La Svezia non commemora la volontaria uccisa da un profugo

ALEXANDRA-MEMORIAL

La disinformazione per spingere l’acceleratore sulla xenofobia va alla grande in questi giorni, così in tanti hanno titolato grossomodo così:

Nessuna commemorazione per Alexandra Mezher, la giovane uccisa in Svezia in un centro di accoglienza profughi

Da quel che mi pare di capire, tutti hanno ripreso un articolo di poche righe spacciato da testate come il Daily Mail. Articolo che diceva pochissimo sui fatti, per mettere l’accento sulla mancata commemorazione.

Ma i fatti come stanno per davvero?

Due settimane fa Alexandra Mezher è stata accoltellata durante un litigio con un giovane ospite del centro accoglienza, in cui Alexandra collaborava. A seguito della coltellata, Alexandra è morta. Non sono ancora chiari i motivi dell’uccisione, ma pare che Alexandra sia intervenuta durante un alterco tra alcuni ragazzi ospiti del centro accoglienza. Gli altri hanno subito bloccato il loro coetaneo e l’hanno consegnato alla polizia.

I fatti sono davvero tragici, ma ne hanno colpa gli immigrati tutti? Non credo. Ma quello che credo io è davvero poco importante.

Torniamo alla notizia di questi giorni.

L’Huffington Post e il Giornale, con al seguito tanti altri ce l’hanno raccontata più o meno così:

Nessuna commemorazione per Alexandra Mezher, giovane svedese di origini libanesi, volontaria di un centro di accoglienza a Molndal, vicino a Goteborg, accoltellata a 22 anni da un giovane profugo 15enne che lei voleva soltanto assistere.

Nel testo alcuni spiegano, altri no, ma i fatti non sono proprio come hanno titolato. Alexandra in realtà ha avuto commemorazioni sia di piazza che religiose.

Solo in un caso SAREBBE stato imposto un divieto. Quale?

In un’altra cittadina svedese, un centro d’accoglienza per ragazzi immigrati della stessa età aveva fatto richiesta al comune per tenere una commemorazione all’interno dei locali del Centro Accoglienza. Il comune ha risposto NO e secondo quanto riportato, la richiesta prevedeva richieste contrarie alle procedure comunali (sia chiaro può essere che siano scuse del comune, chi ne parla è comunque molto critico della municipalità, e anche io mi trovo concorde). Ma anche così nella cittadina di Örnsköldsvik il memorial alla fine si è svolto lo stesso, solo non nei locali di proprietà del Comune.

Non si tratta di censura

Non si tratta di una scelta fatta dal Governo Svedese

Non si tratta di voler nascondere i fatti (di cui oltretutto hanno parlato tante testate internazionali).

Solo regolamenti impugnati dal sindaco di un paesone, che oltretutto non ha direttamente nulla a che fare con quanto successo alla povera volontaria. Possiamo non essere d’accordo, possiamo trovare la scelta errata, ma è ben diversa dalla storia per la quale ad amici e parenti è stato vietato commemorarla. Bisognava spiegare che solo in un caso si è vietata la cosa, e con ragioni ben spiegate.

Titolare come se la decisione fosse del governo svedese e come se la censura colpisse qualsiasi tentativo di commemorazione della ragazza è davvero squallido. Dimostra quanto poco si è studiata la notizia prima di pubblicarla e quanto poco interessi fare vera informazione.

maicolengel at butac.it

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