. (Sez. V, n. 400, del 9 settembre 1947; Sez. V, n. 862, del 27 dicembre 1988; Sez. V, n. 660, del 26 ottobre 1987).
Il voto espresso con mezzo diverso dalla matita copiativa fornita dall’Ufficio elettorale (nella specie, penna a sfera) può costituire idoneo mezzo di identificazione dell’elettore, ed è pertanto nullo. (Adunanza Plenaria, n. 28 del 29 novembre 1979; Sez. V, n. 457, del 16 ottobre 1981; Sez. V, n. 39, del 18 marzo 1985).
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L’arguto commentatore che nel 2012 per disinformare mise in giro che fosse valido il voto SOLO se espresso con matita umettata o era ignorante (e incapace a districarsi sul web) o era evidentemente qualcuno che voleva istillare il dubbio nella testa degli elettori, la sottile arte del disinformare gli italiani…
È triste l’idea che a distanza di due anni questa storia circoli ancora!