Le “cure” per il COVID non esistono…

Diamo di nuovo una mano all'amico Matteo che non trova le risposte ai suoi dubbi

Ci avete segnalato l’ennesimo video del prezzemolino Matteo Gracis, amato dal pubblico di ogni età. Ormai non passa giorno senza che ce lo troviamo tra le segnalazioni che inviate a BUTAC, sembra aver preso il posto di Claudio Messora (ora star della tv) e dell’ormai pensionato Silver Nervuti. Lo ammettiamo, ci fa piacere, perché comunque Matteo ha più eleganza e simpatia di entrambi i citati. Peccato però che in quanto a disinformazione non sia da meno, anzi.

Matteo ha pubblicato un video il 9 giugno, che titola:

Covid-19: perché le cure vengono ostacolate?

Il format lo conosciamo, è come con le dieci domande: un monologo dove Matteo ci racconta la sua personale opinione sul mondo e sulla pandemia. Il video comincia con un aneddoto:

… durante un evento a Roma di qualche settimana fa un ragazzo si avvicina ai manifestanti e chiede: “Per quale motivo state manifestando?” gli rispondono “Perché vogliamo che le cure domiciliari vengano riconosciute ufficialmente!” “Cure domiciliari per cosa?” insiste il ragazzo “Cure domiciliari per il covid-19” replicano i manifestanti. A questo punto il ragazzo fa un’ultima domanda emblematica e significativa: “Ma esistono le cure, il covid si può curare?” Lui così come la stragrande maggioranza degli italiani non era e non è a conoscenza. Ebbene sì, le cure per il covid-19 esistono sembrerà assurdo a molti, ai più, ma da oltre un anno in Italia migliaia di medici curano e assistono migliaia di pazienti attraverso le terapie domiciliari precoci…

Curioso, un sito dedicato ai malati britannici ad aprile 2021 riportava:

There is not currently a cure for COVID-19. The aim of treatment is to manage and reduce symptoms until you have recovered.

L’Enciclopedia Britannica riporta:

At the moment, there is no cure for infection with the coronavirus behind the COVID-19 pandemic. However, different types of drugs are being tested in human patients for their ability to fight off infection or to reduce the severity of disease.

Il New York Times:

There is no cure yet for Covid-19.

Ma anche sul sito IppocrateOrg, punto di riferimento di tanti di quelli che sui social spingono le terapie domiciliari sulla scia di un numeroso gruppo guidato da un avvocato, si legge:

IMPORTANTE – Il Covid-19 è una malattia complessa per la quale non è ancora stata identificata una cura specifica.

Che è poi la stessa identica cosa che spiegano i vari membri della comunità scientifica internazionale. Non ci sono cure per la COVID-19, esiste il vaccino, che non è una cura ma un trattamento preventivo, poi esistono protocolli basati sulla diagnosi e sulla situazione del singolo paziente che servono appunto a ridurre i sintomi fino a quando non si esce dalla malattia. I trattamenti fatti dai medici delle “terapie domiciliari” servono esattamente a questo, non a curare, ma a cercare di alleviare il prima possibile i sintomi della COVID-19.

Perché col termine cura s’intende: Il complesso dei mezzi terapeutici e delle prescrizioni mediche che hanno il fine di guarire una malattia. Oggi non esistono cure per la Covid, se qualcuno ne sviluppasse una che non fosse fuffa farebbe i soldi veri. E tenete sempre presente che tutte le più importanti case farmaceutiche sono all’opera per vedere se sia possibile, e ricoprirebbero d’oro chi ne avesse trovata una basata su farmaci già in commercio. Già questo dovrebbe farvi venire qualche dubbio. Ma procediamo col video di Matteo, perché dopo l’aneddoto ci dice che:

…l’importanza delle cure domiciliari è stata ormai provata non solo dalle testimonianze dei medici italiani “ribelli” ma anche dall’esperienza di alcuni paesi extra europei. Per rendere l’idea, a Cuba, dove fin da subito si è scelto di puntare tutto sull’assistenza capillare ai pazienti, dall’inizio della pandemia ad oggi i decessi per Covid sono stati 840 su una popolazione di 11 milioni di abitanti. Anche solo per questi motivi si può affermare che le non terapie contenute nelle linee guida ufficiali del governo siano quantomeno discutibili…

Matteo dice che l’efficacia delle cure domiciliari è stata dimostrata dall’esperienza cubana. Vediamo quest’esperienza. A Cuba sanno della pandemia come noi da gennaio 2020, i primi casi sul loro territorio a marzo 2020 provenivano dall’Italia, turisti che avevano portato il virus da casa nostra. Al 30 di marzo 2020 a Cuba c’erano 170 casi e 4 decessi collegati alla pandemia. Dal 1 aprile Cuba ha completamente bloccato l’arrivo di voli internazionali. Ma come? Se avevano puntato tutto sull’assistenza capillare ai pazienti che gliene fregava di chiudere i confini? Domande senza risposta… Dal 12 maggio 2020 a Cuba è cominciato il tracciamento dei casi, usando tamponi il più possibile. Da subito i centri di ricerca medica cubana si sono messi all’opera per trovare anche loro un vaccino, e due linee di vaccini vengono testate, Soberana 2 e Abdala: a oggi quasi 800mila cubani sono stati vaccinati, altro che puntare tutto sull’assistenza capillare ai pazienti.

L’idea che i cubani abbiano una cura viene dalle dichiarazioni fatte dal presidente cubano:

Science and medicine in Cuba has saved the lives of 80 per cent of critically-ill patients infected with the Sars-CoV-2 virus, while in the rest of the world 80 per cent of serious and critically-ill patients have died.

Ma si tratta di una dichiarazione che risale a maggio 2020, ripetuta più volte da allora, ma a Cuba fino a dicembre 2020 di contagiati dal Sars-CoV-2 ce ne erano pochissimi, come mostra anche la dashboard dell’OMS:

I contagi, sempre e comunque bassi, sono cominciati ad aumentare a dicembre 2020, le dichiarazioni di maggio erano perlopiù slogan politici. Perché, se avessero avuto davvero una cura, a dicembre 2020 non ci sarebbero stati quei picchi. Picchi che per ora non si sono fermati e che da dicembre procedono anche con un incremento della mortalità a marzo 2021, e anche quello non si è ancora arrestato. Sono sempre numeri bassi. Ma sempre per parlare di cure e di misure restrittive, secondo i siti dedicati al turismo a Cuba:

Face masks are currently mandatory in all public area including transport. To protect yourself and others, we strongly advise to wash your hands with soap and dry with clean paper towel frequently as possible. You can also use an alcohol based hand sanitizer when outside. Avoid touching your face and keep 6ft distance from others. If you are using a reusable face mask, ensure to wash your face mask with soap between uses. Bring plenty of soap, hand sanitizer and disinfectant wipes with you as these supplies may be limited in Cuba.

Ma come? Se c’è una cura e si punta tutto sull’assistenza capillare ai pazienti che bisogno c’è di indossare la mascherina in tutti i luoghi pubblici e sui trasporti? E l’igienizzante a che serve? Per caso si sta puntando anche sulle misure di prevenzione e di contenimento dei contagi per evitare che la gente si ammali, come un po’ in tutto il resto del mondo? Crediamo che basti il vostro spirito critico per capire che no, Cuba non ha trovato una cura per la Covid-19, erano riusciti a contenere la prima ondata, qualcosa è andato storto con la seconda e ora i contagi sono cresciuti. Per fortuna, avendo comunque un clima più caldo del nostro, sono meno abituati a stare assembrati in luoghi chiusi, quindi hanno meno rischi di contagio rispetto a noi.

Passiamo oltre, Matteo ci tiene a spiegare le cose in maniera dettagliata e completa, pertanto riporta anche l’episodio che grazie ai medici delle “terapie domiciliari” ha visto coinvolto il TAR del Lazio:

…le nostre istituzioni non solo hanno ignorato ma si sono addirittura opposte alle cure domiciliari. Ecco come: il 4 marzo 2021 il Tar del lazio accoglie il ricorso effettuato nei confronti del Ministero della Salute e dell’AIFA da parte del comitato cura domiciliare covid. La richiesta è che vi sia l’annullamento preceduto dalla sospensione dell’efficacia delle linee guida dell’AIFA. Così l’ordinanza del Tar le sospende in via cautelare e stabilisce che i medici hanno il diritto e il dovere di prescrivere i farmaci che ritengono più opportuni. Il tutto in attesa della trattazione di merito prevista per il prossimo 20 luglio. Tuttavia, dopo qualche settimana l’AIFA del Ministero della Salute guidato da Roberto Speranza presentano a loro volta ricorso contro questa ordinanza al Consiglio di Stato il quale lo accetta e ripristina il protocollo iniziale: vigile attesa e paracetamolo.

(Quasi) tutto vero, il TAR aveva emesso un’ordinanza e noi di BUTAC ce ne eravamo occupati il 9 marzo 2021, cito dal nostro articolo:

Il Tar comunque ha solo emesso un’ordinanza che dice che uno specifico documento dell’AIFA, la nota del 9 dicembre 2020, vada annullato in quanto non riporta specifici permessi per i farmaci che invece sono generalmente utilizzati dai medici di medicina generale per i pazienti affetti da COVID-19. Tutto questo secondo il giudice (non un medico o un esperto di virologia, epidemiologia o COVID-19), e sulla base di quanto presentato dai facenti ricorso. Infatti il TAR è un Tribunale Amministrativo, che basa le proprie sentenze solo sugli atti formali, senza prendere in considerazione perizie esterne e altre testimonianze, diversamente da quello che farebbe un tribunale giurisdizionale. Allo stesso modo il Tar non si è espresso contro la tachipirina, come sembrano sostenere i fan della terapia domiciliare: valgono quindi le ultime indicazioni di cui abbiamo parlato qui, supportate dal parere degli Ordini dei Medici e della comunità scientifica.

Avete letto con attenzione cosa dicevamo a marzo? Il TAR aveva accettato di sospendere un documento dell’AIFA, ma non aveva inserito i farmaci richiesti dai sostenitori delle terapie domiciliari nello stesso, si era limitato alla sospensione di quello specifico documento, che non vietava le terapie domiciliari, ma lasciava al medico di medicina generale una certa autonomia con determinate responsabilità.

Ad aprile l’unica cosa che ha fatto il Consiglio di Stato è stata quella di annullare l’ordinanza del TAR. Nessuno ha lottato contro le terapie domiciliari, come riporta la stessa decisione del Consiglio di Stato:

“La natura dell’atto impugnato porta ad escludere l’esistenza di profili di pregiudizio dotati dell’attributo della irreparabilità, dal momento che la nota AIFA non pregiudica l’autonomia dei medici nella prescrizione, in scienza e coscienza, della terapia ritenuta più opportuna, laddove la sua sospensione fino alla definizione del giudizio di merito determina al contrario il venir meno di linee guida, fondate su evidenze scientifiche documentate in giudizio, tali da fornire un ausilio (ancorché non vincolante) a tale spazio di autonomia prescrittiva, comunque garantito”.

Ve ne preghiamo, rileggete più e più volte la parte in grassetto prima di venire a commentare. Matteo a mio avviso fa molta confusione, subito dopo infatti si lamenta che la stampa mainstream non abbia parlato dell’ordinanza e del successivo ricorso.

Di tutta questa vicenda però la maggior parte delle persone non sa assolutamente nulla a causa del totale silenzio dei media mainstream che non hanno dedicato mai nemmeno un minuto all’argomento, tenendo conto che il 91,6 per cento dei cittadini italiani si informa attraverso la televisione è ovvio che questa omissione ha impedito alla popolazione di conoscere e di interrogarsi su una questione così importante…

Ma non è vero, dell’ordinanza del TAR ne hanno parlato tutti, soprattutto grazie alla macchina del fango mossa dai sostenitori delle terapie domiciliari che non vedevano l’ora di dire “il TAR ci ha dato ragione”. Del ricorso del Ministero della Salute se ne è parlato meno, vero, ma il motivo è nella stessa frase in grassetto che vi ho detto di rileggere più volte. L’ordinanza del TAR non dava maggior valore alle terapie domiciliari, e la decisione del Consiglio di Stato non limita in alcuna maniera i medici delle “terapie domiciliari”. Sostenere diversamente è disinformare, non capirlo è essere scarsamente dotati di spirito critico.

Anche Matteo, come i simpatici vuvuzela, tira fuori la Costituzione, chissà come mai la si cita ogni volta che fa comodo:

…chiunque avrebbe preteso di capire per quale motivo le autorità abbiano scelto di ostacolare le terapie domiciliari. Ora, cosa ha spinto il governo a remare contro tali cure? Perché proprio il Ministero della Salute, che in attuazione dell’articolo 32 della Costituzione dovrebbe tutelare la salute dei cittadini, ha deciso di schierarsi contro queste ultime? Come mai le stesse persone che da marzo 2020 affermano che il motivo delle restrizioni è dato dal pericolo della saturazione degli ospedali e delle terapie intensive decidono di opporsi a ciò che potrebbe rappresentare la più efficace soluzione a questo problema? È impossibile naturalmente arrivare a una risposta certa…

Citare la Costituzione piace a chi punta sul far sentire i propri follower ribelli contro il sistema, ma siamo all’ABC della disinformazione. Nessuno, come vi abbiamo appena mostrato, ha lottato contro; la questione sotto i riflettori qui è piuttosto è che nessuno ha lottato a favore. E il motivo è ben esposto sia nelle linee guida AIFA che nei documenti dell’OMS, nonché da parte di tutti gli enti, le istituzioni, le associazioni, gli scienziati e i ricercatori che a loro fanno riferimento: i trattamenti proposti dai sostenitori delle terapie domiciliari non hanno mai dato prova di avere alcun effetto sulle ospedalizzazioni. Non c’è un singolo studio redatto seguendo il metodo scientifico che dimostri che i trattamenti usati dai tizi delle terapie domiciliari diminuiscano il carico agli ospedali. Perché Matteo questa cosa non la dice mai? La risposta alle domande che pone qui sopra è e sarà sempre questa. La scienza funziona così proprio per evitare che chiunque affermi quel che gli pare e pretenda che gli altri gli diano retta, senza però aver portato alcuna prova a supporto.

E insiste eh:

…se fossero state riconosciute ufficialmente queste terapie domiciliari precoci tutti coloro che hanno governato l’Italia dall’inizio della pandemia avrebbero avuto grandi responsabilità. Inserendole in un protocollo nazionale il governo difatti avrebbe ammesso indirettamente che in passato decine di migliaia di persone si sarebbero potute salvare se curate tempestivamente. Di conseguenza altrettante denunce sarebbero arrivate all’esecutivo colpevole di aver privato i cittadini italiani delle cure necessarie e di averli lasciati morire. Infatti, seppur le linee guida del governo siano delle semplici raccomandazioni che comunque non impediscono ai medici di somministrare i farmaci che ritengono più opportuni, questi ultimi sono inevitabilmente disincentivati a prescrivere terapie alternative…

La domanda che va fatta a Matteo è: perché dici che sono disincentivati?

Lui la risposta la dà nello stesso video, anzi dà due possibile ipotesi:

...i medici per svolgere realmente il proprio mestiere, che non è di certo quello di non fare praticamente nulla affinché la malattia non peggiori, dovrebbero disobbedire alle indicazioni provenienti dall’alto. È ovvio però che solo una minima parte di loro sia disposto a farlo e tutti gli altri preferiscono seguire le indicazioni ufficiali sollevandosi così da qualsiasi responsabilità. (LA) seconda ipotesi: un riconoscimento ufficiale delle cure domiciliari non avrebbe consentito di mettere sul mercato i vaccini anti covid così velocemente. I sieri infatti sono stati autorizzati tramite la procedura di emergenza che permette una rapida approvazione a fronte di una sperimentazione molto limitata e tra le  condizioni necessarie affinché ciò sia possibile…

Io onestamente non so cosa dire, fossi un’associazione di medici mi verrebbe da denunciare Gracis e questo modo diffamatorio di fare informazione.

Non è affatto vero che seguendo le terapie domiciliari si sarebbero salvate decine di migliaia di persone, e non è vero che seguendo le indicazioni ufficiali i medici siano sollevati da qualsiasi responsabilità, visto che i protocolli delle autorità sanitarie spiegano chiaramente che i medicinali raccomandati devono essere prescritti valutando la situazione del singolo paziente, “su giudizio clinico”. Certo che a inizio pandemia avremmo potuto fare molto meglio di come è andata, ma è facile dirlo col senno di poi, a marzo dell’anno scorso tutti stavano ancora studiando trattamenti e possibili cure per qualcosa che non si conosceva affatto.

Siamo nel 2021 una cura ancora non è stata trovata. Checché ne dicano Matteo Gracis e i suoi amici.

Non credo di poter aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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