L’ignoranza e la Scienza

 

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Dopo Red Ronnie, vorrei mettere sotto i riflettori un altro personaggio dello spettacolo che non riesce a contenere i propri pensieri.
Oggi voglio parlarvi di Eleonora Brigliadori: attrice, conduttrice televisiva, annunciatrice italiana. Ancora una volta, non un medico.
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In questo caso eccelliamo per il livello di complottismo che trasuda dai suoi post, per fortuna poco seguiti (beh oddio, 1824 condivisioni un post di Butac le vede una volta ogni morte di papa, non è così poco seguita maicolengel) sia su Facebook che su Twitter. La Brigliadori non si limita a critiche generiche nei confronti della medicina moderna, ma è una discepola di guru come Gabriella Mereu (Terapia Verbale) e Ryke Geerd Hamer, padre della Nuova Medicina Germanica (qui le informazioni per chi non la conoscesse e qui un nostro piccolo debunk). Non lesina certo sul fango per gettare discredito sui vaccini, sulla chemioterapia o su qualsiasi terapia ufficiale in nome di una medicina olistica fortemente improntata sull’Antroposofia. Quest’ultima, nonostante le nobili origini, è considerata pura pseudoscienza.
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Leggere i post della Brigliadori vuol dire immergersi nell’irrealtà, dove la fisiologia e l’anatomia di base vengono gettate alle ortiche in nome di “flussi di energia” e “capacità sovraumane” che nemmeno Lucy di Luc Besson può vantare.
 
Siamo in un paese libero e ognuno può dire ciò che vuole. A questo punto, quindi, voglio dire la mia.
La Brigliadori non ha nessuna conoscenza di medicina, né di psicologia. Il suo rifiuto totale per la medicina deriva proprio da questa ignoranza dei meccanismi che regolano il corpo umano. Questa la porta ad accettare teorie completamente prive di fondamento scientifico come, per esempio, la Nuova Medicina Germanica.
Credo che i colpevoli di questa situazione siano diversi. Da un lato, la Medicina stessa nella sua complessità fatica ad arrivare al grande pubblico; gran parte dei servizi d’informazione prediligono lo scandalo, le corruzioni, le storie delle mele marce – danno ciò che un lettore medio vorrebbe sentirsi dire, non ciò che dovrebbe tornargli utile in futuro. C’è bisogno di investire nella divulgazione, nell’incontro tra mondo medico e cittadini.
Dall’altro lato, la colpa è solo di chi, come lei, non è in grado di informarsi correttamente. Se ci si interessa a un argomento specifico, lo si deve fare bene. Le nozioni su cui si basa la medicina moderna non sono aleatorie, ma sono basate su secoli di studio e osservazioni; non possono essere ignorante, se si vuole parlare di medicina. È facile nascondersi dietro teorie strampalate e dare la colpa a una non ben definita società segreta, che osteggia tutte le forme di innovazione “per interessi personali”. È vero, possono dare un placebo di sicurezza per la loro forte capacità di convincere, di dare una spiegazione a tutto. Si tratta però di un modo di rifuggire dalla complessità del reale, paura di affrontare la verità: il mondo, il corpo e la mente umana non sono semplici e le spiegazioni al loro funzionamento sono molteplici e spesso complesse.
Siamo di fronte all’ennesimo personaggio pubblico che sfrutta la sua popolarità per propagandare medicine alternative. Si fa un gran parlare degli interessi dei medici, magari con un bel megafono come Facebook; ci si dimentica volentieri, però, il comodo dei furbi che si celano dietro la facciata rassicurante. Simoncini, Bonifacio, Hamer, Caisse, Vannoni: quando l’incredulità ha il portafoglio grasso, e mani altrui pronte. Quello della Brigliadori è un modo di pensare davvero diffuso in questi ultimi giorni: si tratta della negazione di tutto ciò che non si conosce. Io non sono un astrofisico e non ho la più pallida idea di cosa sia un buco nero dal punto di vista matematico, ma non per questo penso che sia fatto di panna nera.
Bisogna smetterla di avere paura dello sconosciuto, ma cercare di conoscerlo nei limiti delle proprie possibilità di tempo e risorse. Bisogna smettere di pubblicare terribili video in cui si insulta un servizio pubblico, reo di aver trasmesso il faccione di Bruno Vespa che vaccina un po’ di giornalisti.
Noi di BUTAC lavoriamo ogni giorno per creare un ponte tra la bufala e il reale, tra la Scienza e il quotidiano, ma c’è bisogno di più. Bisogna tornare ad avere curiosità nel voler imparare, accettare la nostra ignoranza in merito, e ritrovare la fiducia negli esperti.
Solo così si può pensare di arrivare a conoscere l’ignoto.
A presto,
PA
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