La vita dopo la morte

Mentre guardavo i messaggi dei lettori mi sono imbattuto in questo articolo di uno dei blog hostati su blog.pianetadonna.it, blog che in realtà ci viene segnalato spesso:

Signori, ora è ufficiale

C’è vita dopo la morte è ufficiale lo ha dimostrato uno scienziato italiano.

Per l’occasione farò un “debunking  in diretta”: scriverò tutto mentre faccio le verifiche. Si tratta di una segnalazione molto old school, cioè articoli incredibili, che però ci si trova a dover verificare per evitare che vengano diffusi e creduti reali. Ammetto un certo pregiudizio, ma cercherò di rimanere imparziale. Ecco cosa ci dice:

Uno scienziato tedesco di origini  italiane, è riuscito a dimostrare l’esistenza di Dio. Qualcosa di unico al mondo, già caso di studio all’università della Death Valley, in America, Texas. Il professor  35enne, ricercatore da circa otto anni, ha mostrato, in obitorio, come l’anima possa essere mostrata a tutti tramite una telecamera a circuiti infrarossi arabi, un particolare circuito di infrarossi sperimentato in quelle zone, progetto a cui ha collaborato lo stesso Nicce:

Controlliamo un fatto alla volta. Per il momento non verificherò se ci sono fonti o se il testo sia stato copiato o meno da altri articoli online. Proviamo con le classiche 5 domande del giornalismo adattandole alla sequenza con la quale ci vengono fornite le informazioni.

Where? Dove? La Death Valley più famosa è in California, ma esiste una Death Valley nella contea di Martin in Texas. Ben più difficile sembra trovare questa Università.  L’unica università in quelle zone è la UTPB, University of Texas of the Permian Basin, che però si trova a Odessa, a circa 60 miglia. Primo problema.

Who? Chi? Ci viene dato solo il cognome, Nicce. A questo punto verifichiamo se c’è una fonte all’articolo per vedere se si trova anche il nome. Dalla news più vecchia, di dicembre, scopriamo che si chiama Federico Nicce. Sul blog di Cucinaconmarysol hanno scientemente rimosso il nome, che sulla fonte originale e su un altro sito che ha copiato la notizia a sua volta senza citare la fonte è invece presente. Facendo una ricerca su Federico Nicce non esce alcun risultato utile – strano vero? Secondo grosso problema.

Già qui potrei fermarmi. Un altro motivo per il quale non varrebbe la pena proseguire è proprio la fonte. Se avete cliccato poco sopra avrete visto che si tratta del Fatto Quotidaino, fonte inesauribile di fake news. L’altro sito che a ruota lo ha riproposto è Il Patriota, altro sito di fake news dichiarato. Proseguo solo con la speranza di stimolarvi a verificare voi stessi una notizia con il semplice utilizzo delle 5 domande. Se non vengono rispettate c’è qualcosa di sospetto, o quantomeno chi vi sta riportando la notizia lo sta facendo male. Il fatto poi che non ci sia in nessun caso un link alla fonte è un altro grave sintomo di bufalosità, ricordatevelo. Proseguiamo?

When? Quando? Sia nelle bufale in generale che nelle fake news il quando è un particolare spesso omesso. Il motivo è chiaro e semplice: se non metto dei riferimenti temporali precisi diventa più difficile verificare la notizia e, soprattutto, molto più facile riciclarla. Se ci leggete da un po’ sapete quanto i bufalari si divertano (e guadagnino)  a far circolare ciclicamente le stesse “notizie”. Non c’è nessun riferimento temporale, zero. Terzo enorme problema.

What? Cosa? Riprendiamo:

“In pratica, l’infrarosso arabo è capace di attraversare importanti barriere fisiche, spaziare in quel limbo ultraterreno, che nel nostro campo chiamiamo “asse mediano vitale”, ossia il momento successivo alla morte, al momento in cui il corpo spira. Bene, la telecamera tramite particolari sensori, riesce a riprendere l’anima che si sposta dal corpo verso l’alto per poi svanire a un cento punto dell’alzata. Qualcosa di incredibile che finalmente mostra l’esistenza di una vita ultraterrena“

L’infrarosso arabo ovviamente non esiste. La radiazione infrarossa è la radiazione elettromagnetica con banda di frequenza dello spettro elettromagnetico inferiore a quella della luce visibile, ma maggiore di quella delle onde radio, ovvero lunghezza d’onda compresa tra 700 nm e 1 mm (banda infrarossa). Il termine significa “sotto il rosso” (dal latino infra, “sotto”), perché il rosso è il colore visibile con la frequenza più bassa. Non ne esiste una araba o cinese o italiana. L’esperimento quindi si basa su un qualcosa che non esiste. Siamo così a 4 “W” su 4 non rispettate. Concludiamo.

Why? Perché? Il test eseguito dovrebbe servire a dimostrare l’esistenza dell’anima, ripresa quindi con questi infrarossi arabi. Nel resto dell’articolo però si parla di aver così dimostrato l’esistenza di Dio e, in maniera ancora più inspiegabile, come funziona la vita dopo la morte, però non viene spiegato come questo sia stato dimostrato. Prendono molto bene gli infrarossi arabi nell’aldilà.

A una prima lettura era chiaro che fosse una bufala, ma ho voluto perdere qualche minuto per mostrarvi un modo semplice di ragionare quando si legge una notizia. Se state pensando in questo momento “Ma chi è così fesso da crederci?” leggetevi i commenti al primo link. Ve li riporto per comodità:

fa piacere leggere queste notizie che confermano le teorie religiose… speriamo che i politici italiani, nell’altra vita, non facciano ancora i politici
Nulla sicrea, nulla si distrugge …ma si trasforma!
Vorrei sapere se c’è modo di contattare questo chirurgo, anche per mail.
Grazie
LE RELIGIONI DIVIDONO E PORTANO AD ILLUSIONI. IDDIO ONNIPOTENTE CREATORE E’ UNICO ED E’ PER TUTTI. COSI’ DOPO LA MORTE NON VI E’ UNA FINE MA UN PROSEGUIRE PER TUTTI ! Da una esperienza vera il Film “OLTRE LA VITA” fa comprendere cose importanti. Buona visione: https://www.youtube.com/watch?v=lKvMnfNhxDo
Tutti hanno l’anima, ok bravo ad averla dimostrata, ma ciò non comporta ad affermare l’esistenza di un ipotetico essere supremo denominato “Dio”

Credere ad una bufala del genere è triste e dimostra quanto poco veramente si capisca di quello che si legge. Dai che ce la possiamo fare.

Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.

neilperri @ butac.it

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