L’europarlamentare, i vaccini…

...e il bisogno di dire sempre qualcosa.

Sulla bacheca Twitter di una mia concittadina, europarlamentare e professoressa ordinaria all’Università di Bologna, è apparso il 30 dicembre 2020 questo tweet:

A me spiace fare le pulci a una concittadina, ma onestamente la pagano le mie tasse sia per stare all’Europarlamento sia per insegnare all’università. Quindi vediamo di capirci una volta per tutte con questa storia dei vaccini arrivati in numero esiguo in Italia e invece in abbondanza in Germania. La definirei la sindrome dello straccione questa nostra convinzione che ai tedeschi vada sempre tutto meglio che a noi.

Ci avevo fatto un post Facebook il 28 dicembre, molto semplicistico, ma spiegavo alcune cose.

Vi riporto quelle più importanti:

L’Italia vedrà solo il 13,4% dei vaccini Pfizer che verranno distribuiti in Europa sulla base di precise scelte del nostro Paese, fatte ben prima che si sapesse quale vaccino sarebbe stato approvato per primo. Di vaccini ne abbiamo opzionati svariati, quello Pfizer in quel quantitativo. Non è che all’ultimo, su una questione così complessa come la produzione di un vaccino, possiamo cambiare la carte in tavola. In Italia pertanto del Pfizer-Biontech arriveranno dosi sufficienti al massimo per vaccinare circa 14 milioni di persone (cioè circa 28 milioni di dosi per un vaccino che necessita di due inoculazioni). Poi si vedrà con gli altri. Ma per ora dovremo attendere circa 470mila dosi a settimana a partire dalla prima di gennaio. Che significa che per vaccinare con entrambe le dosi quei 14 milioni di persone ci vorranno circa 59 settimane, se i numeri non cambiano (e se avremo un numero sufficiente di vaccinatori) .

Tutte informazioni che bastava poco per verificare. Esattamente come la lamentela nei confronti delle istituzioni per l’autorizzazione al vaccino AstraZeneca: Gualmini non mi pare sia un medico, né una ricercatrice scientifica. I tempi per le approvazioni di un farmaco sono sempre lunghi, abbiamo bruciato molte tappe con quello della Pfizer, e per fortuna, ma non significa che sia possibile farlo sempre. Il Regno Unito l’ha approvato oggi 30 dicembre, ma come ha spiegato l’Agenzia Europea per il Farmaco loro non danno l’autorizzazione visto che mancano i dati. Se Gualmini ha quei dati che li porti all’Ema, se non ce li ha che stia in silenzio ed eviti di avvelenare il pozzo con disinformazione di bassa qualità.

Per fortuna al suo tweet hanno risposto persone come l’amico Gerardo D’Amico:

Per la veritá bisognerebbe fare chiarezza sulla autorizzazione data dall’Autoritá britannica ad un vaccino di cui non sono chiari i profili di efficacia: attorno al 60% con due dosi, 95% con una e mezza. E gruppo di controllo trattato un po’ con placebo un po’ con altro vaccino.

Ammetto che non ne posso più, voglio un po’ di vacanza, voglio un po’ di calma. Quest’anno ho potuto ammirare lo splendore del pessimo giornalismo e della pessima politica che abbiamo in Italia. Purtroppo ho anche potuto vedere e toccare con mano quanta meschinità ci sia tra la maggior parte di chi sostiene di divulgare o fare fact-checking, spiace capire che pochi se ne rendano conto, ma tutti hanno un’agenda, che spesso coincide col loro personale guadagno. BUTAC ha sempre cercato di essere molto trasparente da questo punto di vista, la fortuna è che io non ho bisogno di soldi per portare avanti il progetto. Lo faccio perché ritengo sia importante farlo. Ma mi sento sempre più solo nel farlo. Noi ci rivediamo il 4 gennaio, mantenete il distanziamento, usate la mascherina, e state a casa a meno che non sia necessario uscire.

maicolengel at butac punto it

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