La Verità e i decessi correlati al vaccino

Approfondiamo i decessi correlati da AIFA al vaccino contro COVID-19

Ci avete segnalato un articolo apparso su La Verità, che titola:

In quattro settimane raddoppiati i decessi che l’Aifa lega ai vaccini

L’articolo corredato di grafico, pur riportando dati realmente esistenti, fa pesante allarmismo. Vediamo di capirci (per l’ennesima volta, perché chi ci legge abitualmente avrà già capito da dove provengono quei numeri). È vero, tra il settimo e l’ottavo rapporto AIFA sulle reazioni avverse ai vaccini c’è stato un raddoppio delle possibili morti correlate ai vaccini. Sul report però – che ovviamente nella versione cartacea de La Verità non è linkato – AIFA spiega le cose per bene. Nel settimo Rapporto infatti veniva riportato:

Al momento della stesura di questo documento, il 59% delle segnalazioni a esito fatale presenta una valutazione di causalità con l’algoritmo utilizzato nell’ambito della vaccinovigilanza (Algoritmo OMS), in base al quale il 59,9% dei casi è non correlabile, il 33,2% indeterminato e il 4,5% inclassificabile per mancanza di informazioni necessarie all’applicazione dell’algoritmo. In sette casi (2.4 % del totale), la causalità risulta correlabile. Tutti i casi sono stati già descritti nei Rapporti precedenti.

E nell’ottavo Rapporto:

Complessivamente, 14 casi (3,5%) sui 396 valutati sono risultati correlabili (circa 0,2 casi ogni milione di dosi somministrate), di cui 7 già descritti nei Rapporti precedenti. Le rimanenti 7
segnalazioni si riferiscono a 3 pazienti ultraottantenni con condizione di fragilità per pluripatologie, deceduti per COVID-19 dopo aver completato il ciclo vaccinale (in due casi 3 settimane prima e in un caso 39 giorni prima dell’evento fatale), 3 pazienti deceduti per complicanze di un evento di natura trombotica associato a trombocitopenia e 1 paziente deceduto per complicanze di porpora trombotica trombocitopenica.

Quindi sì, è vero che ci sono sette casi in più tra il settimo e l’ottavo Rapporto, anzi a voler essere pignoli sono sette casi in più tra il sesto e l’ottavo Rapporto, perché era nel sesto che si analizzavano gli ultimi casi di decesso, come si evince da quanto riportato nel settimo. Quindi per capirci in totale al 26 agosto, data di chiusura dell’ottavo Rapporto dell’AIFA sulla vaccinovigilanza, dal 27 dicembre 20210 abbiamo un totale di 14 decessi, sette descritti poco sopra, gli altri sette invece si compongono come andiamo a vedere. Tre sono descritti nel sesto Rapporto:

Due dei nuovi casi si riferiscono a possibili fallimenti vaccinali in 2 pazienti con sintomi respiratori e tampone positivo dopo rispettivamente 45 e 35 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, decedute per complicanze della polmonite interstiziale. Entrambe le pazienti avevano condizioni cliniche e terapie compatibili con uno stato di immunosoppressione. Il terzo caso si riferisce a paziente fragile in cui dopo la somministrazione della prima dose di vaccino si sono verificati gli eventi febbre e vomito, correlabili alla vaccinazione, che hanno innescato uno scompenso delle condizioni cliniche fino al decesso, avvenuto a distanza di 2 giorni.

Dal quinto Rapporto:

Tre casi sono stati già descritti nei report precedenti. Il quarto caso si riferisce a un uomo di 58 anni (affetto da ipercolesterolemia e sottoposto in passato a tiroidectomia), deceduto dopo 17 giorni dalla prima dose del vaccino, per trombosi delle vene splancniche con trombocitopenia, splenomegalia, emoperitoneo e conseguente ischemia splancnica. Il caso è stato interpretato come sospetta trombosi in sede atipica associata a trombocitopenia in paziente vaccinato con Vaxzevria e valutato come correlabile, in attesa di ulteriori informazioni dall’esame autoptico.

Dal quarto Rapporto:

Le segnalazioni risultate correlabili sono 3 (2%), di cui un caso già descritto nel precedente Rapporto e due nuovi casi che si riferiscono a un uomo di 46 anni e a una donna di 32 anni, deceduti 12 giorni dopo la somministrazione della 1a dose di vaccino Vaxzevria per eventi di tipo trombotico e concomitante piastrinopenia, approfonditi nel focus dedicato.

E per finire dal terzo Rapporto:

Il nesso di causalità risulta correlabile in 1 sola segnalazione, relativa ad un uomo di 79 anni, con storia clinica di ipertensione arteriosa, pregresso intervento per triplice by-pass aortocoronarico e impianto di pacemaker, insufficienza cardiaca moderato-grave (classe III NYHA), gammopatia monoclonale di significato indeterminato (MGUS), ipertrofia prostatica e retinopatia.

Ora vorrei che fossimo un filo obiettivi. In Italia come riportato sopra abbiamo avuto 14 decessi in qualche modo correlabili al vaccino (che non è stato “assassino” nella stragrande maggioranza dei casi descritti, è stato fatale in pazienti che comunque erano fragili, per una motivazione o l’altra). 14 decessi su oltre 76 milioni di dosi somministrate. Ho più possibilità (ma molte di più) di essere colpito da un fulmine nei prossimi trent’anni. Se poi parliamo in generale di reazioni avverse (per lo più non gravi) la possibilità diventa dello 0,11%, ma si tratta nella maggioranza dei casi di febbri, dolori al braccio e indolenzimento.

L’articolo di Giuseppe Liturri mette anche in evidenza come il tasso di segnalazioni sia il triplo nella fascia d’età 20-40 rispetto alla media. Anche qui l’evidenza viene fatta senza segnalare che è cosa nota fin dalla sperimentazione di agosto 2020: donne e giovani sono più portate ad avere una reazione avversa (non grave). Il motivo di questa maggiore sensibilità ai vaccini non è ancora noto, sono state svariate le ipotesi in merito, ma comunque non è qualcosa di nuovo per cui sorprendersi o sentirsi in dovere di allarmare.

Titolare come ha fatto il quotidiano di Belpietro secondo me dovrebbe essere un’azione a cui pensare e ripensare non una volta, due o tre, ma almeno dieci, soprattutto in un momento cruciale per la campagna vaccinale come questo, con la riapertura delle scuole e il rientro dalle vacanze. Come ho detto a inizio articolo, pur riportando dati reali, la Verità con quel titolo non spiega le cose correttamente e a causa di questo fa pesante allarmismo, al punto che viene davvero da domandarsi a chi giovi in redazione questo sistematico avvelenamento del pozzo. Perché vedete, è vero che esistono gli antivaccinisti, ma qui c’è la precisa intenzione di allarmare in maniera severa. Che nella settimana di rientro a scuola per migliaia di studenti si faccia allarmismo su cose risapute, e non degne di nota, a mio avviso è grave.

A chi giova?

Non credo sia necessario aggiungere altro. Ma mi piacerebbe tanto sapere che qualcuno sta indagando sulle implicazioni di questa disinformazione costante. O davvero passata la pandemia vogliamo fare finta che giornalisti che si sono prestati a questo modo di fare siano giornalisti come gli altri?

maicolengel at butac punto it

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