La Questura di Trieste e le vaccinazioni

[message_box title=”NOTIZIA” color=”red”]Una signora di Trieste viene contattata dalla Questura per avere chiarimenti sul suo rifiuto del vaccino antinfluenzale. [/message_box]

[message_box title=”FATTI” color=”green”]La signora ha effettivamente ricevuto una telefonata da parte di un agente di pubblica sicurezza; ma non si tratta di un’inchiesta sulla vaccinazione antinfluenzale, bensì di un’indagine disposta dalla Questura di Trieste per far luce su presunte truffe perpetrate da alcuni medici di base ai danni della ASL.[/message_box]

Qualche tempo fa, il 13 aprile, il quotidiano “Il Piccolo” di Trieste riportava una notizia che sembrava confermare un sospetto autoritarismo sulle vaccinazioni:

 

Una signora sessantaseienne, S.K., avrebbe ricevuto qualche giorno prima una telefonata da un agente di polizia che le chiedeva se si era sottoposta alla vaccinazione antinfluenzale l’inverno precedente e, alla sua risposta negativa, l’avrebbe invitata a presentarsi alla Squadra Mobile per comunicare il motivo della mancata vaccinazione. La signora, in seguito, avrebbe ricevuto una seconda telefonata sempre dalla Questura, in cui la informavano che c’era un’indagine in corso e che volevano sapere se si era vaccinata o no.

Come si vede, la cosa è alquanto strana: l’antinfluenzale non è una vaccinazione obbligatoria, e poi la signora in questione è ampiamente maggiorenne e padronissima di fare ciò che vuole della sua salute… perché mai convocarla in Questura?

Ovviamente la notizia è stata ampiamente condivisa dai complottari su Facebook, accompagnata da commenti che vanno dal vago dubbio al degenero come questo:

e ovviamente continua tuttora a girare (e probabilmente lo farà ancora per anni e anni).

Basta però fare una piccola ricerca sul sito online del quotidiano per scoprire che soltanto il giorno dopo c’era già un articolo che cominciava a chiarire le cose, e il 15 aprile compariva una terza e più esaustiva spiegazione.

La signora aveva effettivamente ricevuto una telefonata da parte di un agente di pubblica sicurezza, con l’invito a presentarsi; ma non si trattava ovviamente di un’inchiesta sulla vaccinazione antinfluenzale, bensì di un’indagine disposta dalla Questura di Trieste per far luce su presunte truffe perpetrate da alcuni medici di base ai danni della ASL.

Per ogni vaccinazione effettuata, ogni medico percepisce un bonus di 10 euro, pienamente regolamentato dal punto di vista legale, che serve a incentivare le vaccinazioni in modo da ridurre i rischi sanitari degli anziani e, di conseguenza, la spesa sociale per i ricoveri e le cure degli ammalati. Gli elenchi delle persone che i medici hanno vaccinato lo scorso inverno contro l’influenza, contenuto nei database dell’Azienda sanitaria universitaria integrata, l’Asuits, risultavano però sbagliati; il timore era che alcuni medici avessero finto di vaccinare dei loro pazienti per intascare il bonus, e per questo erano iniziati i controlli telefonici: se la persona contattata confermava di aver fatto il vaccino, tutto bene, in caso contrario partivano i controlli sul medico di base.

Quindi una banale storia di truffe, che tra l’altro potrebbe anche essere stata causata semplicemente da un errore nell’inserimento dei dati a computer, trasformata però in un sopruso dittatoriale dalla fervida fantasia di chi vede in qualunque notizia una conferma delle proprie paranoie e, soprattutto, si ferma ai titoli e tutt’al più alle prime righe degli articoli che legge, precipitandosi subito a condividere su Facebook con la bava alla bocca.

Ma come vive male certa gente…
Fonte: Il Piccolo
Lady Cocca