Le citazioni improbabili – Charles Bukowski

Una lettrice mi ha segnalato di aver trovato questa citazione di Charles Bukowski su un sito che lei riteneva affidabile e ora le sono venuti dei dubbi. La frase la si ritrova su svariati blog dedicati alle citazioni, riportata con piccole variazioni:

Sono stanco di vedere facce femminili ritoccate dal botox, tette strabordanti dalle scollature in concorrenza, culi in mostra, tacchi e trucchi fetish e gesti hard da donnacce, ormai non più distinguibili da quelle del mestiere. Voglio vedere donne con la loro femminilità nei gesti morbidi e gentili, nei sorrisi aggraziati, nelle movenze seducenti, ma accennate, dalle parole dolci e decise allo stesso tempo. Dai pensieri originali e nuovi. Vorrei vedere donne indipendenti, non succubi dell’uomo a cui immolano la propria dignità, femmine dai cuori di ghiaccio fuso, compagne e amiche dell’uomo, libere e sincere. Vere.

Oppure:

Sono stanco di vedere facce femminili ritoccate, tette strabordanti dalle scollature in concorrenza, culi in mostra, tacchi, trucchi fetish e gesti hard da donnacce, ormai non più distinguibili da quelle del mestiere. Voglio vedere donne con la loro femminilità nei gesti morbidi e gentili, nei sorrisi aggraziati, nelle movenze seducenti, ma accennate, dalle parole dolci e decise allo stesso tempo. Dai pensieri originali e nuovi. Vorrei vedere donne indipendenti, non succubi dell’uomo a cui immolano la propria dignità, femmine dai cuori di ghiaccio fuso, compagne e amiche dell’uomo, libere e sincere. Vere.

La prima delle due versioni qui sopra parla di Botox, il Botox è stato introdotto nella cosmetica nel 1992, Bukowski è morto nel 1994, direi sia assodato che non può aver parlato di Botox come di una cosa di cui essere stanchi, probabilmente cominciava giusto a prendere piede. Quindi mi sono concentrato sulla seconda versione della citazione. Quella dove non viene nominato il Botox ma ci si limita a parlare di facce femminili ritoccate. Onestamente non trovo traccia di questa citazione se non in blog semisconosciuti che dal 2012 la fanno circolare. Dopo il 2012 la citazione è stata condivisa più o meno ovunque sul web italiano, tutti appongono la firma Charles Bukowski, nessuno cita da dove sarebbe stata presa la frase. Già questo dovrebbe farci rizzare le antenne: una citazione, quando reale, riporta sempre da dove è stata tratta, non solo l’autore.

Ho tentato più traduzioni della stessa frase, senza trovare alcun riscontro né in inglese, né in francese e neppure in spagnolo (da dove capita che arrivino spesso citazioni apocrife). Non esiste traccia nelle tante raccolte di citazioni di Bukowski di una frase perlomeno simile. Da dove arriva? Non si sa! Quello che è certo è che nel 2012 ha fatto la sua comparsa sul web italiano e da allora è stata condivisa migliaia di volte. Senza che nessuno si sia posto il dubbio di chi abbia realmente scritto quella frase.

Ho letto molto Bukowski, non tutto, una frase del genere onestamente non mi sembra affatto scritta da lui, ma ovviamente posso sbagliare. Quello che è certo è che non si trova nelle raccolte di sue citazioni, non è recuperabile dai suoi scritti online, e chi la condivide, prima di farlo, dovrebbe accertarsi della sua fonte. Perché il rischio di creare un falso è sempre molto alto, più un qualcosa di falso viene ricondiviso (specie nel campo delle citazioni) più la gente sarà convinta della sua genuinità. Non capirlo è sciocco.

Non avendo trovato traccia di chi per primo l’abbia scritta non posso certificare la bufala al 100%, anche se il margine di dubbio è quasi inesistente. Rimaniamo quindi in attesa che qualche lettore appassionato del compianto Bukowski possa aiutarci a trovare una possibile fonte.

Se devo scegliere una citazione sulle donne di Bukowski preferisco nettamente questa:

Women: I liked the colors of their clothing; the way they walked; the cruelty in some faces; now and then the almost pure beauty in another face, totally and enchantingly female. They had it over us: they planned much better and were better organized. While men were watching professional football or drinking beer or bowling, they, the women, were thinking about us, concentrating, studying, deciding – whether to accept us, discard us, exchange us, kill us or whether simply to leave us. In the end it hardly mattered; no matter what they did, we ended up lonely and insane.

Che è tratta dal suo libro Women.
maicolengel at butac punto it
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