La Toscana e i fondi agli antiabortisti

Sull’onda delle polemiche per il Congresso della Famiglia che si è tenuto a Verona sono tanti quelli che hanno sfruttato l’occasione per far sentire la propria voce. Su una testata legata al mondo femminile (e che contribuisce all’audience del noto settimanale ELLE) è apparso un articolo che titolava così:

La Regione Toscana ha stanziato 195 mila a sostegno dei Pro-vita

Vi riporto dal testo:

L’ennesimo attacco alla libertà delle donne arriva dalla Toscana. E la denuncia delle dirette interessata non si fa attendere. «Siamo indignate nell’apprendere che la Giunta della Regione Toscana abbia stanziato 195 mila euro per i prossimi tre anni a sostegno del Forum ‘Pro-vita’ e delle associazioni antiabortiste, dando loro l’opportunità di operare nei consultori pubblici per contrastare il diritto ad interrompere la gravidanza, riconosciuto alle donne e sancito dalla legge 194 dello Stato, approvata nel 1978»: ad affermarlo sono le donne che fanno parte del centro antiviolenza la Casa delle donne, dello Spi Cgil e di Amnesty International di Viareggio (Lucca).

Da razionale ovviamente anche a me viene da indignarmi, regalare soldi ad associazioni che vorrebbero eliminare il diritto delle donne all’aborto è una cosa che mi fa venire l’orticaria. Ma le cose stanno davvero così? Una lettrice si è fatta avanti direttamente con l’assessore del Diritto alla salute, al welfare e all’integrazione socio-sanitaria della Regione Toscana, Stefania Saccardi, la quale ha risposto con un documento che spiega le cose decisamente meglio.

Intanto vorrei dire che sono andato a visitare la pagina dell’associazione che ricevere i soldi dalla regione Toscana. Abituato a vedere siti Pro Vita devo dire che sono rimasto un po’ spiazzato, manca completamente un riferimento ai pro vita o all’antiabortismo. Hanno una pagina social decisamente poco aggressiva. L’altra cosa che vorrei farvi rilevare è che uno dei post più recenti su quella pagina spiega chiaramente che loro (e tutte le associazioni a cui sono legati) non hanno preso parte al Congresso di Verona perché l’hanno ritenuto troppo politicizzato. Quello però che è importante rilevare è come su quella pagina e quelle a essa collegate non c’è una chiara lotta contro la 194. Anzi a leggere alcune interviste al presidente dell’Associazione a cui fa riferimento LetteraDonna le cose sembrano un filo diverse da come vengono raccontate, riportava il Fatto Quotidiano:

Su alcuni punti, però, le divisioni sono inevitabili. È il caso dei diritti lgbtqi, negati da chi dice che l’omosessualità sia “unabominio da curare”, oppure della legge 194 sull’aborto, contro cui sono stati diffusi a Verona dei gadgeta forma di feto. Su questo De Palo spiega che certe distanze restano, ma bisogna evitare gli estremismi e non creare ulteriori conflitti. “Da padre di un bimbo down, sono sicuro che ogni vita sia degna. D’altronde Gesù ha dato la vita sulla Croce anche per il suo peggior nemico. Ad esempio, la 194 è una legge dello Stato e non solo va rispettata, ma applicata nella sua interezza, anche se da cattolico posso essere contrario

Non mi sembrano le parole di un ProVita di quelli che sono abituato a vedere in rete. Siamo sicuri lo sia come sostiene LetteraDonna? la cosa più importante però è capire cosa sia stato realmente fatto e cosa finanzino quei soldini. Tutte cose a cui ha risposto la vice presidente Saccardi con il lungo testo che ha allegato alla nostra lettrice. Ve lo riassumo, è vero che sono stati previste risorse economiche per il Forum Toscano delle associazioni per i diritti della famiglia. Ma la conditio sine qua non è che i loro interventi non possano mai interferire con le scelte delle donne. La questione, spiega l’assessore, è stata dibattuta ampiamente e si è imposto che il tipo di linguaggio da usare nelle sedi di consultorio debba sempre essere oggetto di monitoraggio, proprio per evitare che le associazioni possano sfruttare l’occasione per fare proselitismo anti abortista.

Ma al tempo stesso è importante ricordare l’Art.2 della Legge 194 che riporta:

I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita.

Ed è in quell’ottica che si è scelto di dare dei finanziamenti all’associazione in oggetto. BUTAC è da sempre a favore della legge 194, ma al tempo stesso sono contrario agli attacchi ad personam come quello che ho visto fare da LetteraDonna. Mentre concordo con l’idea di base che chi attacca la 194 sia nel torto nel caso di questi fondi della Regione Toscana non ravvedo minimamente un aiuto ai Pro Vita.

Come ho più volte detto trovo certe battaglie giuste se combattute nella maniera giusta. Nel momento in cui per attaccare gli altri si portano argomentazioni non supportate da prove o facilmente smontabili si passa automaticamente dalla parte del torto.

Non credo serva aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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