Le Iene sono sempre le stesse…

...la novità è che non abbiamo più parole per commentarle.

ARTICOLO AGGIORNATO IL 13 GIUGNO 2022

facendo seguito a una diffida da parte dell’Ufficio legale di RTI Reti Televisive Italiane, che ci ha richiesto una modifica poiché ritiene che nella sua versione originale fosse gravemente diffamatorio nei confronti dei loro assistiti.


Il 6 aprile qui su BUTAC avevamo pubblicato un articolo dal titolo:

La post-verità e il plasma iperimmune

Articolo che hanno letto circa 5mila lettori. Le Iene il 13 aprile hanno trasmesso un servizio tv dal titolo:

Plasma iperimmune, De Donno aveva ragione

Il 13 aprile Le Iene hanno avuto quasi 1.3 milioni di telespettatori.

In un Paese normale il giorno dopo il servizio delle Iene tutti avrebbero fatto presente che quelle riportate erano imprecisioni scientifiche gravi che andavano smentite, e che quel “De Donno aveva ragione” dimostra soltanto che in redazione di scienza nessuno ne capisce un granché. E invece la loro trasmissione va avanti imperterrita, senza rendersi conto che tra un servizio sull’olistico porcone e uno sullo scherzo a pinco pallino questi soggetti diffondono post verità ovvero, come riporta Treccani:

Argomentazione, caratterizzata da un forte appello all’emotività, che basandosi su credenze diffuse e non su fatti verificati tende a essere accettata come veritiera, influenzando l’opinione pubblica.

Il servizio delle Iene del 13 aprile era sbagliato fin dall’inizio, quando a sostegno della terapia al plasma iperimmune si sosteneva che:

Oggi la scienza ha radicalmente cambiato opinione sulla terapia al plasma

Un’informazione falsa che serve a portare avanti il servizio e a trasformare il povero De Donno in vittima sacrificale. La scienza non ha cambiato idea sul plasma iperimmune, anche nel 2020 si riteneva che fosse una strada da testare, pertanto all’inizio nessuno ha ostacolato lo studio che era in corso.

Il problema è che quello che Le Iene condividono come nuovo studio che dà ragione a De Donno non dà affatto ragione a De Donno, ma conferma cose che in parte erano già note. Ovvero che il plasma iperimmune ha dimostrato scarsa efficacia, e che per averne va comunque somministrato in pazienti non ospedalizzati e con sintomi lievi.

L’unica testata che ha affrontato la questione subito dopo il servizio delle Iene è stata Open, purtroppo senza citarci anche se il nostro articolo era di una settimana prima. Nessun altro media mainstream si è occupato della questione per fare chiarezza. Pertanto se si escludono i tremila che hanno letto noi, e i non so quanti che avranno letto Open, ci sono facilmente almeno un milione di persone là fuori che, grazie a una trasmissione targata Mediaset, sono convinte che la cura al plasma iperimmune proposta da alcuni medici italiani nel 2020 fosse efficace.

Vorrei che ci ricordassimo tutti che le Iene sono stati anche i principali promulgatori della terapia Vannoni, del Blue Whale, della dieta mima digiuno, dell’auto magica, delle importazioni dei pomodori, per non dimenticare di quando sostennero che il China Study fosse uno studio scientifico validato e incontrovertibile. L’elenco potrebbe andare avanti a lungo, ma è inutile procedere e anzi, espone noi a rischi legali.

Sia chiaro, ci sono alcuni servizi in ogni puntata che varrebbe la pena salvare, ma sono sempre di meno.

Servizi come quello del 13 aprile rientrano appieno nel concetto di post-verità come definito dalla Treccani, raccontano una notizia inesatta, basata su precedenti servizi in cui si cavalcava l’emozione e non la verità scientifica. Avessero voluto farlo avrebbero dovuto intervistare la direzione dell’Istituto Superiore di Sanità, l’organo a cui abbiamo delegato la gestione sanitaria del Paese. Invece, senza nessuna spiegazione da parte di ISS, la notizia viene raccontata a un pubblico televisivo che nella maggioranza dei casi non ha gli strumenti per fare verifiche in proprio, un pubblico che la mattina dopo si sveglierà ancora più incazzato col governo – che, a sentire la TV, ha censurato una cura che avrebbe potuto salvare migliaia di persone – e con i medici – che non si capisce perché questa cura non si siano battuti per utilizzarla e abbiano lasciato morire i loro pazienti.

Quello che facciamo qui su BUTAC è assolutamente inutile: finché esistono redazioni che operano in questo modo, loro avranno sempre un bacino di utenti immensamente più grande dei lettori che noi, volontari web, potremo mai aspirare ad avere.

L’articolo qui sopra è stato modificato seguendo quasi tutte le richieste nella diffida ricevuta, il senso di quanto scrivevamo rimane esattamente lo stesso. Nella diffida come contenuti da rimuovere c’erano anche i link ai precedenti articoli che negli anni passati avevamo dedicato ad altri servizi televisivi delle Iene, quelli non li abbiamo rimossi, riteniamo rientrino alla perfezione nel diritto di critica. Ci teniamo però a far presente che la diffida ricevuta rientra appieno in quel contesto di cui parlavamo qui qualche tempo fa.

Non crediamo di poter aggiungere altro.

la redazione di BUTAC

segnalazioni at butac punto it

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