Le dichiarazioni dei ministri

MINISTRI

L’allarmismo sugli immigrati non cessa di tenere banco, e ci sono notizie che risultano sempre particolarmente succulente per un certo tipo di stampa. A volte vengono modificate, manipolate, a volte no, se non un po’ nel titolo per poter attirare esattamente il pubblico di lettore che si vuole colpire.

Un caso lampante è quello delle dichiarazioni rilasciate dalla Ministra del Lavoro e delle politiche sociali  (ho un problema, io ieri notte avevo ricopiato dal Giornale, ma giustamente stamattina mi accorgo che la Giannini è Ministra dell’Istruzione anche lei, ma il Giornale la cita come se fosse Poletti, l’accordo tra chi è stato fatto?) Stefania Giannini e la Ministra dell’Istruzione tedesca Johanna Wanka, in occasione della firma di un accordo per la cooperazione tra Italia e Germania nell’ambito della formazione professionale.

Il ministro della Merkel ammette: “I migranti servono a sostituire i tedeschi”

Così titolava il Giornale, che però nell’articolo riportava le parole della Ministra Wanka con più precisione:

Meno famiglie significa meno figli. E quindi l’aumento della crisi demografica già in atto. Con l’1,2% di tasso di (de)crescita demografica l’Italia e la Germania detengono già il record negativo mondiale. Il che mostra come l’abbassamento della fertilità sia un fattore non legato alla dimensione economica. Come spiega la Ministra Wanka “in dieci anni la popolazione tedesca si è ridotta del 22per cento. L’unico settore in cui la produttività è diminuita è quello dei figli”.

Il titolo è un’interpretazione di quella frase, non vi sto dicendo sia un’interpretazione errata, ma non sono le esatte parole della Ministra (mamma mia quanto poco mi piace usare Ministra, sarò vecchio e poco capace, comprendo le ragioni, ma continua a suonarmi meglio Ministro, voglio l’indeterminativo, uffa).

Le parole però vanno spiegate con attenzione, perché la maggioranza dei lettori che legge il titolone non arriva a fondo articolo. E magari non si rende conto che non sono minacce o progetti, ma reali problemi con soluzioni possibili.

Ne avevamo già parlato, perché la stessa storiella con toni più allarmistici veniva fatta girare già alcuni anni fa, quando una dichiarazione molto simile l’aveva fatta D’Alema. Giusto poche parole estrapolate da un discorso ben più ampio. Nessuno spiegava la storia nella maniera corretta, io mi ero fatto prendere un po’ molto dalla foga e spiegavo le cose in maniera poco ortodossa e senza link.

Ma anche a distanza di tempo i fatti restano quelli, i numeri continuano a non mentire, la natalità nei paesi europei è bassa, molto bassa:

brithrate

Come si può vedere sulla pagina di Wiki le nascite sono stimate in tra otto e tredici neonati ogni mille abitanti su quasi tutto il territorio dell’Unione, lo stesso vale per Canada, Australia, Russia, va un po’ meglio in Irlanda e Turchia, ma cambia di poco, si arriva a toccare i diciassette, quando per sostenerci con tranquillità dovremmo essere sul traguardo dei ventidue. Ovvio che se non si vuole che tutto lentamente si fermi, dal sistema pensionistico a quello assistenziale, servono nuove leve, che possano dare linfa all’economia e al sistema della tassazione: pagando i loro contributi contribuiranno anche al nostro futuro, e come si evince dal grafico non ci sono paesi occidentali da cui importarli; il trend è basso pressoché ovunque in Occidente, le zone che hanno una popolazione che cresce in eccedenza sono quelle tra il giallo e il rosso. È solo da lì che, se non viene invertito il trend di basse nascite, potrà arrivare nuova vita che traghetti gli occidentali verso il futuro, dobbiamo farcene una ragione.

Sia chiaro, nessuno è qui che fa i salti di gioia, certo che saremmo tutti più contenti che non fosse necessario, ma quanti di noi hanno in progetto di fare figli prossimamente? Quanti più di uno? Quanti più di due? Purtroppo la risposta l’abbiamo davanti ai nostri occhi.

maicolengel at butac.it

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