Le pagine acchiappalike

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Questa volta non parliamo propriamente di una bufala, ma quello che segue è il racconto in prima persona di qualcuno che ha cavalcato Facebook in maniera ottimale, fin dalla sua nascita!Qualche giorno fa ho ricevuto in casella postale l’offerta di un ragazzo di provare a scrivere qualche riga per spiegare al meglio come si sia arrivati al basso livello di informazione sui social network che abbiamo oggi. In mail mi spiegava che si sentiva in parte protagonista della cosa, avendo vissuto Facebook fin dall’inizio ed avendo creato quelle che oggi definiremmo pagine virali da svariate centinaia di migliaia di like.
Ho rimesso a posto un po’ il suo testo, per renderlo più fruibile a tutti, ma l’autore di quanto riportato qui sotto non sono io, tutto quanto ci racconta, però, è stato verificato da noi di Butac.

L’arrivo di Facebook

Il boom di Fb si è avuto nel lontano 2008, ad agosto precisamente, io ero iscritto assieme ad altre tre persone della mia città; in quel momento le pagine fan italiane erano agli albori ed erano pochissime. Un giorno cercai la pagina di Pietro Taricone (ancora in vita) ed era inesistente, così decisi di crearla io.
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Allora Facebook non era ancora utilizzato come mezzo di comunicazione da parte delle persone famose e la famosa stellina di certificazione fu introdotta, guarda caso, dopo che uscì il mio servizio alle Iene .
Dopodiché ne creai anche altre, tipo “mozzarelline”, “crocchè” e altre pagine incentrate sul cibo, così per mera passione dell’argomento trattato. La pagina principale restava sempre quella di Taricone, che crebbe fino a 2000 fan, dopodiché, giusto sei anni fa, ci fu la notizia sua morte e in un batter d occhio (comportamento tipico italiano) mezza Italia si scoprì fan del suddetto Pietro, e la pagina volò fino a 850 mila fan .
Per vari mesi provai a mettermi in contatto con la famiglia per dare loro la gestione della pagina ma senza esito.

La nascita del social marketing italiano

Un bel giorno entrai in contatto con una ragazza di Roma, proprietaria di svariati siti online, una delle prime persone ad occuparsi di social marketing. Insieme discutemmo delle svariate potenzialità delle pagine Facebook quale veicolo per attrarre click ai siti, ed iniziammo una collaborazione.

Il meccanismo era semplice ma geniale, Facebook era ed è il sito che la gente visita maggiormente durante il giorno quindi non sarebbe stato difficile. Allora non c’erano ancora i siti farlocchi o quelli satirici, c’erano solo testate online serie (ad esempio www.leggilo.net, uno dei miei primi clienti).
Ci volevano almeno 200mila fan perchè la pagina desse un guadagno in base ai click, e bisognava tenere la pagina in attività (condividendo foto che generassero molte condivisioni, cosa che successivamente fece scaturire il fenomeno delle foto bufala, che sicuramente conoscerete). L’attività iniziò a crescere, nacquero siti come socialmarketingforum.it o gruppi Fb come .facebook com/groups/paginemarket/ dove avvenivano le compravendite sia di spam che di pagine; io ad esempio avevo un tariffario che andava dai 15 ai 900 euro a seconda del numero di passaggi di notizie (ad esempio 20 passaggi di notizie a 300 euro, con libertà di orario).
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Facebook poi introdusse la possibilità di nominare dei creatori di contenuti nelle pagine Fb (eliminando quindi la possibilità che la pagina venisse rubata) e la cosa facilitò ancora di più la gestione dello spam su Facebook.

Nuove frontiere per la fuffa

Ad un certo punto vengo contattato da una persona (che farà da apripista allo schifo dei siti bufala odierni), “editore” di una pagina tutt’ora in attività, proprietario di varie pagine Fb (una su tutte “patatine fritte”). Dato che pubblicare foto con relativo link alle notizie portava ad un maggiore numero di click, ad ogni articolo collegava una foto. Il problema era che la foto con l’articolo non c’entrava nulla o quasi.

La degenerazione del social marketing

Ad esempio metteva una foto di Bonolis in lacrime con scritto “una triste notizia per il conduttore, gravissimo lutto in casa Bonolis”; la gente era invogliata a cliccare e poi il contenuto dell’articolo risultava essere “Bonolis lascia Affari tuoi”. La gente prima cliccava e poi si lamentava, io sinceramente finché si è trattato di questi” tranelli” ho lasciato sempre fare (visti anche i guadagni) bastava che non mi proponessero news sessuali. Da quel momento però ha avuto la degenerazione del social marketing: iniziarono a nascere siti di notizie amatoriali, inventate e sensazionalistiche, tutti incentrati sulla bufala.
A questi si accompagnavano poi le condivisioni di foto catastrofiche, di presunti bambini malati, di montaggi a sfondo razzista, tutto questo reso possibile perché la gente non verifica mai le fonti, ed è convinta di fare una buona azione condividendo la foto di un bambino malato di cancro o la notizia di qualche finto prodotto cancerogeno. Se utilizzavi una buona foto accompagnata ad un articolo spammato su varie pagine Fb potevi guadagnare anche 500 euro pulite al giorno con i vari sponsor dei siti collegati. Non so se ve la ricordate: la bufala che girò nel 2012 dopo la finale persa dall’Italia con la Spagna, di una presunta lite tra Buffon e Balotelli… fu una notizia inventata di sana pianta da me e da un collega, bufala che portò una viralità al suo sito mai vista (infatti crashò piu volte) e ad una sua paura per le conseguenze del polverone mediatico creato.

Gli script automatici (oggi vietati, ma ancora usati)

A questo poi si è aggiunto il fenomeno degli autolike: clicco sul link alla notizia, entro nel sito e automaticamente, mediante script nascosto, divento fan di una determinata pagina. Per questo molte pagine passano dall’oggi al domani da zero fan a un milione. Per quanto riguarda me, grazie alla mia politica di prezzi bassi e con una copertura di fan che raggiungeva i due milioni ero diventato leader del social marketing in Italia.
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Dopodiché la famiglia Taricone, che fino ad allora si era disinteressata del fenomeno, e la cui pagina era la mia principale fonte per lo spam, iniziò a reclamare: volevano che la pagina diventasse loro! Iniziò una guerra con Fb (io avevo conoscenze interne), mi chiusero la pagina, me la fecero poi riaprire e infine la vendetti.
Quando misi la pagina in vendita, dato che sapevo sarebbe durata poco, fui contattato da una persona che era in “combutta “con Matteo Viviani delle Iene, e mi tesero un tranello a Roma. Il mio problema era più che altro morale, non a livello di truffa, ma (come spesso accade con le Iene) il servizio era tagliato a regola d’arte per dare ad intendere che avessi solo quella pagina (mentre ne avevo molte altre che non riguardavano i personaggi famosi). Il servizio venne girato a marzo e uscì in tv a maggio (oggi eliminato dal sito in seguito ad una denuncia di Lorenzo Ciancio del sito Leggilo.net che era citato ingiustamente nel servizio, qua tutta la sua parte di vicenda).
Dal momento in cui uscì il servizio, tutti capirono il giochino e i siti bufala, già presenti allora, centuplicarono, i personaggi vip cominciarono a certificarsi e Fb, inutilmente, provò a bloccare con svariati metodi questo meccanismo.

La fonte anonima

Premessa di Butac:
Quanto riportato sopra l’ho potuto tutto verificare, quanto invece viene raccontato da qui in poi mi è impossibile da controllare, ma fidandomi della persona che mi ha raccontato la vicenda finora credo sia importante riportarvi anche questo, pur avendo una fonte anonima e da me non verificabile:
Facebook non ci ha messo grande impegno nel combattere questo giochino, visto che il fenomeno a loro conviene perché comunque genera traffico, come mi raccontò una fonte interna a Fb che lavora a Roma. Sempre la stessa fonte spiegava che esistono admin di siti (anche MOLTO NOTI) che sono immanicati con gli admin di Facebook Italia, e questo li ha favoriti.
Esistono pagine cosiddette morte, create da gente a cui è stato bannato l’account, ma che magari avevano raccolto centinaia di migliaia di follower. Bene, avere amicizia altolocate per certi admin ha voluto dire entrare in possesso, senza fare alcuna fatica, di queste pagine che possono portare al proprio sito centinaia di migliaia di visite.
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CONCLUSIONI (Da Butac)

Avete colto fino in fondo? Quindi anche per avere successo online oggi non basta SOLO essere bravi e metterci dell’impegno, ci vuole anche qualche “bazza”, come quelle che ci hanno appena spiegato.
Se seguite una pagina che dall’oggi al domani raddoppia i suoi fan senza aver pubblicato nulla di così virale, state pur certi, sta utilizzando uno dei trucchetti spiegati qui sopra.
Butac ad oggi ha sempre evitato l’obbligo di clikkare Mi Piace per leggere un articolo, o il giochino di spalmare gli articoli su più pagine in maniera da aumentare le visualizzazioni, purtroppo non tutti fanno così, e questo fa si che Butac lentamente abbia perso il suo primato online. La cosa ci è dispiaciuta immensamente, specie quando vediamo il calore con cui ci supportate. Ma non è nostra intenzione cambiare registro, i nostri like sono genuini, e arrivano sempre da gente che ha scelto autonomamente di clikkare sui nostri post. Quando navigate il Blog ricordatevi che più condividete i nostri pezzi più ci fate un piacere.
tanti dei siti di cui si parla (senza citarli) in questo articolo li ritrovate nella nostra Black List, la lista nera del web italiano, siti e pagine da cui stare LONTANI!