La plasmaferesi e l’avvelenamento del pozzo

Sta girando un messaggio social molto lungo, si parla di plasmaferesi, e si continua a dare a intendere cose che non sono. La prima precisazione da fare è che la maggior parte delle informazioni tecniche che vengono date nel lungo messaggio non sono sbagliate. Quello che non è corretto è quanto si sottintende. Oggi però procediamo in maniera diversa dal solito. Il messaggio di cui parliamo ve lo pubblico a fine articolo.

Come vi ho detto la parte tecnica non è errata, dice cose perlopiù corrette dal punto di vista scientifico. Ma nei lettori fa sorgere il dubbio che di plasmaferesi in Italia non si parli, o se ne parli poco, o ancora sia qualcosa di tenuto segreto… magari perché le case farmaceutiche non vogliono che se ne sappia più di tanto.

Niente di più errato.

Fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria la plasmaferesi, quando possibile, è stata usata. Dare a intendere che della cosa si sia cominciato a parlare solo nelle ultime settimane è avvelenare il pozzo. Avvelenare il pozzo in maniera intenzionale. Perché chiunque ha scritto il lungo messaggio che trovate a fine articolo non è uno stupido, ha qualche infarinatura di medicina, e sa scrivere in un italiano decente. Non è uno sprovveduto, sa benissimo che non c’è nulla di occultato. Come probabilmente sa anche quali siano i limiti della plasmaferesi. Limiti ben chiari ai medici italiani e stranieri, che la praticano da inizio emergenza. Ma il senso del lungo post è solo quello di far venire dubbi alla popolazione, far crescere l’idea che ci sia un complotto per nascondere eventuali cure che magari possono fare perdere denari alle case farmaceutiche.

Un dettaglio di cui non si fa cenno nel lungo messaggio è che una cura è diversa da un trattamento preventivo. Una cura significa avere dei malati, malati che in alcuni casi possono non rispondere alla stessa, o non avere il tempo per farlo.

Trovo vergognoso che ci siano soggetti che stanno pubblicando post dove si prendono il merito di aver introdotto quella cura. Io sono come ben sapete nessuno, pertanto ritengo importante riportare le parole del dott. Guido Silvestri, che ne ha parlato giusto pochi giorni fa su Facebook:

Specifichiamo subito che si tratta di un concetto terapeutico noto da anni, e che noi alla Emory abbiamo usato già nel 2015 in pazienti con Ebola (Kraft C et al., The Use of TKM-100802 and Convalescent Plasma in 2 Patients With Ebola Virus Disease in the United States. Clin Infect Dis. 2015; 61:496-502 – il primo autore di questo lavoro, la Prof.ssa Colleen Kraft è una carissima amica, oltre che membro del dipartimento che io dirigo).

Anche nel caso di COVID-19 il concetto non è affatto nuovo, in quanto è stato testato in vari studi effettuati durante la prima fase della pandemia in Cina (Chen et al. Lancet Inf Dis 2020; Shen et al., JAMA 2020; Duan et al., PNAS 2020; Ye M et al., J Med Virol 2020; Zeng QL et al, J Infect Dis). Si veda sul tema anche il commentario scritto da due dei miei Vice-Direttori di Dipartimento, John Roback e Jeannette Guarner (JAMA, 27 marzo). In America il trattamento è approvato dalla FDA nel marzo 2020, e ad oggi negli USA sono state fatte 4.400 infusioni con plasma donato da 8.475 convalescenti*. [Come noto, il trattamento è in uso anche in alcuni ospedali lombardi.]

Sui risultati, in sintesi rapidissima, e considerando che non esistono studi controllati, l’impressione preliminare è che si tratti di un approccio molto promettente (con l’eccezione di Zeng QL et al. J Infect Dis 2020). Tra i vantaggi, oltre al precedente di Ebola ed al razionale fisio-patologico, citerei l’entusiasmo dei donatori (noi ne abbiamo davvero tantissimi, anche se non tutti hanno un titolo alto di anticorpi anti-SARS-CoV-2), il basso costo, e la minima tossicità. Lo svantaggio principale, non insormontabile, è la virtuale impossibilità di standardizzare vista la variabilità da donatore a donatore.

Mi è stato segnalato che sulla terapia con plasma convalescente si sta creando in Italia il solito clima da stadio (che sorpresa eh?), a base di tifosi pro e contro, colleghi focosi che si azzuffano sui social, giornalisti che soffiano sul fuoco – tutte cose che il sottoscritto ama come una colica ureterale. La mia CONTRO-PROPOSTA, per chi fosse interessato ai fatti (e non alle beciaccolate da pollaio), è di leggere questo position paper: Bloch EM et al., Deployment of convalescent plasma for the prevention and treatment of COVID-19. J Clin Invest 2020 (allegato come pdf al primo commento qui sotto), che viene da centri clinici del calibro di Johns Hopkins, Mayo Clinic, Stanford, WUSTL, Columbia, NY Blood Center, Michigan State, Albert Einstein e Brown.

Non credo si possa aggiungere altro a quanto detto dal Prof.Silvestri. Ma come anticipato a inizio post ecco qui il lungo messaggio, da cui ho rimosso solo i dati personali di chi si suppone l’abbia firmato.

CREDO CHE SIA OPPORTUNO CONDIVIDERLO.

Questo messaggio è scritto da M. R.
Whatsapp n.ro 0039348*********
Email: m****.r****@gmail.com

Vi scrivo i miei riferimenti perché mi assumo la piena responsabilità di quello che sto dicendo e vi chiedo, dopo aver letto il mio messaggio, di valutare se aiutare me e alcuni amici medici nella nostra battaglia, diffondendolo.

Non mi trovo in Italia ma vengo a sapere da un amico che ieri sera nella trasmissione di Fazio il Prof. Burioni (che da quel che mi dicono gli viene dato molto ascolto in questa vicenda epidemica) asserisce alcune cose che devo necessariamente correggere.

1. Burioni: Parla di SPERIMENTAZIONE COL PLASMA x evidenze scientifiche che attestino l’efficacia su contrasto a coronavirus

1. Rango: Il CONCETTO DI SPERIMENTAZIONE E’ FUORVIANTE. La tecnica della Plasmaferesi è in uso da molte decine di anni. I due responsabili della plasmaferesi a Mantova e a Pavia l’hanno appresa quasi 30 anni fa a Padova, in quella che allora si chiamava Clinica Pneumologica. (Privatamente, a chi sarà interessato, via email posso fornire tutta la storia e i dettagli.)

Qui in Africa, dove vivo attualmente, hanno iniziato a fare LA PLASMAFERESI DOPO I PRIMI DECESSI. Da quando hanno iniziato a trattare i pazienti con la plasmaferesi, in un mese si è registrato UN SOLO DECESSO – parlo della Repubblica di Mauritius (controllate i dati nel sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità).

2. Burioni afferma che tra i fattori di criticità c’è il fatto che non tutti i guariti producono plasma efficace.

2. Rango. È vero. Circa la metà dei guariti ha nel proprio plasma la quantità di anticorpi necessaria a curare un altro soggetto ammalato.
È per questo che esiste un protocollo di selezione del plasma che va seguito.Lo sappiamo fare qui in Africa. *Lo abbiamo appreso da voi in Italia. Se lo avete scordato inviateci un medico che gli ricordiamo come si fa.

3. Mi riferisce l’amico italiano che nella trasmissione di Fazio si è detto che la plasmaferesi è efficace SOLTANTO nei soggetti che non siano in stadio avanzato.

3. Rango : NON È VERO. Nei soggetti in stadio avanzato la plasmaferesi è NECESSARIA ma va ACCOMPAGNATA con antinfiammatori e anticoagulanti (qui mi esprimo per gli addetti ai lavori: necessari per bloccare l’attivazione dei mediatori flogogeni e l’alterazione della scala coagulatoria, bloccando il quadro di CID locale responsabile del decesso).

4. Mi riferisce sempre il mio amico che si è poi parlato della produzione di plasma sintetico perchè il sangue dei guariti non sarebbe sufficiente.

4. NON È VERO. Fate il calcolo voi stessi. Controllate il numero di persone guarite (che stanno continuando ad aumentare, con il numero di persone infette SINTOMATICHE che continua a diminuire e verificherete che non c’è bisogno di plasma sintetico. È sufficiente mobilitare tutte le associazioni di donazione del sangue.
Plasma sintetico significa: FARMACO. Che è uguale a PROFITTO. Ma soprattutto, ed è questo che ci interessa, significa ATTENDERE ANCORA LA MORTE DI QUALCHE MIGLIAIO DI PERSONE.

Sono mesi che il sottoscritto e parecchi medici in Italia cercano inutilmente di fare arrivare ai vertici dell’informazione queste informazioni. La terribile realtà, difficilissima da accettare, è che migliaia di vite si sarebbero potute salvare con farmaci e strumenti già in possesso e in uso in Italia.
Farmaci e strumenti che hanno il GRAVE DIFETTO di COSTARE POCHISSIMO.

FINALMENTE, dopo migliaia e migliaia di morti si inizia a parlare di uno di questi strumenti: Plasmaferesi.
Ma da solo non basta. Non è sufficiente per salvare tutti (o quasi).

ATTENZIONE: Nei casi gravi a questo va accompagnato un potente antinfiammatorio, un anticoagulante e l’azitromicina.

Il comportamento del virus nel corpo umano presenta due aspetti:

a) Il primo è SIMILE alla polmonite interstiziale da Micoplasma

b) Il secondo (ancora da definire completamente) SIMILE ad una vasculite.
(Dico ‘ancora da definire’ perchè alcuni medici, in Italia, dopo alcune autopsie eseguite affermano che è l’affezione ai vasi sanguigni a determinare i trombi e dunque l’esito fatale. Mentre altri specialisti in pneumologia affermano che sia l’infiammazione polmonare a determinare, nella fase finale, la formazione di trombi e il decesso.)
MA POCO IMPORTA AI FINI DEL SALVATAGGIO DELLA VITA DELLE PERSONE!
L’atteggiamento da tenere, in attesa di chiarire l’aspetto di cui sopra, è quello di usare i farmaci GIÀ ESISTENTI come se si dovesse affrontare, nel contempo, una polmonite interstiziale da micoplasma e una vasculite con esiti trombotici.
I FARMACI E STRUMENTI ESISTONO GIÀ. E sono quelli che ho già indicato:
Plasmaferesi
Antinfiammatori
Anticoagulante
Azitromicina x 6 giorni

A Mauritius li stiamo utilizzando dall’inizio dell’epidemia.

Dall’inizio epidemia abbiamo avuto 10 decessi. I primi 9 perchè non era ancora consolidata la plasmaferesi. Il decimo, ritengo, (ma non ho ancora la certezza a riguardo e mi sto informando)
che sia stato dovuto al fatto che non gli sia stato somministrato l’anticoagulante.

L’Italia possiede tutti gli strumenti e farmaci,
fin dall’inizio dell’epidemia, che avrebbero potuto evitare più del 90% dei decessi
(di certo non si sarebbe potuto evitare il decesso di un malato terminale di cancro aggredito dal virus a cui restava soltanto,
a causa del cancro,
qualche giorno o qualche settimana di vita).

Purtroppo gli scienziati che hanno occupato e che ancora continuano ad occupare l’informazione in Europa e negli Stati Uniti hanno impedito che le informazioni scritte qui sopra arrivassero all’opinione pubblica.
MA HANNO IMPEDITO CHE ARRIVASSERO ANCHE AI MEDICI IN PRIMA LINEA CHE STANNO DURAMENTE LOTTANDO E MORENDO A CAUSA DI QUESTE CARENZE INFORMATIVE.
*
Anche le molte nostre lettere scritte ai giornali italiani sono state censurate.

Io non credo ci sia un complotto come spesso si legge in rete
(qualche scienziato che occupa l’informazione probabilmente tace,
perchè le case
farmaceutiche spingono per il business degli antivirali,
ma non è un complotto, non c’è un disegno)
credo piuttosto all’ignoranza, alla supponenza e dell’incapacità nel nostro sistema politico,
medico e informativo
a far fronte ad una epidemia che, ripeto, se affidata a qualche vecchio
pneumologo,
della vecchia scuola italiana oppure ad un medico generalista mauriziano
(che a quella scuola ha attinto il suo sapere) sarebbe già stata completamente debellata.
PER FAVORE,
VE LO CHIEDO A NOME DI CHI STA SOFFRENDO IN QUESTO MOMENTO,
se condividete,
fate girare questo messaggio.
Il più rapidamente possibile. Con tutti i mezzi che avete. A quante più persone possibile.
Ora che si comincia a parlare di Plasmaferesi
in Italia è il momento per dare la spallata finale,
per spingere l’opinione pubblica e il sistema informativo e,
alla fine, quello medico a misurarsi sull’evidenza dei fatti e non sulle parole di illustri scienziati più interessati a dibattiti accademici e più preoccupati del loro
prestigio,
che di interrogarsi su come salvare qualche vita umana.

Non so quante volte ve l’ho ripetuto: quando ricevete un messaggio di qualsivoglia tipo che non riporta fonti di quanto afferma l’unica cosa che dovete fare è cestinarlo, e magari spiegare all’amico che ve l’ha mandato perché questa roba contribuisce solo alla grave infodemia in corso. Per aiutarvi sfrutto un altro post, purtroppo firmato in maniera semi-anonima, con domande che ritengo molto utile porre a chiunque vi giri la storia del plasma in qualsivoglia forma:

Dieci domande per voi
A) quante sacche di plasma ci vogliono per trattare un malato covid ?
B) sapevate che la plasmaferesi e’ un approccio normale e quindi nessuno lo tiene segreto perché non c’è niente da tenere segreto ?
C) sapevate che per legge un donatore può donare il plasma ogni 45 giorni?
D) sapevate che la donazione e’ volontaria e quindi non si può contare su disponibilità illimitata di plasma mentre sul vaccino si una volta trovato ?
E) sapevate che già così a volte il sangue e gli emoderivati non bastano al normale fabbisogno e quelle macchinette con le sirene e scritto trasporto sangue fanno sempre su e giù per portarlo dove manca quando lo trovano ?
F) sapete quanto costa una dose di vaccino ?
G) sapete quanto costa trattare un paziente con trasfusioni ?
H) sapete per caso dove andare a prendere il plasma che manca ? Anche ai leucemici, o tutti gli altri malati per cui già non basta ?
I) sapete involontariamente quante malattie si possono trasmettere con una trasfusione? Quanto è il periodo finestra dell’HIV?
L) quand’e l’ultima volta che siete venuti a donare con me il sangue ?

Circolano in rete firmate Stefano FP (che ringrazio).
Spero davvero il messaggio arrivi.
maicolengel at butac punto it
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