Le torture in Libia

MamAfrica è una pagina che ci è già capitato di trattare. Fanno (probabilmente in buonafede) la stessa cosa che vedo fare a tantissimi navigatori sprovveduti del web.

Basta che una notizia dia ragione ai loro pregiudizi che la diffondono senza verificare i fatti. E questo, come ho già tentato di spiegarvi molte volte, è sbagliato. Perché, anche se la battaglia che si sta combattendo può essere giusta, la diffusione di informazioni non verificate è sempre dannosa.

Vediamo cosa ci raccontava MamAfrica:

Il post riporta le parole di Matteo Salvini durante la sua visita in Libia:

Salvini:
“Ho chiesto di visitare un centro di accoglienza per migranti in costruzione, un centro all’avanguardia che potrà ospitare mille persone. Questo per smontare la RETORICA in base alla quale in Libia si tortura e non si rispettano i diritti umani.”

Le parole di Salvini sono accompagnate da foto che secondo MamAfrica mostrerebbero lo stato dei centri di accoglienza. BUTAC non vuole sostenere che le torture sui migranti in Libia non si verifichino. Ma le foto che ci vengono mostrate sono sbagliate. Non vengono dalla Libia, sfruttarle per portare avanti quella che potrebbe essere una battaglia condivisibile è sbagliato.

Snopes ne aveva già trattate alcune a novembre 2017, dimostrando come la provenienza non fosse la Libia. Curioso che Snopes già allora riportasse che i canali che diffondevano alcune delle foto, attribuendole alla Libia, fossero italiani. Purtroppo non di tutte le fotografie sono riusciti a trovare le fonti, ma la maggioranza è provato che non abbiano nulla a che fare con la Libia.

La foto con la schiena piena di segni di frustate viene diffusa da qualche tempo, e sempre collegata alle torture di Assad in Siria contro gli oppositori del suo governo. Fosse confermato, siamo di fronte a una prova del perché dalla Siria la gente fugge. La foto secondo testate americane risale comunque al 2012.

E quindi? In Libia i rifugiati trovano accoglienza come sostiene Salvini?

No, le cronache raccontano molto chiaramente di come chiunque venga rispedito al mittente finisca in “centri di accoglienza” che sono più prigioni che altro. Ma sfruttare delle immagini scioccanti che non hanno come provenienza la Libia è sbagliato, sempre e comunque.

Non c’è nessun bisogno di sfruttare questi trucchetti per indignare l’opinione pubblica. Basta usare gli articoli seri, le indagini approfondite fatte da testate come la BBC. Che riportava a settembre 2017:

Libyan migrant detention centre: ‘It’s like hell’

Indignare va di moda, sarebbe bello che le cose cambiassero.
maicolengel at butac punto it
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