La sharia alla Corte Europea


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La Corte europea approva la sharia: “Basta che sia volontaria”

La notizia pubblicata il 27 dicembre trova sicuramente tanti estimatori, per fortuna che fra i lettori ci sono anche attenti lettori di BUTAC. La prima cosa da fare è leggere l’articolo di PN, che comincia così:

La Corte europea dei diritti umani è riuscita a partorire una sentenza pastrocchio, a pensar bene, che di fatto apre la strada all’applicazione della sharia. La Corte si è infatti pronunciata con una sentenza definitiva in cui ha condannato la Grecia per aver imposto l’applicazione della sharia in una disputa ereditaria contro la volontà di un defunto che aveva redatto un testamento in base al codice civile greco.

Che è esattamente il contrario di quanto riportano nel titolo. La Corte Europea si è espressa contro la decisione di un tribunale greco che aveva deciso di applicare la legge della sharia in una questione ereditaria, sulla base di convenzioni risalenti agli anni Venti del secolo scorso.

Quindi la Corte Europea ha contrastato questa scelta, non l’ha appoggiata, e ha dato ragione alla vedova che rischiava di vedere decurtata la propria eredità di una sostanziosa quota in favore del fratello. Qui potete trovare la sentenza dettagliata del caso.

PN si rifà a un articolo molto lungo apparso su Le Figaro (testata francese a suo tempo bandita da alcuni paesi musulmani per accuse di islamofobia). L’articolo di le Figaro, critico su come sia stata data la sentenza, spiega comunque i fatti al meglio, evidenziando come stiano le cose.

In pratica la Corte Europea, su certi temi, accetta che, previo consenso delle parti, si applichi la legge religiosa invece che il codice civile. Il tutto per tutelare tradizioni di minoranze religiose. Ma occorre che entrambi le parti in una causa abbiano dato esplicito consenso all’applicazione di leggi diverse dal normale codice civile. Inoltre tutto ciò deve sempre avvenire nel pieno rispetto dei diritti umani. Onestamente non ci vedo molto di scandaloso, come invece pare ai redattori di le Figaro (per non parlare di PN), ma ovviamente si tratta di punti di vista differenti. Quello che è importante è sottolineare che il titolone sensazionalistico scelto da PN non è altro che un ottimo sistema per raggranellare like e condivisioni di chi l’articolo nemmeno lo legge, ma anche da chi pure aprendolo non è in grado, o non è interessato, ad approfondire e capire.

maicolengel at butac punto it
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