Le scie chimiche in parlamento 3: la vendetta

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Premessa: Stavolta suggerisco  che vi prendiate una piccola pausa, vi mettiate comodi e abbiate tempo di leggermi fino in fondo! Oggi da leggere ce n’è tanto (mica tutta farina del mio sacco, tante citazioni), e sono stato costretto a dividere in due l’articolo, perché da cosa nasce cosa… e si sa, le bufale oggi crescono sugli alberi!

Mi era sfuggita questa notizia (che è della fine di marzo):

l’Onorevole Scilipoti interroga il Presidente del Consiglio dei Ministri sulle scie chimiche!
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…e a me cadono le braccia!
Le tasse che paghiamo non sono per passare il tempo a giocare con le scie chimiche e le teorie del complotto, ma devono servire perché chi è stato eletto lavori per davvero. E invece il recidivo Scilipoti, non contento di avere già presentato un’interrogazione parlamentare nel 2011, quando a capo del governo c’era il suo amico Silvio, interrogazione finita nel nulla visto che l’argomento non sussiste, ha deciso che le tasse degli italiani a lui piace spenderle a casaccio, quindi con il suo lauto stipendio pagato sempre da noi ha deciso di perdere ulteriore tempo per parlare di scie chimiche in Parlamento.

Atto n. 4-01960
Pubblicato il 27 marzo 2014, nella seduta n. 218
SCILIPOTI – Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri della salute, dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e della difesa. –
Premesso che:
nel 1999 il Parlamento europeo con delibera n. A 4-0005/99 del 14 gennaio 1999 si è espresso contro le sperimentazioni HAARP (con base in Alaska-Usa);
nel 2002 l’Italia ha firmato un accordo bilaterale con gli USA sulla ricerca climatica e il capo dei ricercatori italiani e il professor Franco Prodi;
nel 2003 il Ministro pro tempore della difesa, Martino, ha autorizzato le forze aeree Usa (USAF) a sorvolare gli spazi aerei dell’Italia;
le sostanze tossiche utilizzate per le operazioni di aerosol sono composte da metalli, polimeri, silicati, virus e batteri;
l’alluminio è una sostanza neurotossica che danneggia sia il sistema nervoso centrale, che i processi omeostatici cellulari (l’alluminio ha un fattore determinante nell’Alzheimer);
l’intossicazione da metallo produce un abbassamento delle difese immunitarie;
l’alluminio uccide la flora batterica dei terreni;
le piogge prodotte dalle scie chimiche cambiano il pH dei terreni;
le operazioni di aerosol, comunemente chiamate scie chimiche, finiscono per determinare, ad avviso dell’interrogante, una lesione di diritti sanciti dalla Costituzione,
si chiede di sapere:
se il Governo intenda assumere, per quanto di competenza, iniziative volte ad accertare i valori di acidità, ovvero, i pH cambiati dal 2003 al 2010, a mappare con precisione la qualità attuale dei terreni e a garantire la cessazione di tali operazioni in quanto, come conseguenza, obbligano all’utilizzo di OGM;
se intenda promuovere campagne di misurazione del livello di bario e di alluminio nelle acque piovane su tutto il territorio nazionale, attraverso verifiche dopo le piogge provocate dalle operazioni militari, e del tasso d’inquinamento dell’aria specificamente in relazione ai prodotti utilizzati nelle operazioni di aerosol;
se intenda promuovere studi per determinare il rischio ambientale e per la salute della popolazione dei territori soggetti a operazioni di scie chimiche permanenti;
se voglia favorire studi volti a chiarire l’influenza che le operazioni di scie chimiche dal 2003 ad oggi hanno avuto sulla salute degli italiani;
se intenda attivarsi al fine di rendere pubbliche le ricerche epidemiologiche relative alle malattie infettive dell’apparato respiratorio, alle allergie dovute a intossicazione da metalli e all’Alzheimer e ad altre malattie degenerative riconducibili all’intossicazione da metalli;
se intenda promuovere ricerche al fine di stimare la correlazione dell’aumento delle malattie in rapporto alle sostanze utilizzate nelle scie chimiche: ovviamente ogni malattia è multifattoriale e le questioni ambientali incidono significativamente, ma cercare di determinare se dal 2003 vi sia stato un aumento statistico significativo probabilmente dovuto alle scie chimiche;
se intenda promuovere la cancellazione del segreto di Stato relativo alle scie chimiche e far cessare le operazioni che le comportano.

Ma stiamo scherzando? Quest’uomo ripete la quasi identica interrogazione a distanza di tre anni? Quella del 2011 potete leggerla qui…

Prima di tutto mi preme spiegare che non esistono risposte a queste interrogazioni per un’unica ragione: sono tutte interrogazioni una fotocopia dell’altra, e il Parlamento si è già espresso in merito, rispondere più volte alla stessa cosa è un modo assurdo di spendere tempo e soldi (così come lo è richiedere qualcosa a cui si è già risposto, basta saper cercare). Sulle scie chimiche esistono già due documenti in risposta a interrogazioni parlamentari, una dell’ex Ministro della difesa Ignazio La Russa:

Atto Camera
Risposta scritta pubblicata giovedì 15 gennaio 2009
nell’allegato B della seduta n. 115
All’Interrogazione 4-01193 presentata da
SANDRO BRANDOLINI
Risposta. – Nel premettere che il fenomeno delle scie chimiche, attese le molteplici implicazioni, non investe profili di esclusiva competenza della Difesa, devo rilevare che il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha già fornito un’ampia risposta ad un atto di analogo contenuto (n. 4-00280), pubblicata il 5 settembre 2008, da cui si evince, fondamentalmente, che «dall’esame della letteratura scientifica internazionale e dal contenuto dei siti web specialistici, non è possibile confermare l’esistenza delle scie chimiche».  Allo stesso tempo, è emerso che «i siti specialistici degli osservatori delle scie chimiche, in particolare, risultano carenti dal punto di vista scientifico».
Mi limito, pertanto, a fornire, per quanto di specifica competenza della Difesa, alcuni elementi conoscitivi relativi ai velivoli militari.  In primo luogo, le indagini svolte hanno consentito di escludere il coinvolgimento degli aeromobili dell’Aeronautica militare nella generazione o emissione di scie differenti da quelle normalmente dovute alla condensazione del vapore acqueo.  L’Aeronautica militare, inoltre, non ha in dotazione aeromobili adibiti allo spargimento di sostanze chimiche, né si hanno evidenze relative ad aeromobili militari che, operando a bassa quota sul territorio italiano, abbiano disperso o irrorato sostanze chimiche, così come descritto nell’ambito dell’atto in esame.
In particolare, le ricerche ed analisi effettuate in ambito militare hanno confermato che il fenomeno delle scie si riferisce alla condensazione di vapore acqueo che normalmente viene rilasciato dai motori a combustione interna.  Ciò si manifesta generalmente a basse temperature e a quote normalmente superiori ai ventimila piedi.  Peraltro, il combustibile usato dai velivoli militari è analogo a quello usato dai vettori civili e l’impatto ambientale, in relazione alla concentrazione di idrocarburi, è risultato molto minore di quello normalmente rilevabile nelle comuni aree urbane. Per quanto concerne la permanenza delle citate scie, occorre aggiungere che a temperature appena superiori allo zero, il vapore acqueo contenuto nell’atmosfera, all’impatto con una superficie quale ad esempio la fusoliera di un aereo, può congelarsi all’istante per effetto dell’improvvisa variazione di pressione e dare quindi quell’impressione gelatinosa alla quale si fa riferimento nell’atto in esame. Inoltre, in assenza di vento, la permanenza delle scie così prodotte può protrarsi anche per diverse ore.  In tal caso, l’incrocio delle rotte di più velivoli che, in contemporanea o successivamente, vengono ad intersecarsi, possono dare origine a figure geometriche.
In ultimo, l’Aeronautica militare, che nel 2003 non ha sottoscritto alcun accordo con gli Stati Uniti sulla specifica problematica, non ha – come erroneamente affermato – «triplicato i voli militari», ma, al contrario, ha ridotto, dal predetto anno ad oggi, l’attività di volo dei propri aeromobili del 15 per cento circa.Il Ministro della difesa: Ignazio La Russa.
Ma molto più completa è quella data nel 2008, e citata per l’appunto da La Russa:
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata venerdì 7 novembre 2008
nell’allegato B della seduta n. 081
All’Interrogazione 4-01044 presentata da
ANTONIO DI PIETRO
Risposta. – In merito a quanto indicato nell’atto di sindacato ispettivo in esame, concernente la presenza nello spazio aereo di scie persistenti di natura indeterminata, effettuate le dovute ricerche è emerso quanto segue.
Tali scie, comunemente definite in inglese condensation trails, sono prodotte dagli scarichi degli aerei o dalla turbolenza prodotta dalle ali. Sono formate essenzialmente da acqua in forma di cristalli di ghiaccio.
Gruppi di osservazione, talvolta, hanno riportato un comportamento apparentemente anomalo di alcune scie rispetto a quelle comuni. Tali fenomeni sono definiti scie chimiche (in Inglese chemtrails) e sono attribuiti al rilascio da parte degli aerei di sostanze chimiche che ne deformano l’aspetto.
Sul meccanismo fisico di formazione, è utile premettere che la troposfera è la parte bassa dell’atmosfera dove è contenuta gran parte dell’aria e dove avviene la quasi totalità delle attività umane, inclusa quasi tutta la navigazione aerea.
La troposfera è alta tra i circa 6 km (nelle zone polari) e i circa 16 km nelle zone equatoriali; nella sua parte più alta le temperature medie sono comprese tra 50oC e -70oC e il contenuto di vapor d’acqua è molto basso. In questa zona si osserva comunemente la formazione di nuvolosità naturale, tecnicamente definita nuvolosità alta, appartenente alle famiglie dei cirri o dei cirrostrati. Tali nuvole sono costituite da cristalli di ghiaccio e la loro forma ed evoluzione è dovuta alle condizioni meteorologiche.
Gli scarichi degli aerei contengono un piccola quantità di vapor d’acqua che si mescola a quello già presente nell’aria e, spesso, forma cristalli di ghiaccio che appaiono, appunto, come lunghe scie bianche associate agli aerei. In letteratura è possibile trovare parecchi studi sulla forma, sulla durata e sulle condizioni meteorologiche associate.
La probabilità di formazione delle scie è tanto più alta quanto più è bassa la temperatura e quanto più è alta l’umidità relativa dell’aria alla quota di volo dell’aereo. Pertanto le scie sono più comuni d’inverno e sono normalmente associate ad aerei ad alta quota.
Tali scie possono durare da qualche minuto a qualche ora (in alcuni casi anche parecchie ore) prima di dissolversi. In alcuni casi le scie restano compatte in altri casi si allargano e coprono porzioni consistenti di cielo. In altri casi, infine, l’interazione di numerose scie porta alla formazione di vere e proprie nuvole alte.
Come per le nuvole alte, la forma e l’evoluzione delle scie di condensazione è data dalle condizioni meteorologiche in quota, tanto che alcuni tecnici e ricercatori hanno proposto di utilizzarle come uno strumento meteorologico operativo.
Anche il tipo di combustibile ed il tipo di motore dell’aereo svolgono un ruolo importante. In particolare, alcuni suggeriscono che il tasso di zolfo nel combustibile possa giocare un ruolo importante.
La densità delle scie di condensazione è funzione delle condizioni meteorologiche, ma è ovviamente funzione della densità del traffico aereo. La porzione media di cielo coperta dalle scie, dunque, è più elevata sopra la parte occidentale Stati Uniti e sopra l’Europa occidentale, rispetto ad altre parti del pianeta.
A livello planetario si osserva che le scie coprono in media lo 0.1 per cento del cielo; in alcune parti del pianeta, però, esse arrivano a coprire il 20 per cento. Alcuni ricercatori hanno evidenziato che nel corso dei decenni l’aumento del traffico aereo ha portato ad un aumento della copertura nuvolosa alta nelle zone maggiormente interessate. Tutti gli studi, però, sono a scala globale o sugli Stati Uniti.
Sin dagli anni ’70 è stato studiato il possibile effetto sul clima di tale fenomeno, considerato che la nuvolosità naturale ha un effetto ben noto sulle temperature superficiali. Durante il giorno, infatti, la copertura nuvolosa riduce l’irraggiamento nel visibile e, dunque, riduce la temperatura superficiale; di notte, invece, la copertura rallenta il raffreddamento notturno e, dunque, aumenta le temperature superficiali. L’effetto netto della nuvolosità, dunque, è quello di ridurre l’escursione termica.
Gli studi condotti sembrano indicare una aumento della nuvolosità alta ed una riduzione dell’escursione termica nelle zone maggiormente interessate dal traffico aereo, come ad esempio la parte orientale degli Stati Uniti. Occorre tuttavia rimarcare che l’intero problema è ancora in fase di studio ed occorre esaminarlo con maggior attenzione prima di trarre delle conclusioni. Questo tipo di precauzione, poi, è particolarmente importante considerata la grande attenzione dell’opinione pubblica riguardo ai cambiamenti climatici.
Sebbene l’argomento abbia destato l’attenzione di numerosi siti specialistici, non esiste una definizione esatta di scia chimica (o chemtrail). Solitamente esse vengono descritte come più consistenti, più persistenti e spesso più basse di quelle comuni. Tali scie, inoltre, vengono notate in porzioni di cielo diverse dalle normali aerovie ed in molti casi sono state associate ad aerei militari. Altre osservazioni, infine, parlano di scie che si intersecano e spesso si espandono sino a formare della nuvolosità analoga alla nuvolosità alta di tipo naturale.
Trattandosi di una descrizione soggettiva non è possibile applicarla in maniera universale e, infatti, gli stessi siti specialistici riportano solo osservazioni sparse da parte di singoli o di gruppi di osservatori, solitamente corredati da fotografie.
Una seconda caratteristica attribuita alle scie chimiche, da cui appunto il nome, è la presenza di alcuni composti chimici rilasciati intenzionalmente dagli aerei che ne modificano le caratteristiche. In generale si parla di bario, di alluminio o di altri metalli pesanti, tuttavia non è stato possibile reperire analisi chimiche delle scie né dirette né indirette.
Come prova indiretta, generalmente si fa riferimento ad un’analisi chimica del terreno condotta in una località dell’Alberta (Canada) dopo un episodio di presunte scie chimiche che ha riscontrato una concentrazione anomala di bario ed alluminio nel terreno. Per poterlo associare alle scie, però, occorrerebbe in primo luogo valutare attentamente le condizioni meteorologiche dell’episodio citato, poiché dei sali rilasciati in atmosfera da aerei che viaggiano ad alta quota hanno una buona probabilità di disperdersi molto lontano rispetto alla verticale del punto di rilascio.
Le osservazioni sono iniziate nella seconda metà degli anni 1990 e dei gruppi di osservazione si sono formati anche sul territorio nazionale.
I siti, sia nazionali che internazionali, riportano una crescita progressiva del fenomeno. Non esistono osservazioni precedenti che permettano di valutare se il fenomeno esistesse prima degli anni 1990 e non è possibile valutare se l’aumento delle osservazioni sia un effetto dell’aumento della densità degli osservatori o di un aumento della frequenza del fenomeno.
I siti specialistici ed il materiale in esso contenuto parlano di effetti sulla salute umana ed elencano un insieme di disturbi conseguenti ad episodi di scie. Gli effetti riportati sono tosse secca persistente, malessere respiratorio e intestinale, polmonite, affaticamento, letargia, capogiro, disorientamento, forte emicrania, dolori muscolari, e alle giunture, epistassi, diarrea, feci sanguinolente, depressione, ansietà, incontinenza e tic nervosi. Altri, invece, mettono in relazione le scie chimiche con la diffusione di epidemie come il morbo della mucca pazza, la Severe Acute Respiratory Syndrome (SARS) e l’influenza aviaria.
Non sono stati trovati studi epidemiologici sul fenomeno.
Un secondo filone di materiale ritiene che le scie chimiche possano modificare il clima. Alcuni, infatti, ritengono che il bario rilasciato possa in qualche modo ridurre la precipitazione ed essere responsabile di recenti episodi di siccità. Altri riconducono il fenomeno ad altri tentativi di modificare il clima.
Sebbene esistano teorie scientifiche che prevedano la modifica del clima, si ritiene che gli elementi riportati sui siti specialistici siano troppo poco precisi per poter supportare queste affermazioni.
I siti specialistici sospettano che le scie chimiche siano esperimenti militari con vari scopi, generalmente in controllo del clima o altre forme di guerra non convenzionale.
A supporto di queste osservazioni si riportano due documenti pubblici, reperibili su internet: lo studio Air Force 2025 ed il materiale relativo all’antenna High frequency Active Auroral Research Program (HAARP).
Lo studio Air Force 2025 è uno studio commissionato dallo Stato Maggiore dell’aeronautica militare USA nel 1996 sugli scenari futuri di guerra che prevede, tra l’altro, il controllo del tempo atmosferico come elemento strategico.
L’antenna del centro HAARP (situato in Alaska), invece, ha come scopo lo studio delle onde a bassissima frequenza dell’alta atmosfera. La potenzialità di questa antenna come strumento per ridurre l’intensità di tornado ed uragani è stata studiata alla fine degli anni 1990 e la tecnica è stata brevettata dal Centro studi Eastlund.
Alcuni sostengono che il bario delle scie chimiche sia necessario proprio per rilevare le onde emesse da tale antenna.
Non è stato possibile trovare legami fra questi due documenti e le scie chimiche.
Oltre al materiale dei sostenitori delle scie chimiche, sul web è possibile trovare molto materiale di ricercatori, associazioni ed enti che riportano posizioni fortemente critiche.
In genere, si afferma che le scie chimiche non siano altro che comuni scie di condensazione il cui aspetto anomalo è dato dalle particolari condizioni meteorologiche. In genere si tratta di ricercatori che hanno studiate a lungo le scie di condensazione e dalle quali si evince chiaramente che possono comportarsi anche come le presunte scie chimiche.
Le altre critiche, invece, riportano il problema sul piano metodologico, economico e del buon senso, come ad esempio:1. questi fenomeni peculiari sono osservati più spesso di quanto non avvenisse in passato perché è cresciuta l’attenzione e la preoccupazione da parte dei gruppi di osservatori;2. se si trattasse di un tentativo massiccio di modificare il clima come quello ipotizzato, sarebbe necessario uno sforzo enorme in termini di mezzi, incompatibile colle attività di qualunque aviazione militare;3. se fosse uno sforzo per avvelenare la popolazione sarebbe molto più efficace, economico e discreto avvelenare direttamente le riserve d’acqua o gli acquedotti, invece di diffonderlo tramite aereo da altissime quote.
Dall’esame della letteratura scientifica internazionale e del contenuto dei siti web specialistici non è possibile confermare l’esistenza delle scie chimiche. I siti specialistici degli osservatori delle scie chimiche, in particolare, risultano carenti dal punto di vista scientifico.
Si possono, tuttavia, fare le seguenti considerazioni:1. l’interpretazione più plausibile del fenomeno è che i presunti episodi di scie chimiche siano in realtà comuni scie di condensazione che sono durate più a lungo ed hanno assunto forma peculiare per effetto delle condizioni meteorologiche;2. non si può escludere che, assieme alle condizioni meteorologiche, anche il combustibile ed il tipo di motore degli aerei possano concorrere a produrre scie di condensazione dall’aspetto peculiare. Solo ulteriori e complessi studi, che coinvolgano gli operatori del trasporto aereo civile e militare e gli enti preposti al loro controllo, potrebbero eventualmente dare una risposta definitiva;3. da circa tre decenni la comunità scientifica sta studiando la possibilità che le comuni scie di condensazione possano influenzare il clima delle zone maggiormente interessate dal traffico aereo. Nonostante siano stati ottenuti interessanti risultati, non sono però definitivi.
Da molti anni esistono teorie che prevedono la possibilità di controllare il clima; tuttavia, nell’unico caso oggetto di una lunga e ben documentata sperimentazione, cioè l’inseminazione delle nubi per la stimolazione delle piogge, i risultati sono ancora controversi dopo 60 anni di esperimenti. È pertanto prematuro ritenere che altre tecniche, come ad esempio l’uso del bario per ridurre la precipitazione o l’uso dell’antenna HAARP, possano essere considerate efficaci ed affidabili senza aver condotto una lunga e attenta sperimentazione. In entrambi i casi, non sono state trovate chiare informazioni che permettano di legare una sperimentazione in tal senso alle scie di condensazione.Il Sottosegretario di Stato per l’ambiente e la tutela del territorio e del mare: Roberto Menia.
Io non credo si debba aggiungere altro su questa parte della vita senatoriale dell’onorevole Scilipoti.
Questa ricerca però mi ha portato oltre, e dalle scie chimiche siamo passati alla Nuova medicina germanica, ma è materiale per il prossimo articolo, a tra poco…
maicolengel @ butac punto it
 
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