Le multe dei rom pagate coi soldi della Caritas

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Purtroppo questo è il classico caso dove non è facile stabilire dove stia la realtà dei fatti.

Ci sono due campane, che sostengono due cose differenti, di chi fidarsi?

La rivelazione della polizia: “Caritas paga le multe dei rom”

Questo il titolo scelto da Il Giornale che riprende un articolo che era uscito in prima istanza sulla testata online AltoVicentino. Vi riporto la parte più importante dell’articolo:

i rom pagano le multe o no? La verità sull’arguta domanda tinge il foglio bianco del inchiostro nero della penna del comandante: “No. quasi mai le pagano. Le pagano solo per rientrare in possesso di un mezzo sequestrato, spesso e volentieri ottenendo il relativo denaro dalle varie associazioni caritatevoli (talvolta senza neanche chiederlo). Tra l’altro i vari caravan e roulottes sono considerati dalla normativa internazionale delle vere e proprie abitazioni, e come tali godono di una protezione di gran lunga superiore a quella di un normale veicolo, anche perché spesso unica dimora di minorenni“.

Sul fatto che i rom non paghino le multe posso essere d’accordo, non le pagano svariati italiani, non vedo perché dovrebbe esser diverso per gli altri. Conosco dal vivo più di un soggetto che non paga multe e affitto, non vedo perché debba esser diverso tra le popolazioni minoritarie del nostro paese. Quello che mi lascia un filo sorpreso è l’uso del termine CARITAS nel titolo, quando poi nell’articolo il comandante dei Vigili parla genericamente di “associazioni caritatevoli”.

È un po’ come se titolassimo: La Coca Cola fa male, quando invece la ricerca che presentiamo sta parlando in generale di soft drink: colpirne uno quando andrebbero forse colpiti tutti. Non è giornalismo decidere che la Caritas ci sta poco simpatica e attaccare solo loro quando tutti gli enti caritatevoli erano sul banco degli imputati, magari col rischio di vanificare il bene che stanno facendo con la raccolta fondi per il terremoto. Sia chiaro, Il Giornale non fa altro che riprendere l’orrido titolo scelto da AltoVicentino, senza fare nessuna verifica in merito.

Tanto per gettare benzina sul fuoco interviene anche il COISP, che sempre senza fare verifica alcuna e fidandosi di una testata come AltoVicentino si scaglia ulteriormente contro la Caritas:

Il Coisp dopo la notizia delle multe ai rom pagate dalla Caritas: “Avremmo sperato che quei soldi servissero ad aiutare chi ha davvero bisogno non a consentire che alcuni stiano al di sopra della legge”.

La cosa più triste di tutte è che nessuno di questi ha interpellato la CARITAS stessa, no, sono notizie fatte apposta per indignare, che bisogno c’è di verificare? Ma bastava andare sulla pagina della Caritas vicentina per leggere:

In riferimento alla notizia uscita in questi giorni su una testata on line locale e oggi ripresa da alcune testate nazionali, secondo la quale Caritas nel Nord Est Vicentino “paga le multe ai rom”, sottolineiamo che la notizia è falsa in quanto le affermazioni stesse del Comandante della Polizia Locale Nord Est Vicentino, contenute nell’articolo originario, non parlano di Caritas ma più genericamente di “associazioni caritatevoli”.
Conviene peraltro precisare quindi all’opinione pubblica che le “associazioni caritatevoli” sono molte e indipendenti nel loro agire (ad esempio l’associazione Papa Giovanni 23, l’Operazione Mato Grosso, le Conferenze di San Vicenzo ecc). Precisato questo, sul fatto in oggetto ci sorgono alcune domande, anzitutto quale sia l’utilità di simili dichiarazioni da parte della Polizia Locale.
Nella zona del Nord Est Vicentino, nel dettaglio, da precisi controlli ci risulta che per una sola famiglia, seguita d’intesa con i servizi sociali, la tutela minori e le istituzioni scolastiche e all’interno di un patto di diritti-doveri, si è provveduto negli ultimi tempi, con un servizio di segretariato sociale, al supporto materiale nell’effettuazione di un versamento presso un ufficio postale (bollettino n. 13561), pagamento effettuato dalla famiglia stessa e ad essa intestato.

Spiace dunque constatare la malafede dei titoli, oltre all’ennesima strumentalizzazione ideologica completamente infondata. Infatti quando Caritas diocesana – come è successo in passato anche a Vicenza città – si assume la titolarità di percorsi di inclusione sociale, che possono riguardare cittadini italiani di origine veneta o comunque presenti regolarmente nel nostro territorio, lo fa alla luce del sole e d’intesa con i comuni coinvolti, le scuole e i servizi a tutela dei minori, evitando in ogni caso forme di assistenzialismo fine a se stesse che negano la dignità delle persone e sono solamente diseducative. Si tratta quindi sempre di un impegno a 360 gradi, e in questo contesto il patto diritti-doveri può riguardare anche la regolarizzazione di utenze o di altri debiti, con specifici piani di rientro. Una modalità che da sempre caratterizza l’agire Caritas in tutti gli ambiti, a partire dagli interventi in favore delle famiglie italiane in difficoltà economica.

Quindi la CARITAS smentisce, spiegando che solo in un caso si è aiutata una famiglia che aveva bisogno di un aiuto per pagare una sanzione. Basta questo singolo caso per attaccare la CARITAS con titoloni del genere? Non credo.

Come vi ho detto all’inizio purtroppo non ho modo di verificare più a fondo la notizia, quindi di dirvi con assoluta certezza che le parole della CARITAS siano reali, mi lascia però decisamente infastidito non vedere da nessuna parte (né su AltoVicentino, né nell’articolo del Giornale, nè nel comunicato del COISP) un aggiornamento che perlomeno riporti le parole della CARITAS accusata. Il che mi fa pensare che non importi a nessuno cosa dicono loro; lo scopo era indignare, non fare informazione. E da qui il mio bollare la notizia come classico caso di pseudogiornalismo, titolone, articolo non verificato e chi s’è visto s’è visto, scopo raggiunto: plotoni d’indignati a condividere.

Non credo sia necessario aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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